La Lucchese, con un solo punto in più, sembrava l’avversario ideale per i rossoneri, rinforzati dai nuovi acquisti. E invece arriva una sconfitta per 0-2 che riaccende tanti dubbi sul percorso della nostra Under 23
Era cominciato bene, il sabato rossonero. Era cominciato con la vittoria, cinica e diremmo quasi chirurgica, della Primavera che, dopo avere vinto ai rigori contro l’Inter in settimana, si è presa la soddisfazione di andare a Torino e battere la Juventus in casa propria con un rotondo 0-3: senza dominare, senza stravincere nel possesso palla, ma semplicemente affondando ogni volta che ce n’era l’occasione. Aveva aperto le marcature Bonomi con un rigore che lui stesso si era procurato; aveva raddoppiato Sala con un bel colpo di testa su cross di Magni che aveva fatto un gran lavoro contro due difensori per liberarsi a destra; aveva chiuso i conti Eletu calciando da fuori area con il destro, un piede che – sospettiamo – non usi nemmeno per fare le scale. Bene così.
È pertanto con un umore positivo che due ore dopo, alle 15 di sabato, ci siamo accomodati sugli spalti del salotto di casa per assistere a Milan Futuro-Lucchese. Le premesse erano buone: la Lucchese, con un solo punto in più dei rossoneri, sembrava un avversario abbordabile, specie considerando che da quando il Milan ha iniziato a inserire i nuovi acquisti del mercato invernale sembra diventato più solido e concreto. Rispetto ai giocatori che abbiamo imparato a conoscere, questa volta ce n’era uno in più: il centrocampista Simone Branca, classe ’92, proveniente dal Cittadella e quindi dalla Serie B.
Un nome nuovo a centrocampo
Bonera, quindi, ha schierato tutti i suoi nuovi acquisti (tranne la punta centrale classe 2006 Levis Asanji, di cui si sono momentaneamente perse le tracce). Davanti a Lapo Nava, infatti, i tre difensori erano come di consueto l’altro veterano Camporese al centro, con Coubis e Minotti ai lati; a centrocampo una linea a cinque con Malaspina play, Sandri e il nuovo acquisto Branca mezzali (curiosamente entrambi mancini), D’Alessio esterno di sinistra pur essendo destro e Quirini sul lato opposto; in attacco il colosso Magrassi con il più agile Ianesi, esterno trasformato in seconda punta.
Facciamola breve: se la prima occasione è rossonera, con un bel cross teso da sinistra su cui Magrassi ha mancato l’impatto per questione di millimetri, il primo gol, al 29’ del primo tempo, è della Lucchese, con tiro deviato di Tumbarello. Raddoppio sei minuti dopo, quando Saporiti, uno dei migliori dei suoi, si trova in area con tutto il tempo per prendere la mira e battere ancora Nava (che peraltro risulterà alla fine il migliore dei nostri).
Nel secondo tempo Bonera modifica la sua squadra rendendola più offensiva e più imprevedibile: fuori Sandri e D’Alessio, dentro Sia e Omoregbe, a creare, insieme a Ianesi, un folto pacchetto di trequartisti alle spalle di Magrassi. I nuovi entrati fanno bene, in particolar modo Omoregbe che, schierato insolitamente a sinistra, trova più volte la linea di fondo e lascia partire un paio di interessanti cross rasoterra su cui purtroppo non arriva nessuno. Nel finale ci sono altri cambi: entra il terzino Bozzolan al posto del centrale Minotti per aggiungere spinta sulle fasce, mentre verso la fine Turco, una punta, sostituisce addirittura Malaspina, un mediano: è la mossa della disperazione, ma il risultato non cambia più.
Un passo indietro
Che cosa è successo? Il Milan Futuro veniva da una vittoria, una sconfitta e tre pareggi (due dei quali molto sfortunati) nelle ultime cinque partite: pochi punti, forse, ma tanta solidità in più, specie dopo il mercato invernale. La Lucchese, che veniva da tre sconfitte, una vittoria e un pareggio, sembrava l’avversario ideale nel momento ideale. E invece? E invece la nostra Under 23 sembra ripiombata in quei vizi messi in mostra per tutto il girone di andata: nessuno ha giocato davvero male, ma di nuovo è sembrata mancare quella “voglia”, quell’intensità che porta a vincere i contrasti, a conquistare le seconde palle, a spazzare l’area, a fare male quando se ne ha l’occasione: e, rispetto ai primi mesi di campionato, viene meno anche la giustificazione della scarsa esperienza, dopo che la società ha realizzato l’antico sogno di Gattuso di inserire un giocatore di esperienza per reparto, scelta che gli fu negata (per questo si dimise) e che più tardi fu realizzata almeno in parte a favore di Stefano Pioli.
Certo, Camporese e Magrassi non sono Kjaer e Ibrahimovic, ma il tentativo di iniettare esperienza nel corpo del Milan Futuro è stato fatto: adesso non resta che il lavoro durante la settimana, sperando di scongiurare una retrocessione che complicherebbe i piani della società. Oppure, come è stato fatto per la prima squadra, cambiare il manico. Lo dico con amarezza, perché non mi piace mai addossare tutta la responsabilità a uno solo, che sia un tecnico o un giocatore: ma bisogna riconoscere che non rimangono molte altre opzioni, tanto che nella serata di sabato qualche voce di cambio al vertice inizia a circolare. Sul suo profilo X l’esperto di mercato Matteo Moretto parla di un tecnico che conosce bene i giovani italiani.
Dove vanno a finire i nostri ragazzi?
Restano, a margine, molte domande: quale sarà il futuro di Camarda, ora che non è andato in prestito al Monza per espressa volontà di Ibrahimovic? Perché non gioca nel Milan Futuro (ma magari anche in Primavera, consentitemi un’opinione controcorrente) nemmeno quando in prima squadra ci sono tre punte arruolabili? E che fine ha fatto Silvano Vos, un giocatore che al suo debutto sembrava pronto per la Serie A per fisico e personalità ed è completamente scomparso dai radar? E perché sono stati ceduti Hugo Cuenca (un piede sinistro come se ne vedono pochi) e l’ottimo Stalmach, che dalla Primavera era salito stabilmente in Serie C guadagnandosi la titolarità? Se la risposta è “perché non volevano rinnovare”, allora dobbiamo chiederci qual è – davvero, non a parole – il progetto del Milan per i suoi giovani. Ma per ora fermiamoci qui.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.