Sérgio Conceição si è insediato alla guida di questo Milan con una vittoria in Supercoppa che ha subito fatto presagire l’inizio di una nuova era, una scossa post-Fonseca che, tuttavia, in terra saudita non ha saputo trasformarsi in continuità. In campionato, le prestazioni si sono rivelate titubanti, persino nelle vittorie, e il pareggio nel derby, arrivato proprio all’ultimo istante, appare quasi immeritato, alla luce della mole di gioco degli avversari e delle occasioni che hanno insistito a bussare.
Nel gennaio che si è spento come un tramonto d’inverno, la società ha orchestrato un restyling di quelli che sembrano i colpi di genio di una rinnovazione. Come ha riferito il “Genio” Dejan Savicevic in un’intervista, è stata una vera “bella rinfrescata”. A Milanello sono giunti nuovi volti, messaggeri di un calcio che guarda oltre l’orizzonte, con lo sguardo rivolto all’Europa intera. C’è Walker, che ha incantato il derby con la sua grinta; Gimenez, quel guerriero che ha saputo imporsi anche contro i giganti del Bayern in Champions; e João Félix, il talento inespresso che, tra le pieghe di stagioni altalenanti, cercava la propria dimensione. Ma il palcoscenico dei rossoneri ha visto anche addii, separazioni dolorose: pezzi preziosi dello spogliatoio hanno lasciato il campo, come Bennacer, ora sostituito da Bondo del Monza, Calabria, protagonista di un alterco che ha segnato Milan-Parma, Morata, Okafor, ceduto per fare spazio a Sottil, e Zeroli. Un mutamento che sa di rinascita, dove ogni uscita prepara il terreno per un ingresso carico di nuove speranze e di storie ancora da scrivere.
La domanda, quasi sussurrata dal vento delle grandi storie, si fa strada: fino a che punto questo mercato si può davvero definire lungimirante? E tra i nomi che si affacciano all’orizzonte, quali potranno divenire i pilastri del Milan di domani? Se ci fermassimo a una mera analisi numerica, l’immagine di Kyle Walker ci si presenterebbe subito, pur con la consapevolezza che l’età, quella silenziosa compagna di viaggio, sta già bussando alla porta delle 35 primavere. In netto contrasto, João Félix, con i suoi 25 anni appena compiuti e una carriera che, pur giovane, profila una parabola positiva, incarna la promessa del futuro. Eppure, questo peregrinare in prestito, come una traversata in acque agitate, potrebbe rivelarsi un freno sul cammino del suo potenziale.
Nel contesto dei rossoneri, che non vantano il diritto di riscatto, la situazione si tinge di ulteriori sfumature: se il portoghese saprà ritrovare l’armonia nel cuore pulsante di Milano, nuove porte potrebbero aprirsi, svelando opportunità inaspettate. Tuttavia, un affare a titolo definitivo si profila all’orizzonte come un’impresa troppo onerosa, rendendo inevitabile una cessione. Così, con il tempo che avanza inesorabile, tra quattro mesi l’ardua sentenza deciderà il destino di questa scommessa sul futuro.
Osservando con occhio attento l’età e le prospettive, non possiamo che incrociare lo sguardo verso un nome che incarna il futuro ma anche il presente: Santiago Gimenez. Da “Sora Camilla” lo scorso anno, il messicano ha finalmente trovato una squadra di spessore internazionale. È quasi surreale come il Feyenoord sia riuscito a trattenerlo, e ancor più inspiegabile il silenzio che ha preceduto le offerte “monstrose” che tanto si attendevano. Con 13 gol in 20 partite europee, per un classe 2001, Gimenez non lascia spazio a dubbi: il suo biglietto da visita è scritto in caratteri ben evidenti. Gimenez ha messo a fuoco e fiamme la difesa del Bayern nella recente netta vittoria casalinga del suo Feyenoord. L’evoluzione rispetto a un Morata apatico si palesa con evidenza. In questo scenario, Leão, Pulisic e João Félix potranno finalmente beneficiare di un terminale offensivo d’eccellenza, capace di trasformare in gol la maggior parte delle occasioni, come se ogni suggerimento venisse scolpito nella pietra. Una promessa per il futuro, scritta non solo con il pallone, ma con la passione e la determinazione di chi sa che il domani si costruisce oggi.
E gli altri acquisti? Giocatori di complemento. Sottil, l’eterna promessa, ha sempre portato con sé quella promessa inespresso, mai riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista a Firenze, come un talento che attendeva il momento giusto per esplodere. Bondo merita un’altra dimensione rispetto allo sgangherato Monza ma sulla carta parte dietro ai centrocampisti in rosa.
E i giocatori attualmente in rosa? Rafael Leão e Theo Hernandez sono gli elementi sulla carta più rappresentativi di questo Milan. Rafael Leão e Theo Hernandez, sulla carta, sono le colonne portanti di questo Milan. Tuttavia, in circostanze che vanno ben oltre il rettangolo verde, le due frecce della sinistra non stanno più scintillando come nei giorni d’oro. È lecito domandarsi se siano sacrificabili sul mercato: la risposta, seppur con una punta di ironia amara, è affermativa, ma tra l’oggi e l’estate si può ancora ribaltare la partita. Le loro cessioni avrebbero potuto introitare cifre ben superiori ai 100 milioni totali un paio di anni fa. Oggi, il contesto ha mutato le carte in tavola, benché il portoghese continui a sentire le sirene d’Arabia. Il tecnico – che sia Conceição o un nuovo condottiero per la prossima stagione – avrà voce in capitolo sul loro destino. Teoricamente Jimenez può essere l’erede di Theo e João Félix quello del connazionale.
Gli altri pezzi fissi da cui far partire il nostro puzzle sono Pulisic, Maignan e Reijnders, un trio che pare insufficiente per non far sospettare l’incombente necessità di un restyling – o addirittura di una vera e propria mini-rivoluzione (ulteriore). E in difesa, chi incarna il leader indiscusso? Le eventuali e improvvise esplosioni di Thiaw e Pavlovic sarebbero sempre benvenute, ma l’autorità, quella vera certezza, ancora sfugge come l’ombra al tramonto. Poi c’è Loftus-Cheek: un centrocampista di spessore, capace di momenti di grandiosità, ma altrettanto vulnerabile, una presenza che brilla soltanto quando il destino gli sorride.
Questi quattro mesi circa che ci separano dalla fine della stagione sono destinati a rivelare quali di questi talenti diventeranno i pilastri del prossimo anno, quali tra i big saranno destinati a fare le valigie, e quali slot resteranno da colmare. E non dimentichiamo la questione di Sérgio Conceição, il condottiero, legato al Milan da un contratto fino al 2026, non particolarmente oneroso – una carta ancora in mano da giocare, qualora un finale di stagione non positivo imponga decisioni radicali.
È, insomma, un quadro in divenire, un racconto che si scrive partita dopo partita, consapevoli che, qualora la dirigenza dovesse finanziare colpi per fare fronte ai difetti della rosa, saprà dove attingere.

BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.