ALTRO CHE IL FOGGIA DI ZEMAN, È L’ATALANTA BELLEZZA

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IL MODELLO ATALANTA: Come il club bergamasco ha cambiato il business del calcio

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C’era una volta l’Atalanta, una provinciale come tante.

Anzi, con una bacheca persino più povera di altre realtà che pur non essendo espressione di capoluoghi di regione sono riuscite, in alcuni momenti della loro storia, ad arrivare ai vertici del calcio italiano.

L’Atalanta pre Gasperini non rientrava certo tra le squadre più spettacolari.
Nelle cronache dei quotidiani il più delle volte si evidenziava la dedizione al lavoro, l’impegno dei calciatori – la cosiddetta maglia sudata tanto invocata dai tifosi – l’umiltà e la caparbietà.
Non era per intenderci il Foggia di Zdenek Zeman, una squadra che piaceva agli spettatori neutrali per la gran quantità di occasioni da rete che costruiva oltre che per quelle che concedeva agli avversari.

Anche se a rileggere oggi i dati della formazione pugliese la sorpresa è tanta: il miglior campionato di Serie A della storia del Foggia fu il 1991/92 con 35 punti in 34 giornate, 58 gol segnati, di cui 36 dal tridente composto da Ciccio Baiano, Beppe Signori e Roberto Rambaudi, e 58 subiti. In media, per i satanelli, 1,7 gol segnati ad incontro, un dato che impallidisce davanti alla valanga di reti dell’Atalanta dei giorni nostri.

Prima dell’era Gasp, per l’Atalanta il primato di marcature in un campionato di Serie A erano i 66 gol dell’annata 1949/50 in 38 partite.

Al contrario nel 1964/65 a Bergamo l’Atalanta mise in fila quattro gare senza segnare: cominciò con lo 0-0 con la Juventus l’11 ottobre, lo bissò con il Varese l’8 novembre e fece tris con il Catania il 22 novembre, poi il 29 novembre perse 0-1 con il Messina. Finalmente il 20 dicembre tornò alla vittoria e alla rete con l’1-0 al Lanerossi Vicenza siglato dall’autorete di Sergio Carantini.

Solo il 10 gennaio 1965, grazie alla marcatura di Bruno Bolchi alla Lazio, con una poderosa punizione, un atalantino tornò a segnare in casa. Non accadeva dal 20 settembre 1964 quando un altro Bruno, Petroni infilò la Roma. In altre parole l’Atalanta trascorse l’intero autunno senza mettere a segno un solo gol in casa in partite ufficiali. Roba da far passare la passione anche al più accanito dei tifosi.

Dall’arrivo del maestro di Grugliasco invece l’Atalanta ha superato il primato dei 66 gol in Serie A già 4 volte: 72 gol nel 2023/24, 77 gol nel 2018/19, 90 gol nel 2020/21 e 98 gol nel 2019/20.

Quest’anno invece è già a 42 gol in soli 17 turni di campionato. Più 13 gol in Champions League e 6 in Coppa Italia: il parziale della stagione 2024/25 è di 61 gol fatti. Dal primo gennaio al 30 giugno 2024 ha invece segnato 43 volte in campionato, 9 in Coppa Italia e 13 in Europa League. Il totale dell’anno solare è quindi di 126 gol.

Conciliare risultati sportivi senza sperperare risorse sembra impossibile al giorno d’oggi, ma l’Atalanta è riuscita a combinare entrambi gli scopi, come ha ribadito Antonio Percassi: «Il bilancio sano per noi è una necessità. Perché noi siamo una società che deve avere i conti a posto, essere sostenibile, avere la capacità di autofinanziarsi sia dal punto di vista sportivo, sia da quello di tutti gli altri investimenti».

Una vera e propria rivoluzione.

Il modello Atalanta.

BIO: GIOVANNI CORTINOVIS

Laureato a pieni voti alla Bocconi con la tesi “Le politiche di marketing delle società calcistiche di medio-piccole dimensioni” si guadagna da vivere come giornalista dal 2002. Ma già l’anno prima iniziò a scrivere di economia sportiva per Il Sole 24 Ore Sport e Il Nuovo Calcio. Ha continuato a farlo su Guerin Sportivo, L’Eco di Bergamo, La Gazzetta dello Sport, Sportweek, Corner e Motosprint, totalizzando oltre 500 articoli su bilanci e gestioni di club, leghe e federazioni.

Si definisce Trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali.Questo è il suo secondo libro, dopo North West 200

3 risposte

  1. Io ricordo anche un’altra bella Atalanta, che poi non tenne il passo, quella del 2000/2001 che partì forte l, da neo promossa, sotto la guida di Valvassori. Il Foggia per noi pugliesi resta un mito e anche perché da queste parti non c’è serietà calcistica da parte degli imprenditori e la penuria di risultati. Bel pezzo!

  2. Un paragone che esiste… l’Atalanta gioca in un campionato di pessimo livello.. di qualita tecnico tattica mediocre… il Foggia di Zeman aveva avversari sia sotto l’aspetto tecnico e tattico di un altro livello.. se invertissimo le squadre…l’Atalanta in un campionato come poteva essere quello del
    91-92 si sarebbe ritrovata quinta o sesta in classifica e quel Foggia in campionati attuali sarebbe tra le prime . detto questo l’Atalanta a mio avviso è la squadra che ha la migliore organizzazione del campionato ed e’ una grandissima realtà’. Ritornando al paragone e’ un paragone che non si può fare perché Gasperini dal 2016-16 che allena la Dea.. in A …Zeman in A con il Foggia duro’ solo 2/3 tre stagioni massimo

    1. Ciao Stefano, in attesa, se lo vorrà della risposta dell’autore, mi permetto di dire la mia: sappiamo che qualsiasi paragone tra squadre o giocatori di epoche differenti sia di difficile realizzazione. Tra l’altro lo lascia intendere anche Giovanni. Grazie per il tuo commento. A presto.

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