HACHIM MASTOUR: DALL’OLIMPO DELLE PROMESSE ALLA KINGS LEAGUE – L’ULTIMA MAGIA DI UN TALENTO PERDUTO

Ci sono nomi che, a distanza di anni, evocano promesse non mantenute, sogni infranti e talento inespresso. Uno di questi è Hachim Mastour, il ragazzo che a 14 anni incantava il mondo con la palla tra i piedi, che il Milan ha presentato come il suo gioiello più prezioso, che ha posato accanto a Neymar e giocato per la Nazionale del Marocco ancor prima di aver esordito in Serie A. Ora, nel 2025, Mastour si prepara a un nuovo debutto, questa volta in Kings League Italia, con la maglia degli FC Zeta, allenata da Cristian Brocchi. Un’occasione per riscrivere il finale della sua storia, o almeno per ritrovare il piacere di giocare.

Un’infanzia da predestinato

Nato a Reggio Emilia nel 1998 da genitori marocchini, Mastour ha sempre avuto un’aura speciale intorno a sé. Dribbling fulminei, tecnica sopraffina e una sicurezza che, nei video che giravano sul web, lo facevano sembrare più un fenomeno virtuale che reale.

Il Milan lo acquistò giovanissimo dal settore giovanile della Reggiana, bruciando la concorrenza di mezza europa. A 15 anni, Seedorf lo portò in panchina in Serie A. A 16, Adidas lo fece testimonial, facendolo duettare con Neymar in uno spot. A 17, il Marocco lo convocò in Nazionale maggiore, rendendolo il più giovane debuttante della sua storia.

Tutto sembrava scritto: un ragazzo così, con quel talento e quella visibilità, era destinato a brillare. Ma il calcio, a volte, è spietato.

La caduta silenziosa

Dopo anni di attesa, Mastour non debuttò mai con il Milan. Fu mandato in prestito al Málaga, dove giocò appena 5 minuti in Liga. Poi in Olanda, allo Zwolle, con lo stesso risultato: poco spazio, poche occasioni per crescere. Ritornato in Italia, provò a rilanciarsi tra Reggina e Carpi, poi esperienze fugaci in Marocco, Grecia e Kuwait. Ogni nuova avventura veniva raccontata come l’ultima possibilità, ma il talento che lo aveva reso una star da teenager sembrava essersi dissolto nel nulla.

Il problema di Mastour, non era solo tecnico o tattico, ma psicologico. Troppo giovane per reggere il peso di un’etichetta così ingombrante, troppo acerbo per essere già un simbolo. Le pressioni mediatiche, le difficoltà nel trovare un contesto giusto, la mancanza di continuità lo hanno trascinato in una spirale da cui non è più uscito.

La Kings League: una nuova storia da scrivere

E adesso eccolo qui, nella Kings League Italia, il torneo che sta rivoluzionando il calcio alternativo e che offre una seconda possibilità a chi cerca riscatto. Cristian Brocchi, suo allenatore ai tempi delle giovanili rossonere, ha deciso di dargli fiducia negli FC Zeta. Non sarà più il ragazzino delle pubblicità e dei video virali, ma un giocatore in cerca di emozioni autentiche, di divertimento, di un posto dove il suo talento possa finalmente esprimersi senza la paura del fallimento.

C’è qualcosa di romantico in questa storia, un senso di nostalgia che avvolge chi, come Mastour, è stato un simbolo di speranza per un intera generazione di ragazzi cresciuti con YouTube e Fifa. La Kings League non sarà la Champions League, ma può essere il palcoscenico perfetto per riscoprire la gioia del gioco, per regalare momenti di magia a chi ancora vuole credere in lui.

Forse non diventerà mai il campione che tutti avevano immaginato. Ma se c’è una cosa che il calcio insegna, è che la bellezza di questo sport non sta solo nelle vittorie, ma anche nelle storie di chi, dopo essere caduto, trova la forza di rialzarsi. E chissà, magari questa volta Mastour riuscirà davvero a prendersi il suo piccolo pezzo di felicità.

Noi siamo con te.

BIO: Moreno Tolin è un appassionato di calcio a 360°, con uno sguardo che va oltre i confini nazionali per esplorare ogni aspetto di questo sport. Dalla tattica alla cultura calcistica, dai campionati più seguiti alle realtà meno conosciute, segue con interesse il gioco in tutte le sue sfaccettature, analizzandone l’evoluzione e le peculiarità.

Attraverso i suoi articoli su La Complessità del Calcio, Moreno racconterà il calcio nella sua interezza, offrendo spunti di riflessione su modelli di gioco, filosofie tattiche e scenari internazionali, con l’obiettivo di far emergere la bellezza e la profondità di questo sport.

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