OLTRE OCEANO – IL SISTEMA CALCISTICO DEGLI STATI UNITI: DAL SETTORE GIOVANILE ALLA MLS

Il calcio in America non nasce dentro gli oratori, e nemmeno nei cortili di paese. Per entrambi bambini e bambine, i primi contatti con la palla avvengono sul sintetico, in centri sportivi di ultima generazione, oppure su prati di bermuda perfetti dove non ci si sbucciano le ginocchia. E qui cercheremo di fare un passo indietro per capire, con più dettaglio, come sia organizzata l’attività calcistica negli Stati Uniti.

In questa analisi, preciso che i temi discussi sono riferiti a tendenze generali. Parliamo di una nazione continentale, con contesti che, tutto sommato, possono variare. Il racconto del sottoscritto si riferisce maggiormente alla costa dell’est, più precisamente Washington DC. Qui vivo, lavoro ed interagisco con il mondo del calcio da un po’ di tempo. I racconti, le descrizioni e gli argomenti si basano su eventi vissuti in panchina (e non).

L’organigramma calcistico nazionale americano, a livello giovanile, si regge su due pilastri principali: le associazioni sportive (scuola calcio) e le scuole (elementari, medie, superiori). Sì, avete capito bene, il calcio qui si pratica nelle scuole.

I primi calci al pallone, infatti, possono avvenire sia all’interno di una scuola calcio tradizionale, sia nelle ore post-lezioni, quando negli istituti statali e privati allestiscono vere e proprie squadre. Guai a pensare che il ‘soccer’, nelle scuole, sia solo uno svago ludico. A partire dalle medie, fino alle superiori, alcune strutture, selezionando i propri studenti, riescono ad allestire delle squadre altamente competitive. Esiste così il campionato delle scuole medie, con categoria unica dalla prima alla terza (media), e il campionato delle scuole superiori, anche quello con una fascia unica, includendo gli alunni del primo anno con quelli prossimi al diploma.

Nelle tre settimane che precedono l’inizio del calendario scolastico, avvengono le selezioni. Gli studenti interessati possono partecipare, e lo staff di allenatori compone il roster facendo a volte decine, se non centinaia, di tagli. L’istituto ha il campo, ingaggia gli allenatori e stabilisce gli orari di allenamento dopo le classi. Nel campionato, si sfidano scuole di altri quartieri, città o province. Le fasi finali del campionato delle superiori, quando si inizia a competere per il titolo di campione dello stato (Maryland, Virginia, ecc.), vedono il livello alzarsi. A queste gare è comune trovare scout in cerca di talenti pronti al professionismo. Quindi, la partecipazione allo sport avviene in maniera duale. Si può giocare con la squadra della scuola, con la squadra di club, o con entrambe.

Il modello di calcio nelle scuole è una tradizione statunitense. L’avvento, relativamente moderno, delle scuole calcio e dei settori giovanili cambia gli scenari. E qui iniziano i conflitti.

L’ampliamento commerciale della MLS (Major League Soccer) ha portato con sé molti soldi nel movimento calcistico. Negli anni, le squadre professionistiche hanno allestito settori giovanili con strutture di ultima generazione, chiedendo aiuto a professionisti europei e sudamericani.

STRUTTURE DEL SETTORE GIOVANILE DELL’ FC DALLAS (MLS)

Queste opportunità attraggono molti giovani di prospetto, che spesso, quando vengono selezionati, smettono subito di giocare per le loro scuole. Molti settori giovanili competitivi, recentemente, hanno incluso delle regole che vietano ai propri tesserati la partecipazione ai campionati scolastici. Il nuovo che si oppone al vecchio. Un modello organizzativo più simile al nostro, che cerca di sopraffare una tradizione che non molla la presa. Il conflitto c’è, i talenti restano a volte un po’ nel mezzo, e l’amministrazione politica cerca di trovare dei compromessi. Tutto è ancora in fase di sviluppo.

I settori giovanili delle squadre di MLS danno la possibilità di arrivare nel professionismo. Ma non dobbiamo dimenticarci del campionato universitario. Anche qui parliamo di tradizione. Le università negli Stati Uniti hanno tutte un programma sportivo. L’istituzione dedica milioni di dollari allo sviluppo di una squadra che compete con altre università (non solo nel calcio, ma in varie discipline). Qui troviamo una categoria U23, con un livello di semi-professionismo, che può paragonare le sue squadre di punta a una alta classifica di Serie D. Questo campionato non offre un grande trampolino di lancio. Solo 87 giocatori universitari sono stati ingaggiati nella MLS nel SuperDraft del 2024.

L’appeal deriva anche dalle grosse opportunità di borse di studio. Non potendo pagare uno stipendio (non per mancanza di soldi, ma per regole), le università attirano atleti offrendo loro borse di studio, partendo da un valore di $1.000/anno fino ad arrivare a $80.000 nelle università più costose. Ci sono quindi atleti che riescono a prendersi una laurea, completando un percorso da calciatori. Il campionato universitario, nell’ultimo decennio, ha attratto molti giovani calciatori dall’estero. Alcuni roster arrivano ad avere anche il 50% di tesserati stranieri. Fa strano pensare, a noi italiani, di fare zapping in TV e ritrovarci sullo schermo un possesso palla di Yale University di fronte all’area di rigore, difesa da Harvard.

In una nazione con più di 334 milioni di abitanti, con una geografia più estesa dell’Europa, si presentano molte difficoltà pratiche nella creazione delle squadre nazionali giovanili. La selezione, infatti, viene affrontata a strati. Per prima cosa, tutti i 50 stati effettuano un processo di scrematura primario, con le federazioni locali. Qui si crea la ‘state pool’, circa 50 ragazzi per categoria, selezionati, seguiti e identificati come talenti. Ogni anno ci sono manifestazioni nazionali dove le squadre di ogni stato si affrontano. Per esempio, la selezione del Connecticut gioca contro quella della Pennsylvania.

La Federazione ha diviso il paese in 4 sezioni: East, Midwest, South, West. In ciascuna di queste quattro aree, ci si sfida e si portano i giovani delle ‘state pools’ in gare dove i selezionatori delle nazionali giovanili sono presenti. Da qui, poi, ci sono quattro raduni per zona. Insomma, il processo è lungo, le distanze infinite, e i prospetti possono facilmente sfuggire fra le maglie del sistema. Immaginiamoci (sono storie vere) un ragazzo di 15 anni che viene convocato per un raduno della nazionale U17. Prima di allacciarsi le scarpe e giocarsi la possibilità di rappresentare il suo paese, deve affrontare un volo di 6 ore, assorbendo, in molti casi, il costo economico.

Insomma, il movimento calcistico negli Stati Uniti è in piena evoluzione. Sta crescendo, indubbiamente, ma fa anche fatica ad oliare gli ingranaggi di una macchina voluminosissima. Tra tradizione scolastica e nuove strutture, c’è chi cerca di migliorare questo sport, e l’evoluzione dello stesso, in molti angoli d’America. E come spesso ci ricordiamo, nella complessità di un sistema, non si semplifica per risolvere, ma questa stessa complessità si impara a vivere.

BIO: Emanuele Cocuzza

Nato a Firenze e con origini romane, Emanuele è cresciuto a stretto contatto con il calcio, giocando nei cortili di paese, nei campetti dell’oratorio e rincorrendo il pallone per lunghe ore in spiaggia, durante l’estate. Nonostante gli studi universitari in Relazioni Internazionali, la sua passione per il calcio lo ha spinto ad esplorare il mondo dello sport a livello professionistico.

Attualmente, Emanuele ricopre il ruolo di Assistente Responsabile dello Staff Tecnico della Juventus Academy a Washington DC, dove lavora con squadre del settore giovanile e forma gruppi di allenatori. Parallelamente, è Selezionatore ed Allenatore per il programma olimpico e le selezioni regionali del Maryland, contribuendo alla crescita di atleti a livello nazionale e internazionale.

La sua esperienza si estende anche al campionato universitario statunitense, dove ha lavorato come Assistente e Analista Tattico. Inoltre, Emanuele ha collaborato con una squadra della USL Championship, la seconda divisione (Serie B) del calcio statunitense, dove ha potuto osservare e comprendere le dinamiche di un calcio più competitivo a livello professionistico.

Una risposta

  1. ….ho mio Nipote Francesco che frequenta l’Academy University di BRIDGHTON da luglio del 2024… io personalmente ho fatto il Mister per 60 anni “curando l’avvenire” dei Giovani….e educandoli🫂✍️spero di vedere FRANCY che realizza il Suo “sogno!” nato il 20/10/2004…🇮🇹/🇨🇭

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