I MAGNIFICI DEL RIVE-CALCIO: DAI PALLEGGI IN RISAIA ALLA SERIE A

Una ricerca durata 9 anni. Appunti raccolti durante il periodo trascorso come collaboratrice di una testata vercellese -“La Sesia”- occupandomi del mio paese natale, Rive Vercellese, centro avvolto dalle risaie ai piedi delle colline del Monferrato. Ho sempre parlato con gli anziani del luogo. Li ritengo preziosi portatori di un sapere passato che va scoperto, analizzato, valorizzato. Proprio qui durante una chiacchierata al bar scopro che sono originari di Rive due calciatori del Casale, ai tempi della serie A: Mario Celoria e Eugenio Calleri. Il primo classe 1911, figlio di un fabbro si è avvicinato al calcio giovanissimo, affermandosi miglior calciatore nero stellato dal 1930 al 1934.

ERICA ROVEGLIA CON CESARE PRANDELLI

Nel 1937 la sua bravura viene notata tanto da meritarsi una convocazione in nazionale al fianco di Silvio Piola cui dovrà rinunciare a causa della lesione del menisco. Ma il treno della fortuna nella sua vita passa due volte: nel 1937 proprio mentre è impegnato con i grigi dell’Alessandria, allora in B, viene notato dai Viola della Fiorentina e qui ha inizio la sua escalation che il 16.06.1940, nel match contro il Genoa, gli fa segnare il goal che regala ai ragazzi dell’allenatore Galli la prima Coppa Italia. Grazie ai miei contatti col Museo della Fiorentina, di cui è Presidente David Bini, scopro che Celoria ha condiviso i ritiri pre partita con Romeo Menti, poi deceduto prematuramente nella tragedia di Superga e identificato grazie alla medaglietta del giglio che portava al bavero.

Eugenio Calleri, invece, classe 1919 da Ozzano Monferrato si è portato a Rive dove conosce Pierina Degrandi che poi diventerà sua moglie. Si avvia al calcio proprio nel Casale che dal ’34 al ’38 è in serie B e qui condivide il campo con Luigi Barbanino, per molti “al Barnabin” che poi ritroverà anni più tardi nella Torrese. Calleri durante la guerra diventa amico di Valentino Mazzola, che si trova sfollato con moglie e figli a Borgo San Martino. Qui i due danno vita a tornei degni della serie A, richiamando in campo i migliori giocatori del tempo: Ercole Rabitti, Carlo Parola, Gadario, Riccardo Carapellese. I match si tengono a Bozzole proprio mentre la contraerea americana invade i cieli.

Il libro poi zoomma sui tornei estivi che sui campi di Pezzana attiravano giocatori e migliaia di spettatori. Nel mio consultare i testimoni di quelle imprese, ho appreso che è di Rive colui che per 5 anni fece da autista al Divin Codino Roberto Baggio, ai tempi della permanenza coi bianconeri. Giovanni Argentero, l’autista, mi ha aperto l’album di famiglia ricco di foto in cui è ritratto lui, Baggio, i figli e la moglie Andreina mentre festeggiano la vittoria del pallone d’oro.

Edito da Effedi Edizione, vuole essere un omaggio al calcio locale che nella sua modestia cela imprese gloriose. Si trova on line e nelle librerie.

BIO: ERICA ROVEGLIA

39 anni, originaria di Rive Vercellese, è laureata in “Scienze della Comunicazione”; nel 2011 ha conseguito una specializzazione in “Comunicazione Multimediale e di Massa” presso l’Università degli Studi di Torino. Giornalista pubblicista dal 2011 fino al 2023, ha avuto la sua prima esperienza giornalistica nella redazione di “Corona Star’s” di Fabrizio Corona. Successivamente ha collaborato col bisettimanale “La Sesia” e, parallelamente, con l’“Università Popolare” di Vercelli dove ha supportato la Presidente Paola Bernascone Cappi in qualità di Responsabile della Comunicazione e direttrice del giornale “Unipop News”. Nel biennio 2016-17 ha collaborato col sindaco di Livorno Ferraris, Stefano Corgnati, nel debutto di un bimensile di informazione: “News Li.Fe.” L’attività di giornalista “locale” le ha permesso di approfondire la conoscenza del suo territorio e dell’interessante tessuto che ha fatto da sfondo all’esordio di Mario Celoria nella Massima Serie calcistica. Ha una figlia e vive a Livorno

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