“Cerco panchina, vorrei avere un’opportunità anche io visto che ultimamente la danno un po’ a tutti”. Queste parole concludevano l’intervista di Alberico Evani, rilasciata due settimane fa alla Gazzetta dello Sport. Un appello, o “presa di coscienza” per come l’ha definita lo stesso intervistato, che è stata accolto dal suo ex capitano: Roberto Mancini, da pochi giorni nominato consulente esterno della Sampdoria con il solo scopo di salvare il club genovese dalla C.
La storia dell’Alberico calciatore è nota a tutti i lettori, parliamo di uno degli “eroi milanisti” che ha accompagnato i fan rossoneri dalle stagioni B fin alla conquista del Mondo, vetta raggiunta proprio grazie ad una sua punizione al 119esimo minuto nel 1989.
La carriera dell’Evani allenatore, invece, è stata ben più tortuosa. Come ha dichiarato lo stesso “Chicco” nell’intervista – presa di coscienza: “sono nel calcio da tanti anni, che vuole che le dica so come funzionano certe dinamiche”. Dinamiche oscure fatta di sponsorizzazioni e superagenti insomma, che nel nostro sistema calcistico hanno portato all’ostracismo di Marco Rossi (ora eroe ungherese) o a repentini prepensionamenti, come quello di Roberto Donadoni.
Dopo il ritiro, Evani ha iniziato la sua carriera da allenatore nel settore giovanile del Milan, un percorso che inizia nel luglio del 1998 e culmina con la guida degli Allievi Nazionali condotti alla conquista dello Scudetto di categoria nella stagione 2006/2007. Da quella nidiata di Under 18 si ricordano Alberto Paloschi, decisivo nella finale contro il Genoa con una tripletta, e il portiere Antonio Donnarumma. Già nella sua esperienza nelle giovanili rossonere si intravede un Evani molto attento all’equilibrio tattico della sua squadra, ed aperto alle innovazioni proposte dal calcio internazionale: gli Allievi 2007, infatti, giocavano con un 4-2-3-1 che vedeva tre trequartisti offensivi, in appoggio alla punta centrale, coperti da due mediani interdittori, Brandi e Benedetti.
Nel giugno del 2010 Evani decide di cimentarsi con il calcio professionistico e accetta la panchina del San Marino, nell’allora Serie C2 girone B. La squadra del Monte Titano punta ad un torneo tranquillo con una rosa composta per lo più da giovani, età media 24.1, affiancati da pochi veterani. Evani punta subito su un coriaceo 4-3-3 con i due terzini Tafani e Pannucci molto alti, a sostegno della mediana, e i due esterni Furlan e Poletti liberi di creare superiorità in favore del centravanti Cesca. I biancoblù iniziano benissimo la stagione con il clamoroso 5 a 2 casalingo contro la favorita Carrarese, alla seconda giornata, e la successiva vittoria a Gubbio. Perderanno il primo incontro solo a novembre, alla dodicesima giornata, in casa contro il Gradisca. Nonostante un torneo dai risultati superlativi, a due giornate dal termine della stagione regolare, con la squadra seconda in classifica e sicura di partecipare ai play-off, arriva l’esonero Evani a causa delle “incomprensioni con la Società”, cosi come venne riportato nel comunicato del 27 aprile. Difficile sapere, ancora oggi, quali fossero queste “incomprensioni”, fatto è che la squadra sammarinese, dopo l’esonero del Chicco rossonero, perderà repentinamente i Play Off.
Dal luglio del 2010 Arrigo Sacchi, nelle vesti di coordinatore delle selezioni giovanili della Nazionale italiane, arruola Evani assegnandoli la panchina di vice al fianco di Zoratto, alla guida della Nazionale Under 19. Tuttavia già dall’agosto dello stesso anno viene nominato commissario tecnico della Under 18, ruolo che ricopre per un biennio dove colleziona 15 vittorie 2 pareggi e 9 sconfitte. Dal primo luglio 2013 inizia il suo proficuo percorso con l’Under 20 culminato con il Mondiale Under 20 in Corea del Sud del 2017. L’Italia ritornava a disputare un torneo prestigioso, come appunto il torneo iridato di categoria, dopo un lungo periodo di delusioni e con un movimento che stentava a riprendersi dopo le batoste raccolte dalla Nazionale maggiore, in Sudafrica e Brasile. Nella selezione scelta da Evani ricordiamo: Dimarco e Barella, Mandragora, Orsolini e Pessina, oltre ad alcuni ragazzi che ancora oggi faticano ad emergere, ma che furono grandi protagonisti della manifestazione: Vido, Plizzari, Romagna e Pezzella. Inseriti nel gruppo D, gli azzurrini si ripresero dalla sfortunata sconfitta contro l’Uruguay, nella prima partita, battendo il Sudafrica e pareggiando contro il Giappone. A Cheonan il 1 luglio avviene la prima impresa della truppa di Evani: gli azzurrini hanno la meglio contro la favorita Francia di Marcus Thuram e Cristopher Nkunku, decisivi i goal di Riccardo Orsolini, pareggiato da Augustin, e Giuseppe Panico. Ai quarti l’Italia incrocia lo Zambia, già spauracchio delle giovanili azzurre alle Olimpiadi di Seul 1988 e giustiziera della Germania agli Ottavi.
La partita è un vero film thriller: i Chipolopolo passano in vantaggio dopo 4 minuti con la rete di Daka, oggi al Leicester, pareggiata 45 minuti dopo dal solito Orsolini. All’80esimo arriva la doccia gelata con la rete africana di Sakala alla quale risponde 8 minuti dopo Federico Dimarco con un suo, oggi abituale, proiettile di sinistro. La gloria azzurra arriverà al 110°, nei tempi supplementari, con la rete decisiva di Luca Vido. Il fantastico percorso degli azzurrini di Evani termina nelle semifinali contro l’Inghilterra di Dominic Solanke e Ademola Lookman (oggi atalantino e nigeriano), non senza prima conquistare la Finale per il terzo posto contro l’Uruguay ai rigori, dove si erge a protagonista Alessandro Plizzari, parando i rigori decisivi di Amaral e Boselli. Con la conquista del terzo posto, termina l’avventura di Evani nella Under 20, il quale, ad eccezione dei due mesi tra il febbraio e il marzo 2018 passati sulla panchina dell’Under 21, viene promosso come collaboratore del CT della Nazionale maggiore, Roberto Mancini.
Nelle vesti di collaboratore nello staff di Mancini è protagonista, insieme ad altri volti noti della Sampdoria degli anni ’90 (come Lombardo, Vialli e Invernizzi), della straordinaria vittoria di Wembley 2021. La bella storia di Alberico Evani nelle selezioni azzurre termina, però, in modo brusco il 27 luglio del 2023, quando il presidente federale gli offre, a mo’ di elegante buonuscita, la panchina, poi rifiutata, della Nazionale femminile.
Dopo quel famoso “rimpasto” federale dell’estate 2023, Evani resta in attesa di una chiamata da parte di qualche club, dopo aver rifiutato di seguire Mancini in Arabia Saudita. Come ben sappiamo, e abbiamo precedentemente detto, è ben profetica l’intervista rilasciata a Carlo Tagliagambe il 28 marzo scorso: alla domanda “ E se Mancini trovasse una squadra e la contattasse come vice?” Evani rispose: “gli direi di si, può sempre contare su di me”. E cosi sarà: Alberico Evani si vestirà di blucerchiato per la più ardua delle sue imprese: salvare la principessa sampdoriana dal drago della Serie C. L’ex Chicco rossonero, già “uomo decisivo” nel Milan sacchiano, ha già dimostrato di essere l’uomo giusto in contesti come quello dell’attuale Samp: perché il suo stile di gioco è incentrato su una attenzione alla tattica e all’equilibrio della squadra, cercando di lavorare soprattutto sulla gestione del possesso palla, sull’aggressività in fase difensiva e sull’organizzazione del gioco. Oltre a ciò Evani ha già lavorato benissimo con i giovani, anche a livello di club, dote essenziale per questa Samp che, a causa anche dei suoi problemi economici, ha l’età media più bassa della seconda divisione: 23,7.
Come concludere? Ovviamente facendo i migliori auguri ad Alberico Evani: cuore rossonero, uomo di sport nobile che, anche per il suo essere hombre vertical in un mondo di oscure e immeritocratiche sponsorizzazioni, sta avendo finalmente la sua grande chance.

BIO: Stefano Terranova, nato a Policoro (Mt) 37 anni, insegnante di Storia e Storia dell’Arte. Seguo il calcio per passione, convinto che dietro un pallone che rotola c’è sempre una storia interessante da raccontare, dietro un gesto tecnico un pò si sprezzatura da ammirare
Una risposta
Evani era al Milan gia da anni quando arrivo’ Sacchi e fece scoprire al mondo che Evani era un campione. Speriamo che ora Mancini sia per l’Evani allenatore quello che fu Sacchi per l’Evani calciatore. Sicuramente merita tutta la fortuna che non ha avuto in questi ultimi anni