Lo dice la classifica, l’unica con diritto di parola: Inter, Napoli -2, Atalanta -3. La questione scudetto è racchiusa in 3 squadre e in 3 punti. Da molte settimane, dopo qualche capolino al vertice dei bergamaschi, si è pensato e parlato di una lotta a 2 tra Inter e Napoli che si tampinavano tra loro mentre la terza incomoda scivolava piano piano. Staccandosi dalla locomotiva.
Il campionato italiano è lungo, molto lungo. Dissemina trappole su tutto il percorso, nasconde scorpioni sotto ogni sasso, cambia clima da molto tempo prima della crisi planetaria. Per i verdetti parziali c’è sempre tempo, quello finale spazzerà via congetture, pronostici, dissertazioni, ma nel frattempo è divertente l’esercizio della chiacchiera che da sempre costituisce il sale delle discussioni da bar, da studi televisivi e ora da influencer social.
Dunque, lo stop del Napoli a Como e la contemporanea vittoria a valanga dell’Atalanta a Empoli ha rilanciato le chances orobiche in chiave tricolore. Ma non è solo questo. Iniziamo col dire che – del triello – la prima, la più forte, la favorita è anche quella che corre i rischi maggiori. In prospettiva, le fatiche di Champions, altri 2 derby in Coppa Italia sommati alle gare di campionato, pongono l’Inter in un vortice di impegni che fisiologicamente sottrarranno alla squadra di Simone Inzaghi risorse ed energie. Non è un caso che gli ultimi scudetti siano andati a formazioni che erano fuori dalle coppe europee, salvo il Napoli di Spalletti che però si era apparecchiato la tavola con un vantaggio enorme in campionato, per poi andare fuori agli ottavi contro il Milan.
L’unico vero alleato delle rivali è proprio il calendario dei campioni d’Italia: a marzo in 10 giorni avrà Napoli, 2 volte il Feyenoord col Monza in mezzo, poi l’Atalanta e subito dopo la sosta l’Udinese.
In aprile 2 volte il Milan, Parma, Cagliari, Bologna e Roma infilandoci dentro (gli interisti si tocchino) i quarti di Champions, perché secondo me l’Inter vincerà sia a Rotterdam che a Milano…
Il Napoli è in caduta libera, 3 pareggi e una sconfitta nelle ultime 4 non irresistibili partite. Lukaku è stanco, Kvaratskhelia non è stato sostituito degnamente a gennaio, la difesa scricchiola tra cambi di uomini e moduli. I partenopei affronteranno l’Inter sabato senza Anguissa e Conte sta sfogliando la margherita sul sistema di gioco, se con una difesa a 4 o a 3 così come il centrocampo con – eventualmente – un attacco a 2 o a 3 con variabili poco collaudate.
In sostanza il Napoli è tornato ad essere un cantiere aperto e l’umore del suo allenatore non è dei migliori, per usare un eufemismo, partendo proprio dal deludente mercato di gennaio. Mai però dimenticare come abbia perso a Como dopo 6 mesi dalla prima e unica sconfitta in campionato, mai dimenticare come Conte sia un prestigiatore nel camuffare ipotesi e realtà, preparando sempre al meglio le sue squadre per i rush finali. Stavolta, appunto, giocando solo una volta la settimana.
Quest’ultimo punto riguarda, purtroppo per i bergamaschi, anche l’Atalanta sorprendentemente eliminata dal Bruges in Champions. Le settimane si sono d’improvviso sgombrate, stanno rientrando gli infortunati a cominciare da Daniel Maldini e la rosa a disposizione di Gasperini è funzionale, ampia, competitiva per garantire una tenuta e soprattutto una regolarità nel rendimento, che finora era stata un pochino ondivaga in campionato. Il capocannoniere del campionato è Retegui che, a quota 21 adesso, potrebbe addirittura sfondare altri record.
Dopo il Venezia nel prossimo weekend, nei 2 mesi di tour de force interista la Dea avrà una sfilata di scontri decisivi: Juventus, Inter, Fiorentina, Lazio, Bologna e Milan. Dopo di che andrà in discesa fino alla fine: Lecce, Monza, Roma, Genoa, Parma. Sembrerebbe, leggendo e ascoltando le narrazioni che arrivano da Zingonia, che sia stata appianata in superficie la diatriba tra il tecnico e Lookman dopo il rigore fallito da quest’ultimo contro il Bruges.
Percassi ha fatto un lavoro da sarto, anche dopo le dichiarazioni di Gasperini che ha messo qualche punto di domanda sul suo futuro in terra orobica, ricucendo strappi qua e là. Pare quasi che le scariche di adrenalina siano un’iniezione di energia, in effetti lo 0-5 di Empoli va in questa direzione.
Atalanta e scudetto, due sostantivi che non possono convivere per la forza intrinseca delle rivali, il minimo vantaggio di cui dispongono in classifica, le ragioni che abbiamo detto rispetto al cammino effettuato e a quello che resta. Atalanta e scudetto, nozze che si possono fare perché ogni tanto, tra Verona, Sampdoria e… Napoli (quello del 2023 è stato solo il terzo della sua storia), ci può stare una favola diversa: specie se per scriverla si hanno autore, personaggi, trama e molto, moltissimo inchiostro.

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.
Una risposta
Difficile che l’Atalanta riesca nell’impresa…Sarebbe un suggello x Gasperini lasciare con tale conquista. Dovrebbe girare tutto alla perfezione… tutto…, in queste ultime partite.