Nell’ultima partita dell’anno, la nostra under 20 batte il Monza per 2-0 e si riporta almeno provvisoriamente al secondo posto. Grande fatica ad attaccare la difesa schierata (ci vogliono i centimetri del centrale romeno) e un altro super-gol di Scotti che, quando ha spazio, è uno spettacolo puro
È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta. Dopo la grande prestazione contro il Sassuolo (4-2) nel turno infrasettimanale del 18 dicembre, il Milan Primavera si ripete contro il Monza (2-0) e, con 31 punti, rientra almeno temporaneamente nel gruppetto delle seconde, agganciando l’Inter brutalizzata da una Roma (1-4) che a 36 punti appare inarrestabile nella sua fuga. È stata dura, dicevamo, malgrado quello che si potrebbe pensare guardando il punteggio rotondo e i soli 15 punti in classifica del Monza.
Un primo tempo sterile
I ragazzi di Guidi, che continuano a ondeggiare “fra demonio e santità”, come titolava un vecchio album di Alberto Fortis (chi se lo ricorda?), cioè tra prestazioni scoppiettanti e altre decisamente meno brillanti, sono scesi in campo con Mastrantonio in porta, la linea a quattro formata da Bakoune a destra, Dutu e Nissen in mezzo e Perera a sinistra; davanti a loro un centrocampo più a tre che a due, con Eletu e Sala bloccati e Comotto più libero di svariare e il consueto attacco “leggero” con Bonomi, Scotti e Ibrahimovic. La solita “Banda Bassotti” di cui abbiamo già parlato su queste pagine, insomma, priva di una punta di riferimento e condannata a cercare sempre il gioco palla a terra: un piano che non sempre funziona. Oggi, possiamo dirlo con chiarezza, non ha funzionato: complice l’atteggiamento molto coperto dei biancorossi monzesi, i nostri fantasisti hanno trovato tutte le porte chiuse, tanto che – malgrado il dominio nel possesso palla – il primo tempo si è concluso sul punteggio di zero a zero, con poche occasioni. Nessuno fra i rossoneri ha particolarmente demeritato, ma di certo Guidi non ha mai trovato le chiavi del gioco, tanto che il giocatore in assoluto più forte di questa squadra, e forse non solo di questa squadra, Filippo Scotti (su cui torneremo) non viene mai nominato dal telecronista perché di fatto non tocca un solo pallone.
Il gol arriva dal cielo
Il gol arriva, per fortuna, al 55’. Eletu batte bene col suo sinistro educato un calcio d’angolo dalla destra e Mateo Dutu, un centralone di 1,92, indovina i tempi dello stacco e incorna di testa senza fatica. Dopo il gol, il Monza si riscuote dal suo atteggiamento ostruzionistico e si fa pericoloso: il Milan soffre in parecchie occasioni, con la palla che più di una volta danza pericolosamente in area alla ricerca del miglior offerente.
Cambi: entrano il difensore centrale Paloschi e l’ennesima falsa punta Siman, escono Ibrahimovic e Bonomi. Il Milan si copre mettendosi a tre dietro, ma questo non impedisce ai brianzoli di attaccare con tutta l’energia che hanno risparmiato fin qui e che a noi, invece, inizia a mancare. Ma in questo arrembaggio biancorosso, che ci mette in difficoltà, si nasconde un dolce regalo di Natale. “Ma adesso che sono tutti avanti, non possiamo infilzarli in contropiede?”, scrivo alle 14,35 a Fabio, storico compagno di Vismara con cui ho condiviso gioie e dolori da quando Simone Romagnoli era il capitano della Primavera. E all’86’, cioè qualche minuto dopo, il numero 99, Filippo Scotti, ascolta la mia invocazione: parte in contropiede, si guarda intorno dove due maglie rossonere gli corrono accanto e, forse sfinito da una partita spesa ad aspettare un pallone che non arriva, decide di fare da solo. Destro a giro meraviglioso che si infila alla sinistra del portiere Ciardi, 0-2 e partita sostanzialmente chiusa.
Ma ci sono due “ma”
Tutto bene, quindi? Sì, con qualche ma. Innanzitutto per sbloccare il risultato ci è voluto un colpo di testa di un giocatore forte fisicamente: non è possibile, chiedo a tutti i dirigenti interessati, dal responsabile del settore giovanile, Vincenzo Vergine, allo sport developement director, Jovan Kirovski, fino al direttore tecnico Geoffrey Moncada – tutti professionisti della cui competenza non ho motivo di dubitare, lo dico senza ironia – scovare una o due punte per questa squadra (e anche per il Milan Futuro, magari, ma ci torneremo)? Non è oggettivamente incompleta questa rosa, quando deve forzare le difese avversarie? Lo so, lo scrivo ogni volta: ma va anche detto che la Primavera mi dà modo di constatarlo ogni volta che scende in campo.
Il secondo “ma” riguarda proprio Filippo Scotti, un ragazzo del 2006 con una capacità di corsa e di calcio (il gol di oggi è molto simile a uno dei due segnati contro il Sassuolo, a conferma che si tratta di una dote e non di un colpo di fortuna) decisamente fuori dall’ordinario e non solo in Primavera. A mio avviso Scotti è una specie di Pulisic, capace di giocare sull’esterno (come Pulisic, è destro di piede, ma gioca sia a destra che a sinistra) o magari come trequartista o seconda punta: usarlo come “falso nove”, col rischio che corra senza vedere un pallone per 89 minuti su 90 mi pare uno spreco; con un attaccante che lavori davanti a lui ad aprirgli gli spazi potremmo divertirci tutti di più, lui e noi.
Bene, comunque. Prendiamoci i tre punti e il temporaneo secondo posto, e godiamoci questa squadra, incompleta ma interessante, come sono del resto tutte le cose un po’ imperfette, e il nostro campioncino con la maglia numero 99 (un numero che non ci evoca ricordi felicissimi), augurandoci che chi lo gestisce sappia trovargli la collocazione più opportuna, magari con vista sul Milan Futuro e poi chissà.
Si torna in campo il 4 gennaio, contro la Lazio. Auguri di buone feste a tutti gli appassionati di Milan e di calcio giovanile.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.