L’IMPORTANZA DEL POSSESSO PALLA NEL CALCIO MODERNO

Il compito principale di un allenatore è portare la propria squadra a un livello competitivo tale da poter vincere le partite.
Per raggiungere questo obiettivo, ogni tecnico deve sviluppare strategie e metodi per gestire efficacemente le due fasi fondamentali del gioco: fase di possesso palla e di non possesso palla. Si tratta di due scenari distinti che richiedono alla squadra atteggiamenti diversi. Sarà poi la coerenza metodologica dell’allenatore a determinare quanto questi due approcci siano quanto più interconnessi.

Concentriamoci oggi su una di queste fasi: il possesso palla.

Per vincere le partite, è fondamentale riuscire a portare il pallone nella porta avversaria. Trovare il modo migliore per finalizzare le azioni con un gol, saper gestire la palla con efficacia sono aspetti importanti della fase di possesso palla.
Tuttavia, la ricerca del risultato ha progressivamente attribuito al possesso palla anche una valenza difensiva. In altre parole, per impedire all’avversario di giocare o di poter attaccare, talvolta si preferisce mantenere il possesso il più a lungo possibile, cercare di risolvere le situazioni con calma e con il passaggio “sicuro” anche a scapito di una giocata più rischiosa che ne faccia perdere il possesso e dover fare una fase difensiva senza palla. Si attua così una sorta di difesa preventiva attraverso il mantenimento del pallone. Questo approccio è esso stesso una strategia per ottenere il risultato, seppur in modo indiretto, poiché impedisce all’avversario di avere la palla e, di conseguenza creare occasioni per segnare.

Ciò va in controtendenza rispetto all’opinione secondo cui chi privilegia un possesso prolungato sia meno orientato al risultato nell’immediato.
Va detto che le squadre che adottano costantemente questo approccio sono relativamente poche, sebbene molte squadre lo utilizzino in momenti specifici della partita.

A questo punto, la domanda cruciale è: esiste una correlazione diretta tra possesso palla e risultato finale? Indubbiamente sì, almeno in parte, poiché senza un buon controllo del pallone nelle diverse situazioni di gioco è difficile creare occasioni e segnare.
Tuttavia, a livello mediatico e nel dibattito comune, per “possesso palla” si intende spesso il mantenerlo per una percentuale di tempo superiore all’avversario, un possesso finalizzato al dominio territoriale e del gioco. Quindi, la domanda diventa: mantenere il possesso più a lungo dell’avversario aumenta davvero le probabilità di vincere?

In questo articolo proveremo a esplorare questa questione.

Uno dei luoghi comuni più diffusi nel calcio degli ultimi vent’anni recita: “È meglio vincere che giocare bene”. Questo solleva un’altra domanda: è davvero così facile vincere giocando male?
O addirittura, si vince più spesso giocando male?
Ma cosa si intende, allora, per “giocare bene”, termine spesso quasi demonizzato? Un altro mito da sfatare è l’equazione secondo cui la squadra che mantiene maggiormente il possesso palla sia automaticamente quella che “gioca bene”.

Secondo questa visione comune, il “bel gioco” coinciderebbe con il dominio del possesso, indipendentemente dall’efficacia offensiva.
Sorge spontanea un’ulteriore domanda: mantenere il possesso è di per sé sufficiente per definire una squadra come praticante del “bel gioco”?

Sicuramente riuscire a gestire il pallone coinvolgendo nelle azioni offensive il maggior numero di giocatori e mantenere la palla per lunghi tratti della gara è un lavoro importante e non facile da realizzare per nessuna squadra.

Indubbiamente, Pep Guardiola ha influenzato profondamente il calcio degli ultimi vent’anni, combinando elevate percentuali di possesso palla con la conquista di risultati importanti; o meglio, raggiungendo tali risultati attraverso l’importanza data alla gestione del pallone e al suo recupero immediato.

È ormai un concetto largamente accettato da allenatori e addetti ai lavori che il pallone vada preservato e gestito con cura. Lo si osserva a molti livelli: ad esempio, la crescente tendenza a costruire l’azione dal basso, evitando lanci lunghi e duelli proprio per non perdere il controllo della sfera.
Tuttavia, il calcio è in continua evoluzione: le pressioni offensive sono diventate più aggressive rispetto a qualche anno fa, aprendo spazi alle spalle della prima o seconda linea che possono essere attaccati più direttamente, portando a una riconsiderazione anche delle strategie di costruzione.

Lasciamo in sospeso le domande precedenti, invitando ogni lettore a riflettere e trovare le proprie risposte, e concentriamoci sulla questione principale: il possesso palla è un fattore determinante per i risultati?
Per approfondire, condividerò alcuni dati emersi dalla mia tesi di laurea magistrale in Scienze Motorie, discussa presso l’Università Statale di Milano con la supervisione dei professori Domenico Gualtieri e Athos Trecroci. In questo studio, abbiamo analizzato la relazione tra la percentuale di possesso palla e alcuni indici chiave di pericolosità offensiva; Palle giocate in area di rigore avversaria, Occasioni ed i Goal, esaminando un campione significativo di 342 partite di Serie A e 111 partite di un settore giovanile professionistico.

Si è deciso di prendere in esame squadre che hanno avuto stili di gioco differenti tra loro e diversa posizione finale nella classifica punti, scegliendo così squadre di alta, media e bassa classifica.

Sogetti, Materiali e Metodi

I soggetti presi in esame hanno disputato le gare nella stagione 2021-2022, i soggetti sono tutte le categorie agonistiche di un settore giovanile professionistico quali: U15, U16, U17, U18, U19, e 9 squadre della Serie A e sono: Milan, Inter, Napoli, Atalanta, Genoa, Cagliari, Torino, Fiorentina e Sassuolo.

La raccolta dati è avvenuta selezionando le voci dai Report PANINI DIGITAL LOG v.18.2, i report sono il risultato tecnico-tattico dell’analisi fatta dall’azienda Panini Digital, dopo aver visionato e analizzato i video delle partite.

I risultati ci mostrano:

Dalle analisi fatte sul complessivo dei dati delle squadre giovanili professionistiche si è evidenziato che una correlazione diretta del possesso palla e goal non c’è, mentre la correlazione che si presenta su altri dati presentati come possesso palla e occasioni esiste; esiste per altro una correlazione indiretta tra possesso palla e goal, dove i goal hanno una correlazione diretta con le occasioni e le palle giocate in zona area e il possesso palla ha una correlazione diretta con palle giocate in zona area cosi come il possesso palla con le occasioni.

Nella tabella soprastante (4), vediamo come nelle squadre di Serie A analizzate il possesso palla sia un indice di pericolosità offensiva, con una relazione diretta con il goal seppur in modo più debole, oltre che avere una relazione diretta con le palle giocate in zona area e le occasioni create.

Le altre correlazioni sono tra i palloni giocati in area e le occasioni create, ed una correlazione tra occasioni ed i goal.

Invece quando abbiamo diviso per stili di gioco (5), dove le squadre con media possesso palla oltre il 54% e le altre con le medie più basse, c’era una differenza di pericolosità in tutti gli indici, dove lo stile con una percentuale di possesso più alta ha avuto, maggior quantità media di palle giocate in zona area, maggior numero di occasioni media per partita, maggior numero di media goal per partita.

Analizzando anche le avversarie delle squadre usate come campione, si è visto la
correlazione tra il possesso palla e gli indici di pericolosità offensiva, andando
nel dettaglio abbiamo riscontrato una correlazione con tutti gli indici di pericolosità osservati, c’è correlazione con i goal.

Conclusioni

I dati stabiliscono che le squadre di successo sono caratterizzate da uno schema di gioco offensivo con maggior possesso e più presenza nella zona centrale offensiva (CASAL et al., 2017)

I risultati del nostro studio hanno fornito indicazioni significative riguardo alla domanda di ricerca. I dati hanno evidenziato diverse correlazioni importanti. In particolare, è emersa una sorta di “catena causale”: una maggiore percentuale di possesso palla tende a correlarsi con un maggior numero di palloni giocati nell’area di rigore avversaria; questi ultimi, a loro volta, sono correlati a un maggior numero di occasioni da gol create, e, infine, le occasioni da gol sono correlate ai gol effettivamente segnati.

Analizzando specificamente il campione relativo al settore giovanile, abbiamo riscontrato una correlazione significativa tra possesso palla e palloni giocati in area, e tra possesso palla e occasioni create.
Indagare le ragioni di eventuali differenze rispetto ai dati della Serie A (ad esempio, una correlazione meno diretta tra occasioni e gol nel settore giovanile) meriterebbe uno studio più approfondito.

Le cause potrebbero risiedere in una diversa capacità dei giovani calciatori nel riconoscere il momento giusto per finalizzare l’azione, in una minore efficacia nella conclusione rispetto al volume di gioco prodotto, o in altre specificità dei contesti giovanili analizzati che andrebbero ulteriormente esplorate anche con altri settori giovanili.

Di conseguenza, appare evidente l’importanza di sviluppare metodologie di allenamento mirate a migliorare l’efficacia dei giovani calciatori nell’ultimo terzo di campo, integrandole nei percorsi formativi. Poiché il possesso palla si rivela un fattore così rilevante nella determinazione del risultato, è cruciale che i giovani calciatori migliorino costantemente e acquisiscano le competenze tecniche tattiche e psicologiche necessari per gestire il pallone con la sicurezza necessaria.
Imparare a riconoscere e risolvere le diverse situazioni di gioco in un calcio sempre più rapido e tecnicamente evoluto è la sfida dei settori giovanili.
Oggi questo sport è diventato più esigente: richiede basse percentuali di errore nel trattamento del pallone in ogni zona del campo. La velocità con cui si susseguono gli eventi impone una maggiore abilità nel prendere decisioni rapide ed efficaci. Non è più sufficiente saper giocare semplicemente in verticale

quando si è sotto pressione; riconoscere e adattarsi alle mutevoli situazioni tattiche è una competenza fondamentale del calciatore moderno – basti pensare all’evoluzione del ruolo del portiere e a cosa gli viene richiesto oggi anche in fase di costruzione per comprenderne l’importanza.

Chiaramente, realizzare un possesso palla efficace (sia in termini di qualità che di quantità) dipende da numerosi fattori interconnessi, come evidenziato da diversi studi.
Tra questi elementi figurano: la lunghezza e la velocità dei passaggi, la qualità tecnica individuale e collettiva dei giocatori, l’andamento del punteggio durante la partita, il fattore campo (giocare in casa o fuori), la disposizione tattica della squadra al momento della riconquista del pallone, la specifica zona di campo in cui si sviluppa il possesso, la durata media di ogni sequenza di possesso, nonché le strategie adottate dalla propria squadra e dagli avversari.

In definitiva, la capacità di coniugare un possesso palla quantitativamente e qualitativamente valido con un’elevata efficacia offensiva emerge come uno degli indicatori più rilevanti per raggiungere la vittoria.

L’efficacia del possesso nel generare pericolosità dipende criticamente da come viene gestito in relazione a diverse variabili: la zona di campo (un possesso sterile a centrocampo ha un impatto diverso rispetto a uno sviluppato nella trequarti avversaria), il timing delle giocate (capire quando è opportuno mantenere il controllo e quando invece accelerare o verticalizzare), la qualità tecnica dei propri giocatori rapportata a quella degli avversari, la precisione dei passaggi nelle zone nevralgiche del campo (specialmente nell’area di rifinitura) e l’intesa (le relazioni tecniche e tattiche e socio affettive) tra i giocatori e l’organizzazione di gara della propria squadra e degli avversari.

Tutti questi fattori interagiscono e influenzano la capacità di trasformare il volume di gioco prodotto in concrete occasioni da gol e, quindi, in risultati positivi.

BIO: Erdal Karaman

Allenatore UEFA A

Laurea Magistrale in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport.

Master in Teoria e Metodologia della Preparazione Atletica nel Calcio.

Preparatore Atletico FIGC Settore Giovanile

Attualmente collabora come Allenatore in seconda e Match Analyst in Premier League Maltese.

Passione per la lettura, per i film e le camminate.

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