Il primo gol della stagione lo segna sempre lui. È ormai una piacevole abitudine.
È vero, si tratta pur sempre di un gol in amichevole, ma il suo marchio è sempre di buon auspicio.
Quasi sempre.
Ha segnato il 29 luglio 1990 al Monza, al Varese il 27 luglio 1991 e ancora un anno dopo allo stesso avversario, poi ha aperto le danze nella partita di famiglia del 24 luglio 1993 e nella sfida del 28 luglio 1995 contro l’Alessandria.
Ad eccezione della stagione 1990/1991, la sua rete significa scudetto.
Lo chiamano Peter Pan, probabilmente per quella faccia da fanciullino, da eterno bambino, ma anche da rubacuori.
Esordisce in Serie A nella stagione 1988/1989 con il Como, con il quale timbra il suo primo gol alla decima giornata. Inarrestabile la sua prova, oltre alla rete, procura anche l’autogol di Gabriele Pin. I lariani battono la Fiorentina per 3 a 2.
Sacchi lo vuole portare a Milano e nella stagione successiva è tra le file rossonere. Il primo anno gioca 32 partite e segna tre reti.
Una vale più di tutte.
È mercoledì 21 marzo 1990 e a San Siro il Malines vuole giocare un brutto scherzo a Baresi e compagni. Nella partita di andata il Milan ha sofferto molto e i belgi hanno pure colpito un palo. È una di quelle serate che entra di diritto nella mitologia dell’epopea sacchiana. I belgi del grande Preud’homme, di Bosman (non quello della sentenza) e di Wilmots tengono e lo 0 a 0 costringe le squadre ai supplementari. Il Milan in dieci (espulso Donadoni per fallo di reazione) trovano il meritato vantaggio con Marco van Basten sul guizzo di Tassotti. L’altro Marco, Peter Pan, subentrato al 24’ al posto di Ancelotti, firma il 2 a 0. La rete suggella la buona prestazione di Simone che si rende protagonista anche di alcuni disimpegni importanti.
Nella stagione successiva gioca meno ma segna di più, sei gol. Giusto segnalare il gol alla Juventus, una delle sue vittime predilette, che apre le marcature al 3’ nel 3 a 0 finale. Marco si propone come uno degli attaccanti emergenti più importanti del calcio italiano e nella stagione del primo anno di Capello, coincisa con la vittoria del 12°scudetto, segna cinque volte in campionato. Bello il destro al volo contro il Bari (2 a 0) e il tiro al volo da fuori all’Olimpico contro la Roma su assist di van Basten (1 a 1). Marco vorrebbe giocare di più e sa che tante squadre lo vorrebbero, come Napoli, Parma e Genoa, ma il suo sogno è quello di segnare nella finale di Coppa dei Campioni, magari della stagione successiva. Intanto vince il suo primo scudetto, che si aggiunge ai trionfi europei, e che bissa proprio nella stagione successiva con gol i suoi che sono davvero pesanti, come quello che segna al Delle Alpi il 29 novembre 1992 contro la Juventus. In Champions League segna tre gol ma non riesce ad esaudire il suo desiderio di giocare e decidere la finale di Monaco di Baviera, persa contro il Marsiglia.
Un gol in una finale lo segna, però, ed è quello nella Supercoppa Italiana contro un Torino mai domo, giocata negli Stati Uniti, a Washington.
Singolare che la stagione più prolifica per Peter Pan non coincida con la vittoria dello scudetto, ma effettivamente è anche vero che non aveva segnato nella prima amichevole della stagione.
La cabala alle volte conta.
Il Milan arriva quarto al termine di un’annata interlocutoria e sfortunata, passata agli archivi come quella dei legni, ma Simone realizza 21 reti e gioca da titolare la finalissima di Champions League persa contro l’Ajax. Indimenticabile la notte di Champions contro il Benfica: realizza la doppietta che rompe il muro dei lusitani. «Lo sapevo che sarebbe stata una notte da leone» dice a fine partita e il Corriere dello Sport intitola il giorno dopo VIVA SAN SIMONE, una sorta di acclamazione popolare.
Nella stagione 1995/1996 arrivano Roberto Baggio e George Weah, una coppia che fa sognare i tifosi rossoneri. Per Marco è una stagione contraddittoria, nella quale gioca a corrente alternata. Tuttavia le incomprensioni tra Capello e il Divin Codino andranno a vantaggio di Simone che spesso sarà la spalla ideale per Weah. I due attaccanti annichiliscono la Juventus nella sesta giornata di andata. Simone segna su punizione al 7’ e Weah raddoppia sette minuti dopo su assist di Peter Pan. Entra nel tabellino dei marcatori di Milan- Fiorentina 3 a 1 che sancisce la vittoria del 15° scudetto, l’ultimo di Fabio Capello.
L’ultima stagione in rossonero di Simone è quella disastrosa dell’undicesimo posto, dell’esonero di Tabarez e del ritorno di Arrigo Sacchi sulla panchina rossonera. Tra le serate più belle sicuramente di quella maledetta annata, ma probabilmente della sua carriera, va ricordata la partita contro il Rosenborg vinta dal Diavolo per 4 a 1, grazie alla sua tripletta. L’ultimo gol in rossonero di quella stagione e ultimo in Serie A è ancora alla Juventus, ma questa volta ininfluente ai fini del risultato. I bianconeri infatti passeggiano sulle rovine di un Milan a pezzi, che perde 1 a 6. Una sconfitta storica, la fine di un’era.
Il gol al volo da fuori area di Simone resta l’unica nota positiva di quella serata.
La sua carriera prosegue in Francia, prima al PSG, poi al Monaco. Con i parigini vince una Coppa di Francia nel 1998, mentre nel Principato conquista la Ligue 1 giocando in coppia con David Trezeguet e segnando ben 21 gol. A questi due successi vanno menzionati un’altra Coppa di Francia (Monaco 2003) e 2 Supercoppe di Francia(Paris St. Germain 1998; Monaco 2003).
Ma c’è ancora tempo per tornare a giocare al Milan che nella stagione 2001/2002 ha problemi di uomini in attacco. Così, Simone gioca 15 partite e segna il suo ultimo gol rossonero contro la Lazio in Coppa Italia.
A fine stagione rientra in Francia al Monaco e poi al Nizza.
Chiude la sua carriera nel Legnano.
Solo quattro le sue presenze in Nazionale dove non riesce a trovare grande spazio, nonostante il suo grandissimo talento. Ha esordito il 19 dicembre 1992 in Malta-Italia 1-2 entrando al 59’ al posto di Donadoni, mentre l’ultima presenza risale al 6 novembre 1996 in Bosnia-Erzegovina – Italia 2-1, sempre da subentrato al posto di Chiesa. Quattro in totale le presenze con l’Italia.
Con i colori rossoneri ha giocato 260 partite ufficiali e segnato 75 reti. Oltre ai successi francesi menzionati precedentemente, ha vinto con il Milan quattro scudetti, tre Supercoppe italiane, 2 Champions League, 3 Supercoppe europee e 2 Coppe Intercontinentali.
BIO: VINCENZO PASTORE
Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.
Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.
Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”
Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.
Una risposta
Bellissimo articolo Vincenzo!
Marco Simone è stato un attaccante importante pur non godendo della stima dei grandi bomber. Buona giornata.
Massimo 48