Il calcio non è un’organizzazione strutturale, ma un’organizzazione dinamica in quanto è caratterizzato dal processo, dall’evoluzione e dall’adattamento al contesto. All’interno di un ambiente dinamico, caotico e imprevedibile, è fondamentale promuovere i processi creativi, affinché il calciatore li possa applicare al fine di risolvere le problematiche che si manifestano all’interno del sistema.
Infatti, il calcio è un sistema complesso caratterizzato da incertezza e imprevedibilità, conseguenza delle molteplici interazioni presenti all’interno dell’ambiente. L’incertezza e l’imprevedibilità generano situazioni di gioco sempre differenti e imprevedibili. La complessa strutturazione del sistema implica un adattamento allo scenario di gioco, al fine di risolvere le problematiche situazionali dei vari momenti. All’interno del sistema si manifesta la necessità di auto-organizzazione, intesa come la capacità del sistema stesso di evolversi al fine di rispondere in modo efficace alla nuova condizione.
L’auto-organizzazione è relazionata alle dinamiche caotiche e variabili, in quanto le interazioni complesse e non lineari producono continui mutamenti del sistema. Per questo motivo, all’interno del sistema il calciatore deve possedere libertà di espressione. Infatti, secondo me, è impensabile che il calciatore possa vivere all’interno di un ambiente complesso, imprevedibile e mutabile senza possedere le abilità di riconoscere autonomamente le dinamiche di gioco. Di conseguenza, all’interno di uno scenario caotico e imprevedibile è fondamentale che il calciatore sia capace di applicare idee creative finalizzate alla risoluzione delle innumerevoli, e sempre diverse, problematiche.
La creatività rappresenta il processo di trasformazione dell’immaginazione in realtà. L’immaginazione è una capacità intrinseca dell’uomo e consiste nella creazione all’interno della propria mente di immagini, elaborando qualcosa che non esiste ancora. Durante il processo di immaginazione, il cervello presenta un’attivazione intensa della corteccia occipitale che è legata all’elaborazione visiva delle informazioni, della corteccia parietale che integra la percezione sensoriale, del lobo frontale che ospita la capacità di riflettere su cose oggettive o astratte e il precuneo, detto anche “occhio della mente” che è legato alla consapevolezza di sé.
Il processo creativo ha inizio con un’azione di immaginazione che dà origine ad idee creative frutto di ciò che si immagina. Di conseguenza, tra creatività ed immaginazione si instaura un rapporto di interdipendenza.
Il calciatore, inquadrato sotto la dimensione di “risolutore di problemi”, ha il compito di affrontare le problematiche situazionali che si manifestano all’interno del sistema, attuando un processo di risoluzione creativa degli scenari di gioco.
Il processo creativo comincia con la fase di percezione che coincide con il momento in cui il calciatore percepisce il problema e comincia, contemporaneamente alla manifestazione del problema, a prendere informazioni della situazione che vive, tenendo in considerazione le dinamiche relazionali all’interno dell’ambiente in cui si trova e comincia ad immaginare nuovi potenziali scenari. La capacità di immaginare agisce nei processi complessi di percezione e risoluzione dei problemi, è associata alle emozioni, associazione che fa emergere un rapporto bidirezionale tra immaginazione ed emozione.
La fase di elaborazione è la verifica delle varie possibilità risolutive del problema. In questa fase assume un valore importante l’abilità creativa, ma anche la logica e il pragmatismo. Il calciatore si trova ad affrontare un problema, dovrà considerare i potenziali vantaggi e potenziali svantaggi, tenendo sempre in considerazione che il suo obiettivo è quello di formulare una risposta che sia funzionale ed efficace alla risoluzione del problema.
Le analisi dei potenziali vantaggi e svantaggi è, naturalmente, influenzato dalle capacità creative dell’uomo, dalle conoscenze, dalla personalità e dalle emozioni.
La fase di scelta ed esecuzione è, temporalmente, la parte finale del processo creativo. In questa fase, il calciatore si trova a dover scegliere l’azione creativa più opportuna al fine di risolvere in maniera efficace il problema. La selezione della scelta creativa è attuata sulla base della precedente analisi dei potenziali vantaggi e svantaggi e tenendo sempre in considerazioni le dinamiche relazionali all’interno dello spazio dinamico di gioco.
L’ultimo atto dell’ultima fase del processo creativo è l’esecuzione della scelta creativa che deve essere eseguita con la massima espressione di qualità e tenendo in considerazione il tempo e lo spazio di gioco. La risoluzione creativa degli scenari di gioco avviene all’interno di un ambiente relazionale, in cui sono presenti relazioni ed interazioni di tipo cooperativo (compagni) e competitivo (avversari). Il gioco e le relazioni fanno emergere comportamenti sempre diversi, evidenziando le caratteristiche intrinseche del sistema. Inoltre, il calciatore nell’applicazione di processi creativi deve tenere in considerazione le interazioni con lo spazio e il tempo, valori spazio-temporali fondamentali e sempre presenti all’interno dello scenario di gioco.
La creatività è senza dubbio allenabile ed è compito di ogni allenatore creare in allenamento lo scenario all’interno del quale si induce il calciatore a trovare autonomamente nuove soluzioni, favorendo la manifestazione di comportamenti emergenti. Dal punto di vista metodologico, l’approccio differenziale si basa sulle dinamiche del sistema, sulle prove e sugli errori, utilizzando i precedenti tentativi ed errori per aumentare l’efficacia dell’apprendimento stesso al fine di favorire la risoluzione del problema. L’approccio tradizionale, invece, si basa sulla comprensione lineare della causalità, si basa sulle ripetizioni e segue la progressione didattiche che, però, implica una stretta relazione con il rapporto di causa-effetto, come se la stessa causa portasse sempre allo stesso effetto.
All’interno del sistema, invece, le progressioni didattiche perdono di significato principalmente a causa delle caratteristiche del sistema e dell’importanza dell’auto-organizzazione al suo interno. Le variazioni promuovono l’auto-organizzazione e la creatività in quanto non fornisce soluzioni predeterminate. L’approccio differenziale ha come obiettivo la proposta di scenari in cui il calciatore deve analizzare e trovare soluzioni efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. Il calcio è, come più volte detto, un sistema caratterizzato da un ambiente dinamico e variabile, di conseguenza il calciatore deve essere pronto, secondo me, a vivere le dinamiche del gioco, promuovendo un processo metodologico che preveda scenari di gioco in allenamento che rispettino la complessità del gioco stesso. La conoscenza delle dinamiche variabili del gioco, favorisce la risoluzione efficace delle problematiche situazionali attraverso la scelta e l’esecuzione di azioni efficaci, tenendo in considerazione i parametri spazio-temporali.
BIO: Biagio De Domenico, classe 1993, allenatore UEFA B e UEFA C, collaboratore e vice allenatore in Lega PRO e CND (Viterbese, Latina, Messina, Reggina, Vigor Lamezia), nelle ultime tre stagioni primo allenatore alla Virtus Rosarno e Paolana. Email: biagiodedomenico@gmail.com