L’articolo di Ilaria Mainardi mi trova d’accordo nella prima parte, quando segnala il pericolo nell’individuare un capro espriatorio, ovvero una modalità subdola per non attenzionare i problemi nella sua interezza e non considerare la complessità delle cose.
Trovo un po’ meno attinente il paragone con Leopold Bloom perchè l’errore (o la mancanza, la leggerezza o come lo vogliamo definire) di Theo non penalizza la sua sfera personale ma la squadra il che lo rende responsabile sotto un profilo più ampio.
La mistica sul fatto che in 10 si giochi meglio, sinceramente, non la ritengo rapportabile al calcio di oggi, soprattutto se devo giocare in dieci 40 minuti su 90.
il Barone è stato un riferimento ma in alcuni casi lo era tramite iperboli e paradossi.
Attenzione a non rovesciare l’ordine delle cose.
Da un nobile punto di partenza qual’è è quello di non affossare Hernandez si rischia, continuando nella lettura del pezzo, di far diventare capro espiatorio Conceição.
Personalmente avrei tolto anche io la punta perchè pensavo che la soluzione migliore in quel momento, ed in dieci, fosse lasciare Leao davanti a campo aperto.
Ha preso goal un minuto dopo il cambio e, concedetemi, il piano (fosse giusto o sbagliato) non ha avuto nemmeno il tempo di essere posto in essere.
Se ragioniamo sul doppio confronto, le responsabilità vanno suddivise tra le varie componenti. Se valutiamo la gara di ritorno, l’imprevedibilità, o meglio la componente di una variabile quale l’inferiorità numerica, ha avuto un impatto importante. Vero, come scritto nel pezzo, che talvolta il rimanere in 10 offre energie ed attenzioni superiori ma, perchè ciò accada, è necessario carburare lo stato di inferiorità e, man mano che la gara avanza, esaltarsi nella difficoltà.
Il Milan ieri non ha avuto nemmeno il tempo di fare ciò.
Era possibile andare oltre l’inferiorità e passare lo stesso? certo che si.
Giusto difendere Theo? Si, sin tanto che in quanto “anello debole” non lo si voglia far diventare capro espiatorio. Ma l’assunzione di responsabilità deve esserci.

BIO: Alessio Rui è nato e vive a San Donà di Piave-VE ove svolge la professione di avvocato. Dal 2005 collabora con la Rivista “Giustizia Sportiva”, pubblicando saggi e commenti inerenti al diritto dello sport. Appassionato e studioso di tutte le discipline sportive, riconosce al calcio una forza divulgativa senza eguali. Auspica che tutti coloro che frequentano gli ambienti calcistici siano posti nella condizione di apprendere principi ed idee che, fatte proprie, possano contribuire ad una formazione basata su metodo e coerenza, senza mai risultare ostili al cambiamento.
3 risposte
Buongiorno Alessio e complimenti per quanto hai scritto, ma a mio avviso “in medio stat virtus” e cosi spezzo una lancia le cui metà vanno giustamente una a te e la seconda alla pur brava Ilaria!
Se è vero che la titanica debacle del Diavolo è presumibilmente attribuibile al doppio e scriteriato gesto di un Transalpino dal capello gasato navigante l’onda del(in)successo, è altrettanto vero che lo Skipper sulla tolda del Titanic e responsabile della navigazione risponda al nome di un secondo portoghese, al quale negli ultimi giorni dei saldi invernali, sono stati recapitati i personaggi espressamente da lui richiesti ed il non aver centrato il superamento dell’imprevisto iceberg (ottavi C. L.) è giocoforza a lui attribuibile.
Questo disastro a mio avviso vuol rappresentare il coacerbo relativo a concause confluenti
in una tempesta perfetta: Dirigenza impalpabile, Assenza di un reale D. S. Mercato estivo per molti versi sbagliato Scelta del trainer in sostituzione di Pioli dettata dalla cassa e non da un progetto Ambito Mancanza di un vero bomber con la sua sostituzione… a buoi usciti dalla stalla (e per giunta allagata)!
L’augurio da fare a Concecao è quello di poter fare almeno sette punti nelle prossime tre gare di campionato (con Torino, Bologna e Lazio) altrimenti ci dovremmo tutti preoccupare della futura sorte del nostro amato Milan!
Buona giornata.
Massimo 48
Trovare il capro espiatorio è un costume tipici dei paesi di cultura latina meno accentuato nei paesi dell’Europa centrale e nordici.. Siccome vivo da 25 anni cambiando aree geografiche ogni 4/5 mi sento anche di affermare che noi italiani continueremo su questo andazzo… Ogni settimana un colpevole sarà additato e poi la settimana dopo celebrato magari come eroe…il controllo emotivo, esaltazione e depressione non è per tutti e la passione calcistica non è l’ambiente adatto per valutare cambiamenti che hanno una natura antropologia consolidata
Apprezzo. Quello che manca nei confronti del giocatore e della sufficienza della assunzione di responsabilità, e’ la specificità della espulsione. Non si tratta di un intervento duro in foga agonistica o con situazione molto tesa in campo; cose che non giustificano ma almeno introducono elementi esterni nella spiegazione. Qui si tratta di un fallo FOLLE a metà campo, completamente inutile, completamente gratuito e, nella più piena consapevolezza dei rischi e di come (giustamente si arbitra in Europa) una simulazione… peraltro specialità non rara della casa. A fronte di due comportamenti (non sono errori) così, con impatto così grave, una azienda come reagirebbe nei confronti di un proprio dirigente? Lo manda a casa per giusta causa. E senza necessità alcuna del capro espiatorio, ma come sanzione di comportamento personale. Sarebbe dovuta essere la stessa anche in caso di passaggio del Milan.