(Foto copertina – Il Fatto Quotidiano)
Bisogna leggere il nome del blog per comprendere la ragione principale della confusione che invade l’ambiente intorno alla Juventus quest’anno. Il calcio, purtroppo o per fortuna, è complesso.
Tutto sommato la stagione dei bianconeri potrebbe essere anche meno mediocre di quanto si pensi qualora dovesse arrivare la qualificazione in Champions, pienamente raggiungibile se si considera la distanza di un solo punto dallo splendido Bologna, attualmente quarto e con un calendario decisamente più tortuoso.
Igor Tudor ha il compito di portare serenità (e punti) in un ambiente che già da tempo aveva esonerato il suo precedente allenatore. La domanda però è “Perché?”.
Diciamo che sarei stupido a pensare che Thiago Motta non ci abbia messo del suo. Non credo abbia senso arrivare in uno spogliatoio e mettersi contro il capocannoniere della squadra, nonché giocatore più pagato (Dusan Vlahovic, l’attaccante più forte della serie A, secondo il suo nuovo allenatore) e, soprattutto, contro il leader caratteriale della squadra negli ultimi anni che, dopo la Juve, vince 3 trofei in circa 2 mesi in Brasile.
Non credo abbia senso non schierare per più partite consecutive giocatori su cui l’intera squadra si rifugiava da un punto di vista tecnico ma anche temperamentale. Perché (e voglio che non ci sia nessun dubbio) Kephren Thuram deve giocare, poi si decidono gli altri 10.
Non credo abbia senso, se sei l’allenatore della Juventus, dichiarare, dopo una parentesi in cui si era tornati a parlare di Scudetto, che finalmente la squadra si è tolta un peso, avendo perso la partita che poteva riaprire definitivamente la corsa per la vittoria del titolo.
Allo stesso tempo però, permettetemi, non credo abbia senso dire che sia solo colpa sua. Tra i tanti difetti che ho, mi ritrovo una memoria notevole per le questioni calcistiche, per cui ricordo esattamente le emergenze che Thiago Motta ha affrontato nel corso della stagione. Ricordo che Bremer ha all’attivo 6 presenze in campionato quest’anno, ricordo le partite di Locatelli centrale difensivo, ricordo Savona, ricordo Rouhi, ricordo Weah unica certezza tra i terzini (pur non essendolo) tra infortuni e sogni di Manchester City di Cambiaso e, ultimo ma non per importanza, il mistero Alberto Costa (e di tutto il mercato di gennaio).
E sì, perché sul mercato della Juve di quest’anno andrebbe scritto un libro. Sono stato sempre dell’idea che il lavoro di un direttore sportivo vada giudicato alla fine, a volte nemmeno un anno è sufficiente per valutarlo. A volte, invece, ci sono prematuri segnali di scelte sbagliate, che invece di far pensare alle tante plusvalenze effettuate tramite la cessione di giovani, invertono la percezione delle scelte, e invadono le menti dei tifosi con l’amara consapevolezza che un patrimonio calcistico (ed economico per il futuro) sia stato perso.
Facciamo qualche nome: Dean Huijsen, che vedremo l’anno prossimo dove giocherà e a quanto verrà comprato (mi sbilancio: 60 milioni minimo. È un 2005!); Moise Kean, 13 milioni a luglio, fresco di doppietta in Nazionale, raggiunto da Nicolò Fagioli; Matias Soulé, poco impattante, migliorato nel corso della stagione, vale la pena aspettarlo ma non sarei sorpreso se nel corso della sua carriera possa arrivare a un valore almeno pari al doppio della cifra pagata per lui in estate dalla Roma, che già non è poco (25+5 di bonus).
Se guardiamo agli altri allenatori delle big di Serie A, chi sorride vedendo la classifica ha almeno una delle due caratteristiche fondamentali per il successo di una stagione dal punto di vista della guida tecnica: grande esperienza o una società che non fa mai mancare il suo supporto. Ricordo i numerosi interventi di Marotta quando si metteva in discussione Inzaghi, ripagati poi con il raggiungimento di una partita discretamente importante in quel di Istanbul quello stesso anno (e uno scudetto vinto a febbraio la stagione successiva). Del Napoli non credo ci sia molto da dire, se non due parole: Antonio Conte. Allo stesso modo Gasperini e la sua Atalanta sono una cosa sola, diventando un’aggregazione in cui confluisce il genio e la programmazione. Sapete chi, invece, piange vedendo la classifica? Chi pensava che una fumata di sigaro potesse compensare la mancanza, da un anno e mezzo, di una figura dirigenziale e di spessore calcistico che ha pochi eguali.
Il calcio, ripeto, è complesso e la Juventus non ha saputo riconoscere questa complessità. Due campionati completati con Spezia e Bologna non sono un curriculum sufficiente per potersi sedere sulla panchina della squadra più vincente d’Italia senza che il peso di questa possa schiacciare il diretto interessato. Ma cosa si fa quando qualcosa pesa troppo? Si chiede aiuto. Ci vogliono evidentemente più persone a supporto di chi deve portare a compimento questa tipologia di obiettivo con questa tipologia di curriculum. La società bianconera ha lasciato, invece, che Thiago Motta sollevasse da solo un pianoforte, e forse, complici il mercato ad oggi poco utile e la totale assenza della società, qualcuno ci si è anche seduto sopra. Il risultato? Schiena rotta per Thiago e tante lezioni da imparare, per lui e per la società.
Buona fortuna a Tudor, con la consapevolezza però che, fino ad ora, è tutto sbagliato…

BIO: Andrea Baldi
sono un appassionato di calcio e sento l’esigenza di scrivere di calcio perché amo condividere e scambiare opinioni.
Nato a Salerno nel 2001, tifoso prima di tutto della squadra della mia città, la Salernitana, e poi del Milan, nonostante negli anni il tifo sia venuto meno, a favore di una passione generale per questo sport.
Studio Giurisprudenza a Milano, più per ambizione che per il piacere di cambiare città, dato che non perdo mai occasione di dire quanto sia bella la mia Salerno, nonostante ne conosca molto bene le difficoltà.
Spero un giorno di essere un avvocato importante o un nome rilevante nella comunicazione calcistica. Se vuoi tenermi occupato per ore, inizia una discussione sul calcio, perderò ogni concezione del tempo.
3 risposte
Un’analisi lucida e senza filtri sulla stagione bianconera, tra scelte discutibili, assenze societarie e un mercato che ha lasciato più dubbi che certezze. Una lettura molto consigliata.
Analisi dettagliata e articolata. Consiglio la lettura di quest’articolo per chi vuole un’approfondimento sulla situazione Juve e Thiago Motta.
Un’analisi lucida e completa sulla stagione juventina che mette in luce i problemi principali. Assenza della società e scelte non sempre azzeccate stanno caratterizzando da tempo la squadra più vincente d’Italia.
Lettura consigliata!