Pochissime righe, nel giorno del tuo compleanno, per esprimerti la gratitudine per tutto ciò che mi hai insegnato.
Lo faccio ricordando alcuni momenti vissuti insieme che non potrò dimenticare e che mi faranno compagnia per sempre. Ricordi sparsi, qua e là, senza un ordine preciso.
Sei arrivato a Milanello e hai cominciato a condividere le tue idee di calcio raccontando i viaggi in Olanda come rappresentante dell’azienda di papà, ci parlavi di Cruijff e della “sua” Olanda, di come dominava gli spazi, per poi farci vedere le partite in VHS del “tuo” Parma.
Nelle riunioni ripetevi in inglese, con inflessione romagnola, rivolgendoti ai “nostri” olandesi : “if one go in deep one go in help”, chiedendo agli attaccanti movimenti opposti, e ancora “this is the dangerous zone!” ossia la zona di campo dove avremmo dovuto rubar palla per poi colpire gli avversari.
Come dimenticare il megafono che utilizzavi dall’alto della tribuna, a Tokio e non solo, perchè dicevi che da lì potevi vedere meglio la disposizione della squadra e suggerire cosa andava corretto.
All’inizio, quando le cose non andavano per il verso giusto e capitava che perdessimo le partite, eri solito dire: “La bèsa la s’arvölta a e’ zarlatân” (La biscia si rivolta al ciarlatano), in sostanza ti arrabbiavi perchè gli altri avevano fatto quello che avremmo dovuto fare noi!
E poi le ciabatte trascinate a Milanello quando passavi nelle nostre camere, la sera. L’ennesima raccomandazione per la partita del giorno dopo: ci permettevamo di fingere di dormire e tu, educatamente, vedendo le luci spente, passavi oltre, pur sapendo che eravamo ancora svegli.
E ancora, quella notte in cui, io e Roberto (Donadoni), dormimmo da te, a Fusignano. Dovevamo partecipare ad un convegno a Rimini, il giorno successivo e, durante la notte, ti sentimmo gridare: “fuori!!!”, fuori!!!”, fuori!!!”…chiamavi la linea difensiva affinchè lasciasse gli avversari in fuorigioco.
Infine le lunghe telefonate quando allenavi l’Atletico Madrid: ero al Brescia, salivo in auto, chiamavo o ricevevo la chiamata e, all’uscita di Rovato dovevo dirti: “Mister sono arrivato al campo per l’allenamento!”.
Potrei andare avanti ma non mi dilungo.
Qualcuno vuole toglierti i meriti dei successi del Milan di quegli anni straordinari. Ripetono: “con i giocatori che aveva avrebbe dovuto vincere di più”, “in Italia ha vinto poco”, “tutti avrebbero vinto con quella squadra”.
Per quel che vale Arrigo, per me i tuoi meriti sono enormi perchè, se quella squadra con un altro allenatore avrebbe comunque vinto e magari avrebbe vinto di più, è solo grazie a te, alla forza delle tue idee, della tua perseveranza, del tuo coraggio, che quella squadra è riuscita a vincere nel modo in cui ha vinto, rendendo i tifosi orgogliosi dei nostri colori ed entrando, per sempre, nella storia.
Buon compleanno Arrigo e…GRAZIE!
Una risposta
Bellissimo contributo Filippo al grande Arrigo Sacchi! Pensa che io ho avuto l’onore alcuni anni fa di stringergli la mano presso gli studi di Radio Radio, emittente radiofonica ad un paio di km dalla mia abitazione. Ero tra gli invitati mentre lui rispondeva in diretta agli ascoltatori. Nella pausa caffè uscì dalla sala “On Air” salutando e colloquiando con gli ospiti ai quali domandava per quale squadra tifassero ed essendo nella capitale la risposta fu quasi all’unanimità:
la Roma! Quando toccò il mio turno risposi sommessamente:
“Mr. io tengo per il Milan!” e lui in risposta: “Caro, vivendo a Roma questo ti fa onore, bravo!”
Grande Arrigo! Con tutta la mia stima: ancora un grazie e tantissimi auguri di vero cuore!
Massimo Baldoni