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La 17ª giornata di Serie A comincia di venerdì dal Bentegodi di Verona: in campo Hellas Verona – Milan. La squadra di Fonseca è chiamata a reagire dopo le prestazioni opache viste in campo contro Atalanta e Genoa. Nel mezzo delle due sfide, presenti anche i tre punti in Champions League contro la Stella Rossa: altra prestazione da dimenticare nonostante l’esito finale.
Per arginare l’emergenza infortuni e ridare slancio alla squadra, Fonseca sorprende con una mossa inaspettata. La sorpresa è la titolarità di Terracciano, ma non nel suo consueto ruolo di terzino, bensì a centrocampo. Sulla carta l’italiano agisce in coppia con Fofana, con Reijnders sulla trequarti nel classico 1-4-2-3-1 rossonero. L’impressione, tuttavia, è quella che il sistema di gioco sia stato pensato per variare all’occorrenza, anche in un 1-4-4-2.
Le formazioni ufficiali:
Hellas Verona (1-3-4-2-1): Montipò; Dawidowicz, Coppola, Ghilardi; Tchatchoua, Belahyane, Duda, Lazović; Suslov, Kastanos; Sarr.
Milan (1-4-2-3-1): Maignan; E. Royal, Gabbia, Thiaw, Jiménez; Fofana, Terracciano; Chukwueze, Reijnders, Leão; Abraham.
Arbitro: Marinelli di Tivoli.
Primo tempo
Il match si apre con un approccio aggressivo dei padroni di casa, decisi a mettere subito in difficoltà i rossoneri. Dopo una manciata di secondi c’è già il primo episodio: duro scontro di gioco che coinvolge Abraham, titolare dopo il ballottaggio con il giovane Camarda. L’inglese accusa un problema al volto, ma riesce a proseguire.
Nel Milan fa notizia la presenza, per la seconda volta consecutiva, di Jiménez dal primo minuto al posto di Theo Hernandez, scelta che solleva qualche riflessione. Punizione per il francese o rotazione tattica? Qualunque sia la motivazione, un turno di riposo potrebbe giovare al numero 19 rossonero, apparso poco lucido nelle ultime uscite.
Nei primi minuti il Milan fatica a trovare il ritmo. La squadra di Fonseca appare spaesata e disorganizzata, con manovre imprecise e poche idee. Chukwueze prova a mettersi in mostra sulla fascia, ma i suoi cross risultano spesso inefficaci. Al contrario, Jiménez si mostra intraprendente, proponendosi con continuità in avanti e interpretando il ruolo con una spinta offensiva simile a quella di Theo.
Al 10’ arriva il primo squillo del Milan con una giocata di Leao. Il portoghese tenta una semi-rovesciata in area, ma la palla finisce sul braccio di Tchatchoua. L’episodio è dubbio, ma l’arbitro Marinelli lascia proseguire.
La partita prosegue su ritmi blandi e con pochi spunti. Al 15’, Kastanos entra in contrasto su Fofana. L’arbitro non interviene, ma il francese resta a terra dolorante, facendo temere il peggio. Per fortuna, Fofana si rialza e torna in campo. La situazione in infermeria per il Milan è critica, con Pulisic, Okafor, Morata, Jovic, Loftus-Cheek, Musah, Bennacer e Florenzi già indisponibili.
Le occasioni da gol faticano ad arrivare e i rossoneri non riescono a costruire azioni pericolose. Chukwueze continua a cercare la conclusione personale, ma i suoi tentativi si rivelano sterili.
Al 25’ Suslov scatta in velocità in contropiede, ma viene abbattuto ingenuamente da Emerson Royal, che si becca il primo cartellino giallo del match. Poco dopo, un retropassaggio azzardato di Chukwueze lancia nuovamente Suslov in contropiede. L’attaccante del Verona si invola per 30 metri, si sposta sul mancino e calcia in diagonale: Maignan è attento e blocca la conclusione.
Cinque minuti più tardi arriva la notizia peggiore per il Milan: Leao si accascia a terra, toccandosi la coscia. L’espressione preoccupata di Fonseca e dello staff medico fa temere un nuovo infortunio muscolare. Il portoghese è costretto a lasciare il campo, con Theo che subentra dalla panchina.
Jiménez avanza sulla linea offensiva per occupare la zona che era di Leao, continuando a mettere in mostra personalità e determinazione. La sua aggressività porta all’ammonizione di Dawidowicz, costretto al fallo per fermarlo.
Il Milan prova a scuotersi nel finale del primo tempo. Al 41’, la prima vera occasione rossonera: Terracciano raccoglie dal limite dell’area e calcia di potenza. La traiettoria è insidiosa ma centrale: Montipò è attento e devia sopra la traversa.
Sul finale, Chukwueze imbuca per Abraham. Il passaggio è leggermente corto e Abraham, nel tentativo di anticipare Duda, finisce a terra. Marinelli valuta lo scontro regolare e lascia proseguire, decisione condivisibile.
Il primo tempo si chiude dopo quattro minuti di recupero senza emozioni. Partita bloccata e povera di occasioni, con il Milan che perde Leao per infortunio e il Verona che si affida all’estro di Suslov per cercare il vantaggio.
Secondo tempo
Il secondo tempo si apre con un’occasione per Chukwueze, innescato da un’ottima palla di Jiménez. La difesa del Verona chiude bene e il nigeriano, nel tentativo di recuperare la sfera, commette fallo su Montipò.
Il Milan passa in vantaggio al 56′. Fofana pesca l’inserimento di Reijnders con un passaggio perfetto e l’olandese, di prima intenzione, scaraventa il pallone in rete con un potente e preciso destro. Una rete di pregevole fattura che porta il risultato sullo 0-1. Reijnders conferma il suo ottimo momento di forma e la crescita costante mostrata in questa stagione.
La risposta del Verona, però, è immediata. Dopo appena 30 secondi, Lazovic prova a sorprendere Maignan con un tiro insidioso sul primo palo, ma il portiere rossonero si distende e blocca senza problemi. I padroni di casa continuano a spingere per cercare immediatamente il pari.
Al 63′ è Jiménez a cercare il raddoppio con un’iniziativa personale. La sua conclusione è respinta in angolo.
Al 70′, Fonseca decide di cambiare l’assetto della squadra: fuori Chukwueze, dentro Calabria. Con questo cambio, il Milan si ritrova con cinque terzini in campo contemporaneamente: Emerson (88’ Tomori), Calabria, Terracciano, Theo e Jiménez. Una mossa che punta chiaramente a difendere il vantaggio, a trazione posteriore.
All’80′ Rocha Livramento spreca una grande occasione per il Verona, impattando male uno spiovente sul secondo palo, a pochi centimetri da Maignan.
Al Verona manca precisione sotto porta. I padroni di casa costruiscono tanto ma non concretizzano. Nelle battute finali il Milan fatica a gestire la partita e sembra in balia degli eventi, senza riuscire a imporre il proprio gioco.
Il ritmo della partita – pressoché inesistente – viene frammentato dalle continue interruzioni. I rossoneri provano a chiudere la partita al minuto 88 su schema da corner. Theo Hernandez crossa a rimorchio per Reijnders che colpisce al volo. L’olandese impatta bene il pallone, la conclusione è potente, ma la sfera termina fuori di qualche metro.
Al 90’ i minuti di recupero sono cinque, ma il primo scorre senza che si giochi a causa di proteste e perdite di tempo. Le tensioni si accendono e Marinelli allontana un dirigente della panchina veronese.
L’ultima grande chance capita sui piedi di Mosquera al 93′, ma il giocatore del Verona non riesce a trovare il tempo per concludere dopo un contropiede potenzialmente decisivo.
Con il triplice fischio, il Milan porta a casa una vittoria sofferta e di misura. Partita decisa da uno lampo di genio di Fofana e dalla lucidità di Reijnders, ma la prestazione dei rossoneri non convince. Tre punti preziosi, ma il gioco latita. Il Milan è lontano dalle promesse estive di un calcio spettacolare, e la sensazione è che la vittoria sia più frutto degli errori del Verona che dei meriti del Diavolo. Non un bello spettacolo nel complesso per il calcio italiano.
Ora il Milan è atteso da un ultimo impegno nel tortuoso 2024: il 29 dicembre a San Siro arriva la Roma, in una sfida fondamentale per entrambe le squadre, entrambe in cerca di punti pesanti per archiviare al meglio l’annata. Finale col botto? Staremo a vedere.
BIO: Luca Lazzaro è nato e vive a Catania, siciliano classe 1998. Diplomatosi al Liceo Linguistico, prosegue gli studi all’Università di Catania divenendo Dottore in Scienze e Lingue per la comunicazione. Tra le sue passioni, oltre il mondo del pallone, troviamo le moto. Il mondo del giornalismo lo affascina: è per tale ragione che ama scrivere e raccontare storie. Da qui nascono le collaborazioni con Talent Scout e Voci di Città, due realtà differenti che, in sinergia, lo hanno formato professionalmente. L’ambizione più grande? Fare della sua passione un lavoro a tempo pieno.