ROBERTO DE ZERBI E LA SUA TRASFORMAZIONE AL MARSIGLIA: UN CALCIO MODERNO IN CONTINUA EVOLUZIONE

L’Olympique Marsiglia, sotto la guida di Roberto De Zerbi, sta attraversando una fase di trasformazione che ha il sapore di una nuova era per il club francese. Con una lunga e illustre storia calcistica, il Marsiglia ha recentemente cercato di ritrovare una continuità di risultati, e l’arrivo dell’allenatore bresciano segna l’inizio di un progetto ambizioso. De Zerbi ha portato con sé un’idea di gioco moderna, che punta su un possesso palla incisivo, aggressività nella riconquista e il dominio della metà campo avversaria, segnando un cambiamento radicale nell’approccio tattico del club.

Un gioco di posizione e aggressività

De Zerbi non è un tecnico che ama i compromessi, e il suo stile di gioco è da sempre al centro di dibattiti tra i sostenitori del “calcio semplice” e i fautori del “giochismo”. Le sue squadre, che hanno già impressionato in Italia e all’estero, sono caratterizzate da una costruzione dal basso ben organizzata e un’attenzione maniacale alla fase offensiva. A prescindere dalla squadra, che si tratti del Foggia, del Benevento, del Sassuolo, dello Shakhtar Donetsk o del Brighton, il suo marchio di fabbrica è un gioco di possesso aggressivo, in cui l’obiettivo è sempre quello di tenere il pallone e dominare il campo.

L’idea di De Zerbi è chiara: “Se ce l’hai tu, non ce l’ha l’avversario”. In ogni sua esperienza, l’allenatore bresciano ha dato priorità al possesso palla, cercando di far crescere le proprie squadre in modo che possano gestire il gioco, creare spazi per attaccare verticalmente e sfruttare la superiorità numerica in ogni zona del campo. Tuttavia, nonostante l’efficacia offensiva, la fase difensiva è sempre stata un punto debole, spesso esposto dalle caratteristiche degli interpreti e da alcuni principi tattici adottati dal tecnico.

L’adattamento del Marsiglia: un progetto ancora in costruzione

Sotto la direzione di De Zerbi, l’Olympique Marsiglia ha iniziato a mostrare un’idea di gioco che punta a dominare la metà campo avversaria, cercando di muovere il pallone in modo rapido e preciso. La squadra gioca con una grande flessibilità, con un 1-3-4-2-1 che si trasforma in una sorta  1-3-2-5 in fase di possesso che permette ai terzini di salire in ampiezza, mentre, Luis Henrique prima ala sinistra, ora a destra, si accentra per supportare la manovra.

Attualmente, l’Olympique Marsiglia occupa la seconda posizione in Ligue 1, a -10 dal Paris Saint-Germain, ma con una partita da recuperare. Nonostante un cammino altalenante, la squadra di Roberto De Zerbi sembra essere sulla strada giusta. Dopo un avvio promettente, caratterizzato da ottimi risultati, i marsigliesi hanno attraversato un periodo di difficoltà, ma negli ultimi tempi stanno ritrovando la giusta forma. Con un gioco sempre più solido e offensivo, il Marsiglia sembra aver trovato un buon equilibrio e potrebbe essere pronto a lottare per le prime posizioni nella seconda parte della stagione, cercando di ridurre il gap dal PSG.

I principi del gioco di De Zerbi: possesso, coraggio e dinamismo

Il primo principio del calcio di De Zerbi è “avere la palla”. Il possesso non è solo una questione di controllo, ma un mezzo per creare occasioni da gol. Ma il controllo del gioco non finisce qui: è fondamentale anche riconquistare la palla il più velocemente possibile, con i calciatori pronti a fare una corsa rapida e determinata per recuperarla subito. In particolare, il mister stimola i suoi giocatori a essere coraggiosi, a muoversi con velocità e dinamismo per sfruttare la superiorità numerica e cercare la profondità.

Questo concetto si riflette anche nelle posizioni in campo: i calciatori devono essere in grado di occupare spazi in modo flessibile, adattandosi ai momenti della partita e trovando nuove soluzioni. Non esiste un sistema di gioco rigido, ma una continua evoluzione dinamica, dove ogni giocatore deve saper interpretare più ruoli e trovare il proprio spazio anche in situazioni di pressione.

Una filosofia in continua evoluzione

De Zerbi è noto per non rimanere mai fermo nei suoi principi di gioco. Ogni esperienza lo ha visto evolversi, adattando il suo stile alle caratteristiche dei giocatori a disposizione e alle difficoltà incontrate sul campo. L’approccio tattico è sempre centrato sull’idea di possesso palla, ma senza forzature: ogni azione deve essere svolta in sicurezza, evitando il rischio di perdere il pallone in aree pericolose. Ogni palla persa diventa una minaccia, e la sua filosofia predilige il gioco a terra, con l’intento di sfruttare ogni occasione per attaccare in modo verticale, ma sempre mantenendo la sicurezza della squadra.

L’esperienza al Marsiglia è ancora in fase di adattamento, ma rappresenta la perfetta evoluzione della sua carriera: un allenatore che ha sempre puntato sul possesso e sulla costruzione dal basso, ma che ora si trova a confrontarsi con la realtà di un campionato competitivo come la Ligue 1. Se De Zerbi riuscirà a portare il Marsiglia a esprimere la sua visione di gioco con coerenza, potrebbe essere pronto a fare il salto decisivo nella sua carriera, costruendo una squadra che non solo impone il proprio gioco, ma che conquista anche risultati duraturi.

BIO: Federico Locarno, 20 anni, è uno studente di Management dello Sport con una grande passione per il calcio. Scrive articoli circa da due mesi e  si dedica con entusiasmo e curiosità ad esplorare e analizzare il mondo del calcio, sia quello attuale che quello passato. Condividendo quotidianamente i suoi pensieri e approfondimenti sul calcio tramite Instagram e LinkedIn.

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4 risposte

  1. In estate lo avrei voluto al Milan?! SI! Sarebbe stata la scelta giusta?? NO!

    Non ora almeno. A Milanello c’è confusione, e de Zerbi ha bisogno di un ambiente sano dove creare il suo gioco e plasmare la sua squadra con la sua idea di gioco. Perché con lui qualche montagna russa ci può stare e in questo momento il Milan e il tifoso milanista non è in grado di sopportare certe situazioni. E personalmente non vorrei bruciare un tecnico come lui, ma lo vorrei al Milan per aprire un nuovo ciclo vincente.

    Fonseca ho sempre pensato fosse l’allenatore sbagliato nel momento sbagliato, su Conceicao ho delle ottime vibrazioni di positività. Forse un gestore fatto di concretezza e “pugno duro” è ciò che serve ora in questo ambiente un po’ ballerino…

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