Nel mio oltre mezzo secolo di passione per il calcio d’Oltremanica mi e’ capitato di vedere molte partite, di leggere moltissimo sul decennio 70/80 riguardo squadre fantastiche con giocatori meravigliosi, squadre che in quel periodo fecero incetta di coppe internazionali ed i cui protagonisti segnarono indelebilmente la storia del calcio britannico ed europeo del tempo: Liverpool, Nottingham Forest , Leeds United, Derby County, Aston Villa , Ipswich Town, Everton e Tottenham Hotspur. Ma ce ne fu una che mi è rimasta particolarmente nel cuore, una squadra che non vinse alcun titolo importante, ma giocò un calcio tra i più spettacolari dell’epoca con interpreti che furono un connubio di estro e sregolatezza:
il Queens Park Rangers, meglio noto come…QPR.
La storia del Queens Park Rangers (scritto senza genitivo sassone) iniziò nel 1882 in una zona residenziale nella zona ovest di Londra con la fusione di due squadre di club giovanili religiose locali, il St. Jude’s Institute e il Christchurch Rangers, diventando definitivamente Queens Park Rangers solo nel 1886. Il motivo molto semplice per cui vennero chiamati con quel nome fu perchè la maggior parte dei giocatori della squadra provenivano dal distretto di Queens Park. Il QPR conservò’ lo status di club dilettantistico per alcuni anni, convertendosi al professionismo solo nel 1899. La squadra che al tempo navigava in acque finanziarie tutt’altro che tranquille fu costretta a cambiare spesso campo da gioco, le sue peregrinazioni alla ricerca di una sede definitiva terminarono nel 1917 quando la squadra approdò un poco più a Sud, nella zona di Shepherd’s Bush, precisamente nello stadio di Loftus Road, con una piccola parentesi non fortunata di qualche anno intorno agli anni 30 al White City Stadium. Il terreno di Loftus Road che e’ l’attuale casa del QPR è famoso per essere stato in erba sintetica dal 1981 al 1988 .
Altra cosa che mi ha sempre affascinato di questo club è la sua maglia, una delle più belle in assoluto di tutto il calcio mondiale, nata agli inizi con strisce orizzontali biancoverdi, fu cambiata nel 1927, perchè la dirigenza ed i tifosi pensavano che il colore verde portasse sfortuna. Fu quindi adottato il meraviglioso bianco blu da cui prendono il soprannome i suoi giocatori: Hoops (cerchi). Altra caratteristica di grande eleganza è costituita dai numeri rossi che compaiono sulle maglie, segno distintivo di un club elitario così come è da sempre considerato. Le piu grosse rivalità sono con i vicini, Fulham e Chelsea.
L’epopea del Qpr ha inizio nel 1967 ed esattamente il giorno della finale di Coppa di Lega, quando la squadra allora in terza divisione battè in rimonta il West Bromwich da 0-2 a 3-2 aggiudicandosi l’unico trofeo della sua bacheca, stupendo l’intera opinione pubblica. Tra le sua file quel giorno c’era colui che fu il capostipite dei tanti giocatori talentuosi che approdarono negli Hoops, i celeberrimi Mavericks (come venivano chiamati nel Regno Unito quei calciatori estrosi, imprevedibili e con una bella dose di sregolatezza). Il suo nome era Rodney Marsh che proprio in quella finale andò a segno. Numero 10 meraviglioso dal tocco felpato i movimenti eleganti, segnò caterve di reti per il QPR trascinandolo in seconda Divisione prima di trasferirsi al Manchester City nel 1972. Con la sua partenza, quella maglia pesantissima, la numero 10, cui nessuno osava avvicinarsi, doveva essere assegnata…presto fatto.
Londra e l’Inghilterra in quel periodo, gli inizi degli anni 70, era il centro del mondo, musica, mode, tendenze, tutto proveniva da lì, pure i calciatori più glamour, Best, Law, Moore, vere star dei tabloid. Tra questi ce ne era un altro ed il suo nome, per il club e per il calcio inglese genera ancora oggi un brivido forte: Stan “The Man” Bowles. Giocatore sublime, classe infinita, matto come un cavallo ( e non e’ un caso, perche’ le scommesse ippiche lo rovinarono) si prese quella maglia pronunciando queste parole “Marsh chi??? Vengo dal nord…mai sentito nominare!!!”.
Stan incantò Loftus Road con le sue giocate illegali diventando immediatamente la star assoluta della squadra…. di contro c’era il suo carattere bizzarro che fu il suo limite..un episodio su tutti per capirne la grandezza e la “pazzia”. Roker Park stadio del Sunderland, qua la storia si mescola alla leggenda, come accade solo ai miti. Il Sunderland ospitava il QPR pochi giorni dopo aver trionfato in FA Cup; la coppa era lì, in bella mostra in mezzo al capo da gioco, con 43mila tifosi festanti prima della partita…nel riscaldamento Bowles (pare per una scommessa di 100 sterline con i compagni di squadra) da circa trenta metri decise di colpirla con un preciso colpo liftato facendola rotolare in campo..potete immaginare quello che successe… cosa che incendio’ ulteriormente il match furono dopo i due goal che Stan “The Man” rifilo’ ai rivali inferociti ed ai loro tifosi che invasero il terreno causando la sospensione della partita.
Alcuni giorni fa ho avuto la fortuna ed il piacere di avere un bellissimo racconto in esclusiva da parte di un grande calciatore che in quella squadra ci gioco’ per tre stagioni Terry Mancini difensore centrale del QPR.
TERRY MANCINI E, DI SEGUITO, PARTE DELLA CORRISPONDENZA CON L’AUTORE
“La squadra del QPR in cui ho giocato, nella stagione 1972/73, è stata la migliore squadra in cui abbia mai giocato. Siamo arrivati secondi dietro al Burnley FC, abbiamo perso il primo posto per 1 punto ma siamo stati promossi nella allora 1st Division. Che era il nostro obiettivo.
Quella squadra era composta da: Phil Parkes, Dave Clement, Ian Gillard, Terry Mancini, Frank McLintock, Gerry Francis, Micky Leach, Terry Venables, Dave Thomas, Stan Bowles, Don Givens.
All’epoca, la squadra aveva tra le sue fila i calciatori più creativi che avessi mai visto…e fu un privilegio giocarci insieme.
Eravamo pieni di qualità dall’inizio alla fine… anche se ammetto che io ero un diamante grezzo in un set di gioielli della corona, ma era ovviamente una combinazione che funzionava, sia per me che per loro.
Il capitano era Terry Venables (che guidera’ anche l’Inghilterra da allenatore) ed era brillante in tutto ciò che faceva. La sua qualità come giocatore, capitano della squadra, motivatore, persona, si è dimostrata più avanti nella sua carriera quando ha continuato ad avere così tanto successo in tutto ciò che ha realizzato. Parkes era uno dei 4 migliori portieri della 1a Divisione a quel tempo: Clemence, Jennings, Shilton erano gli altri. McLintock è stato il miglior difensore con cui abbia mai giocato, mi ha insegnato più alla fine della mia carriera al QPR di quanto chiunque altro si fosse avvicinato abbastanza nelle 12 stagioni precedenti. I 2 terzini, Clement e Gillard erano eccezionali, entrambi con qualità diverse, Clements era veloce ed amava andare avanti e creare occasioni e per numero di assist oggi sarebbe stato lì con i migliori. Gillard era l’opposto, un difensore solido, affidabile e duro come l’acciaio. Il nostro centrocampo, lo saprai tu stesso, Gerry Francis, Venables, Leach erano così talentuosi e si completavano a vicenda, era un incubo per l’avversario cercare di controllarli. I nostri tre attaccanti, con Dave Thomas all’ala, veloci e coraggiosi, erano un incubo per i terzini destri avversari, Don Givens era un fenomeno un goleador e Stan Bowles tra i primi 5 giocatori migliori della sua epoca con cui abbia mai giocato e visto. Spero Stefano, tu possa aggiungere i tuoi pensieri e le tue conoscenze al mio gergo e trasformarlo in una storia vera e propria…… La squadra migliore in cui ho giocato:….QPR”.
Il picco di questa storia meravigliosa e drammatica sara’ la stagione 75/76, quando Il QPR in lotta tutta la stagione per il titolo con il Liverpool rimase per dieci giorni campione virtuale d’Inghilterra, i dieci giorni più lunghi nella storia di questa tranquilla zona di Londra. Dieci giorni e 77 minuti, per esattezza .
4 Maggio del 1976 i giocatori del QPR furono invitati dalla BBC nei loro studi per seguire la partita del Liverpool (dietro di un punto) col Wolverhampton (che lottava per non retrocedere) nel primo tempo, tra lo stupore di tutti, i Wolves passarono in vantaggio: il sogno si stava incredibilmente materializzando. Ma prima ancora che tutta Shepsherd’s Bush potesse essere trasformata in una grande esplosione di gioia del popolo Hoops…una gioia attesa da anni, arrivò la notizia che cambiò la storia…il Birmingham City (con cui i Wolves lottavano) era matematicamente salvo: il Molineux si ammutolì, ed il morale dei giocatori del Wolverhampton scese sottoterra…significava per loro retrocessione certa e quindi mollarono mentalmente…il Liverpool, negli ultimi 20 minuti sentÌ immediatamente, come uno squalo, l’odore del sangue e segnò tre volte: Kevin Keegan e Jan Toshack ribaltarono il risultato e a spegnere definitivamente le speranze ci pensò Ray Kennedy firmando il 3-1 Reds. Liverpool campione d’Inghilterra.
Un mare di lacrime inondò tutto il West London. Quel titolo rappresentò lo sliding doors dei due club, i Reds partiranno per la conquista dell’Europa l’anno successivo, per il QPR fu la fine di un decennio irripetibile. Le parole del grande capitano Gerry Francis, con cui Bowles ebbe un feeling telepatico in campo, sono quelle che più di tutto inquadrano quello che il QPR fu in quel drammatico epilogo di campionato 75/76. ”Eravamo la squadra di cui tutta l’intera nazione si innamorò quell’anno”.
Anch’io qua, dall’Italia, sono stato tra questi innamorati (malgrado sia tifoso Red), e la loro maglia così bella e piena di fascino è gelosamente custodita nel mio armadio.
BIO: Stefano Salerno nato a Livorno classe 1963, vivo a Firenze dal 1997 lavoro nel campo delle Telecomunicazioni, sono milanista dalla nascita appassionato di calcio inglese dai primissimi anni 70 e sostenitore della squadra dei 3 Leoni .
4 risposte
Bellissima testimonianza di vera, sanguigna storia di calcio Stefano! Lodevole la certosina ricerca di informazioni e testimonianze per comporre un articolo dal sapore retro’!
Massimo 48
grazie Massimo, mi ha aiutato molto Terry Mancini, che ci ha giocato, con il suo racconto, la disponibilità dei calciatori inglesi a raccontarsi e’ veramente bella
Bellissimo e appassionato racconto, se non sbaglio si narra che tra le fila dei tifosi del QPR ci siano state anche numerosi rappresentanti delle guardie della Regina d’Inghilterra già dai tempi del primo dopoguerra. Inoltre, essendo stato personalmente a vedere qualche partita degli hoops posso dire che il chelsea è sicuramente il rivale più grande, tanti sono i cori conto di loro, seguito da fulham e brandford. Came on you R’s
E’ vero proprio come hai raccontato tu sul tifo delle guardie reali… grazie di cuore per l’ apprezzamento 🙏