RAGAZZI, SI RIPARTE!

Fra sabato e domenica ripartono i campionati giovanili. Il punto su Primavera e Milan Futuro: risultati molto diversi in campo, ma anche tante opportunità di crescita. Qualcuno ha colto l’occasione (Jimenez su tutti), per altri c’è grande attesa: vediamo chi potrebbero essere i prossimi a scalare le gerarchie

“The kids are alright”, cantavano gli Who. E i nostri kids come stanno? In attesa che la stagione di quelle che potremmo definire la seconda e la terza squadra del Milan riparta nel prossimo fine settimana, che cosa ci ha detto questa prima metà? Che cosa abbiamo capito dal punto di vista non solo tecnico, ma del loro ruolo nell’economia complessiva del “sistema Milan” che, per quanto in un momento particolarmente difficile, resta un progetto ambizioso, in particolare nelle sue componenti giovanili? Proviamo a riassumerlo qui.

Primavera, la Banda Bassotti non si arrende

La Primavera del Milan è allenata da quest’anno da Federico Guidi, toscano, con esperienze di calcio giovanile e anche professionistico, arrivato dalla Roma dove aveva fatto molto bene. In questo momento è terza in classifica con 31 punti: davanti a sé ha Roma e Sassuolo, le finaliste dello scorso campionato (Guidi allenava appunto la Roma, che perse dopo una stagione straordinaria); appaiate a 31 punti, ma con peggiore differenza reti, ci sono Fiorentina e Inter. Al Milan di questo girone di andata è mancata un po’ di costanza: è stato in vetta, ha perso partite relativamente facili, ha recuperato nelle ultime giornate. Meno bene è andata in Youth League, dove la Primavera ha racimolato cinque punti in sei partite (una vittoria, due pareggi e tre sconfitte) e non si è qualificata alla fase successiva.

Dal punto di vista del gioco, la squadra si schiera con un portiere che dovrebbe essere Longoni (ma nelle rotazioni abbiamo visto anche Mastrantonio e Raveyre), una difesa a quattro i cui centrali titolari dovrebbero essere Paloschi e Parmiggiani, ma in cui trovano spazio anche Nissen e Dutu (che in teoria è in forza al Milan Futuro), mentre i terzini sono Bakoune a destra e Perera a sinistra, anche se il 2008 Tartaglia aveva destato un’ottima impressione in un paio di partite. Davanti a loro, un centrocampo a due/tre con Sala ed Eletu più bloccati e una mezzala più libera di salire a dialogare con i trequartisti: quest’anno lo ha fatto spesso Comotto ma in un caso anche Liberali. L’attacco a tre vede in genere Filippo Scotti al centro, affiancato da Maximilian Ibrahimovic a sinistra e Bonomi a destra, con tanti giocatori di fantasia come Perrucci e Ossola pronti a subentrare.

In termini di punti, lo abbiamo visto, il bilancio è positivo: lo è un po’ meno in termini di continuità. Ma a questo si lega un altro punto molto importante: come avevamo ipotizzato a inizio stagione, esiste un sistema di vasi comunicanti che lega Primavera, Milan Futuro e prima squadra: basti guardare al talentino Mattia Liberali, ufficialmente in forza alla formazione di Serie C, ma spesso convocato in Primavera (specie in Youth League, ma non solo) e capace di partire da titolare in serie A. I motivi che sembrano guidare questo sistema di “scale mobili” sono due: da un lato la scelta, dichiarata fin dal principio, di andare incontro alle necessità della prima squadra; dall’altro – mi pare – la necessità dove possibile di garantire a tutti i ragazzi (specie quelli di maggior prospettiva) un minutaggio adeguato. È per questo che parlare di formazioni-tipo e di titolari non è sempre possibile. Ed è per questo, forse, che un po’ di discontinuità va messa in conto.

Il problema irrisolto della Primavera resta quello della prima punta, come ho scritto tante volte. Al centro dell’attacco gioca di norma Scotti, un giocatore che per capacità di corsa con il pallone, di dribbling e di tiro a tratti sembra fuori categoria, ma non una punta centrale per centimetri, per movenze, per zone di campo coperte. Scotti, l’ho già scritto, a me pare una specie di Pulisic, in grado di giocare in tutti i ruoli della trequarti e di essere pericoloso nelle transizioni veloci. Continuo a pensare che con una prima punta davanti questa squadra sarebbe molto più efficace: speriamo che il mercato di gennaio porti un po’ di peso in attacco. Fra gli altri, continuo a puntare su Victor Eletu, un regista piccolo di statura ma molto grintoso, dotato di un bel piede sinistro capace sia di lanciare che di tirare: se vogliamo fare un paragone, un Bennacer. Essendo del 2005 Victor non ha più scuse: questo deve essere l’anno della sua consacrazione e forse qualche chiamata in Serie C ad assaggiare tacchetti più affilati potrebbe fargli bene. C’è grande attesa anche su Comotto (2008), un ragazzo a cui non manca la tecnica ma neppure un po’ di sana incoscienza nel provare la giocata

L’obiettivo della Primavera, lo sappiamo bene, è quello di rimanere nella parte alta della classifica, di giocare i play-off, di far crescere i ragazzi che ora hanno, come detto, un’occasione in più per mettersi in mostra prima di confrontarsi con la serie A.

Milan Futuro: quando il talento non basta

Il Milan Futuro, cioè la squadra Under 23 che da quest’anno milita in Serie C, è un tassello importante del progetto milanista. Se da un lato la classifica piange, i risultati di quel processo di osmosi fra le squadre sta già dando i suoi frutti. Tanto è vero che alla prima domanda sul mercato Sergio Conceiçao ha risposto saggiamente di voler prima conoscere la squadra, incluso il Milan Futuro. Ha ragione.

In questo momento la nostra Under 23 è terzultima con 16 punti: se la stagione regolare finisse oggi, giocherebbe i playout per non retrocedere. La speranza è che le fatiche nel girone di andata siano state il prezzo da pagare per prendere le misure alla nuova categoria: una categoria nella quale raramente abbiamo visto i nostri ragazzi surclassati sul piano della tecnica, ma dove invece energia, fisicità, “cattiveria” (agonistica), astuzia hanno sempre fatto la differenza. Se, come speriamo, Bonera e i suoi giocatori hanno capito le regole del gioco, nel girone di ritorno potrebbe arrivare qualche punto in più.

La squadra gioca con uno fra Nava e Raveyre (ma abbiamo visto anche Torriani, terzo portiere della prima squadra) in porta. La difesa, partita a quattro come da storica tradizione rossonera, è diventata a tre nelle ultime partite, con Minotti che in genere gioca fra Coubis a destra e Zukic a sinistra. Il centrocampo è così passato da due a quattro: al centro giocano in genere Sandri, Hodzic (che era partito molto bene ed è poi sparito), Stalmach, recentemente promosso dalla Primavera, Malaspina, un incontrista grintoso dalle movenze gattusiane, e Zeroli, capitano, che in Primavera giocava da trequartista centrale (alla Loftus dello scorso anno, diciamo) e che ora sta provando a trasformarsi in centrocampista puro, portando al ruolo la sua grande fisicità. Sugli esterni giocano a tutta fascia Jimenez a destra (lo rivedremo mai? La sensazione è che il suo posto sia in prima squadra, dove gioca in più ruoli e non ha ancora debuttato nel suo, terzino destro) e Bartesaghi a sinistra. Se Jimenez rimarrà agli ordini di Conceiçao, a destra vedremo uno fra Magni e D’Alessio (ottimi entrambi), mentre a sinistra c’è Bozzolan. Col nuovo modulo, una maglia da esterno d’attacco dovrebbe essere riservata a Chaka Traore, che ha levato parecchi fronzoli dal suo gioco e che pare pronto per il calcio vero; a destra possono giocare il lungo Fall, Omoregbe, Diego Sia, in attesa di capire come sta Hugo Cuenca, esterno di piede sinistro di grandissimo talento, fuori per infortunio, e cosa farà Mattia Liberali, che in questo modulo potrebbe fare la mezza punta di destra. Le punte, a differenza di quanto avviene in Under 20, non sembrano essere un problema: se anche Francesco Camarda dovesse rimanere a Milanello, restano il fuoriquota Samuele Longo, Nicolò Turco e – notizia di questi giorni – il nuovo acquisto Andrea Magrassi, anch’egli ampiamente fuoriquota (è del 1993), che proviene dal Cittadella e porta in dote il suo metro e novantadue. C’è poi il giocatore forse più maturo di tutta la rosa, se non altro fisicamente: è l’olandese Silvano Vos, che un girone fa, alla prima partita in casa contro il Carpi incantò non solo il pubblico ma anche gli addetti ai lavori. Di Vos, a lungo fuori per infortunio, non si è ancora capito il ruolo preciso: all’esordio sembrava un mediano alla Fofana (un tipo di giocatore la cui ricerca, come abbiamo visto, può durare anni), ma capace di sganciarsi; poi, al rientro, Daniele Bonera lo ha schierato più largo, prima come trequartista esterno e poi come una delle due mezzepunte, ma con minore successo (non ha quel tipo di passo). La sensazione, con tutto il rispetto, è che questo colosso olandese di 1,89 trovi la sua collocazione migliore in un centrocampo a due o a tre, o magari – all’occorrenza, come trequartista atipico nello stile del Kessie dello scudetto; e che su di lui si debba lavorare per inquadrarlo tatticamente, poiché già possiede un ottimo bagaglio fisico, tecnico e caratteriale. Speriamo che il nostro nuovo mister lo osservi bene.

Un sistema che sta funzionando

In conclusione, anche se i risultati della Primavera sono buoni e quelli del Milan Futuro non lo sono, ci pare di poter dire che la “macchina” sta girando: qualche giocatore è arrivato in prima squadra; qualcuno ci potrebbe arrivare, non nel senso della mera convocazione, ma di un impiego regolare: Jimenez, Camarda (se il Milan non comprerà una punta, come si dice), Zeroli, Vos, Traorè, sono secondo me i più vicini. Su Liberali – talento assoluto – pesa un fisico molto leggero, col quale dovrà sempre fare i conti. Lo stesso ragionamento vale per i giocatori della Primavera, per i quali può aprirsi l’opportunità Serie C: Stalmach ci è arrivato, Scotti ha dimostrato di meritarlo, Eletu, come ho detto, è un 2005 e va provato.

È tutto perfetto? No, naturalmente. Il club ha dimostrato di avere molta strada da fare sul piano dell’organizzazione e della comunicazione. Ma Fonseca ha avuto coraggio ed è stato premiato dai risultati (quando ha giocato titolare, Jimenez è stato il migliore in campo). Ora tocca al suo successore: il materiale umano c’è, e la tradizione in questo senso è positiva. Grazie, in buona parte, al padrone di casa di questo blog, che ha lasciato tracce virtuose in mezza serie A.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

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