MILAN FUTURO – CAMPOBASSO 3-2: VINCERE È POSSIBILE

Il 3-2 contro il Campobasso arriva in pieno recupero, dopo essere stati avanti 2-0. Ma finalmente festeggiamo i tre punti e il gol (e la vivacità) di Camarda. Adesso un occhio alle altre partite e massima concentrazione sul prossimo spareggio contro il Sestri Levante

Dai e dai, alla fine il Milan Futuro ha vinto. E lo ha fatto giocando più o meno nello stesso modo e con lo stesso modulo con cui aveva giocato le ultime partite. Solo, con un po’ più di fortuna. Perché, come scrivevamo una settimana fa (milan-futuro-1-0-alzo-bandiera-bianca), è difficile trovare dei vistosi difetti a questa squadra: non, attenzione, che tutto sia perfetto (altrimenti staremmo parlando del Barcellona di Guardiola), ma di certo non si vedono limiti tecnici o tattici o emotivi talmente evidenti da far dire: “Per forza che non vincono”.

Quindi, se possiamo dire così, il Milan Futuro ha vinto facendo il Milan Futuro: meglio, non la versione un po’ spaesata e isterica della prima parte di campionato (che io associo nella sequenza di ammonizioni ed espulsioni iniziate col rosso a Coubis al quinto minuto di Milan-Pianese, a ottobre), ma piuttosto in quella post-mercato di gennaio o, più precisamente, in quella in cui, dopo tanto peregrinare rivelatosi alla prova dei fatti inutile se non controproducente, Francesco Camarda (“Cercasi bomber, che è già in casa” scrivevo visionariamente a gennaio), è tornato titolare della squadra che sembrava essere stata disegnata intorno a lui e che poi lo aveva perso, in nome di chissà quali record di precocità da scrivere.

Il modulo, dicevamo: è il consueto 1-3-5-2 che oggi vedeva Lapo Nava in porta, con Camporese al centro della difesa e Coubis e Bartesaghi a fare da braccetti; il centrocampo con Malaspina al centro, Branca e Sandri mezze ali, Quirini nel suo ruolo naturale di esterno destro e Alesi quinto di sinistra; davanti, la coppa Camarda-Ianesi, con quest’ultimo che ha ritrovato il posto da titolare anche a causa della squalifica di Sia.

Di fronte, il Campobasso a 39 punti (contro i 24 del Milan Futuro), nella parte inferiore della zona playoff: una squadra che ha fatto dell’equilibrio fra gol fatti e gol subiti (-5 la differenza reti prima della partita) il suo punto di forza, contro il disastroso -23 dei rossoneri.

Il primo tempo si gioca con un’intensità non elevata: il Milan non domina ma non subisce nemmeno. Camarda è molto vivace: si capisce che ha voglia di giocare, di dribblare, di tirare in porta, a costo di fare tutto da solo. Al 24’ è invece Simone Branca, centrocampista esperto e tecnico (arriva dalla serie B), a dargli una mano, mettendo una splendida palla filtrante su cui Camarda si avventa: sembra che il portiere possa vincere lo sprint, e invece è l’attaccante rossonero che tocca con la punta e spedisce in porta. 1-0, un gol che sembra pioggia sul terreno arido delle nostre emozioni, della motivazione della squadra, di quella del giocatore: difficile (anche se sterile) non pensare a quale bagaglio di esperienza avrebbe potuto accumulare la punta rossonera se avesse giocato tutte le partite di questo campionato.

Qualche occasione per parte e poi, quando nessuno se lo aspetta, al 45’ Alesi riceve dal suo compagno di rima baciata (casomai un giorno dovessimo scrivere un’ode al Milan Futuro ci verrà comodo) Ianesi, entra in campo da sinistra, carica il destro e spedisce la palla verso il palo lontano. Con pragmatismo inconsueto, il Milan si trova in vantaggio per 2-0 senza avere neppure strafatto, e anzi avendo sprecato qualche occasione per segnare il terzo gol, in particolare con un Camarda un po’ egoista, il che per una punta evidentemente affamata di gol non guasta, ma che un paio di volte spreca l’occasione buona ignorando i compagni più liberi. Pratica chiusa? Tutt’altro: “La partita è ancora lunga” è il mio primo pensiero e probabilmente anche il vostro. Come i loro fratelli più grandi, questi ragazzi non danno mai l’impressione di essere in totale controllo della gara.

E infatti al 55’ arriva il gol di Bifulco per il Campobasso, frutto di una faticosissima uscita del Milan dalla propria metà campo che finisce per consegnare palla agli avversari: mister Prosperi, vista l’aria nuova che spira sul Chinetti, immette due giocatori freschi. Il Milan arretra il suo baricentro finché anche la panchina rossonera, oggi presidiata da Donatelli a causa della squalifica di Oddo, reagisce con tre cambi: Magrassi prende il posto di Ianesi, mentre Bozzolan entra per Sandri e va a fare il quinto a sinistra, con Alesi che si sposta in posizione di mezzala, e il terzino destro Magni prende il posto del pari ruolo Quirini. Si realizza così il mio desiderio di vedere Camarda in campo con un’altra punta. La coppia Camarda-Magrassi dialoga, ma non dà i risultati sperati, un po’ perché Camarda appare meno brillante a causa della stanchezza; e un po’ perché l’attaccante ex-Cittadella si conferma una garanzia in termini di generosità e di sponde, ma anche poco in sintonia con il gol: al 70’ gli arriva un bel cross teso da sinistra da parte di Malaspina e sembra davvero che tutto quello che debba fare sia toccarla di testa e raccogliere il pallone in fondo alla rete, e invece la palla esce a lato. Intanto i crampi si fanno sentire per Branca e Camarda, che vengono sostituiti rispettivamente dai pari ruolo Hodzic e Turco.

Al 90’ il punteggio di 2-1 resiste e i minuti di recupero sono 5. Al primo dei cinque, il solito infaticabile Malaspina commette uno strano fallo di mano in area totalmente involontario, girando le spalle al tiro, ma tenendo colpevolmente le braccia larghe nel momento della torsione (un bel problema, queste braccia: come ha detto qualcuno, già averle configura gli estremi per il calcio di rigore). L’arbitro assegna quindi il penalty che Di Nardo calcia perfettamente, con un destro forte e preciso sotto la traversa (ma perché non tirano tutti così, anche in Serie A?) e la partita sembra avviarsi verso la sua conclusione più abituale, cioè un pareggio che non serve a niente, specie adesso che siamo alla fine della stagione. E invece il Milan Futuro trova la forza (fisica e morale) per portarsi avanti per l’ultima volta: nell’incursione ottiene una punizione da sinistra, sui cui sviluppi Turco ha la felice pensata di riappoggiarla fuori area dove Camporese lascia partire un destro che finisce nell’angolino alla destra del portiere e che premia la sua partita da vero leader. Il tempo di togliersi la maglia e ricevere la più dolce delle ammonizioni, e la gara è finita, questa volta con il punteggio pieno che mancava da dicembre.

Alla sera di sabato 30 aprile il Milan è terzultimo con 27 punti, ma tutte le squadre impegnate nella lotta per accedere ai playout devono ancora giocare: sarà da seguire in particolare lo spareggio fra Spal (28) e Legnago (24), ma anche la gara fra due delle località turistiche preferite dai milanesi: Rimini (43) e Sestri Levante (26), con la seconda in diretta concorrenza con i rossoneri. La prossima giornata, poi, ci riserverà un altro spareggio salvezza, che ci riguarderà direttamente: lo scontro con il Sestri Levante, un’occasione da sfruttare appieno prima di incrociare la temibile Ternana di Ignazio Abate, attualmente seconda con 70 punti.

Sarà, insomma, molto dura fino alla fine. Ma il Milan Futuro vale sicuramente più di quanto la sua esangue classifica non dica: ci sono un modulo, un assetto tecnico-tattico e, si spera, un po’ più di autostima, di coraggio quando il pallone scotta ma anche di cinismo per spedirlo in tribuna quando scotta troppo (vedi il primo gol avversario). Personalmente continuo a pensare che un attacco più pesante potrebbe risolvere almeno in parte la fatica di segnare, con un compagno capace di aprire spazi per Camarda, di beneficiare delle sue folate offensive, ma anche di andare a saltare sui cross e sui calci piazzati. Oggi Magrassi sembra il preferito di Oddo, ma anche Turco ha dimostrato di poter dare un bel contributo e gli stessi Omoregbe e Fall, e persino Traorè (brevilineo ma orientato alla porta) ancorché esterni per formazione, potrebbero essere provati in posizione di seconda punta. Per il resto, nulla da segnalare se non la perdurante scomparsa dal campo di Silvano Vos (che con la sua fisicità cambierebbe il profilo atletico del centrocampo), relativamente alla quale attendiamo con ansia che qualcuno ci spieghi il motivo o che, almeno, ci fornisca un indizio.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

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