EURO ’24 – LE NAZIONALI – DANIMARCA: IL CALCIO NEL PAESE FELICE

La Danimarca è tra i paesi più felici del mondo, grazie al suo inconfondibile mix di benessere, natura e relax. Sembra che questo benestare generale abbia contagiato anche il calcio, da sempre uno degli sport più seguiti nel Paese nordico, che ha regalato, a questa piccola nazione di cinque milioni di abitanti, grandi prestazioni a livello internazionale, come quella del Mundial messicano del 1986 e come è avvenuto nell’ultima edizione degli europei, dove i biancorossi raggiunsero la semifinale contro l’Inghilterra.

Ma il momento più alto della Danish Dynamite resta la campagna europea del 1992, durante la quale i danesi, ripescati al posto della Jugoslavia, vinsero il torneo. Quelle versioni vincenti e attraenti di calcio hanno fatto del collettivo la loro forza, cercando di sfruttare al meglio quelle poche, ma eccelse, individualità, come i fratelli Laudrup e il portiere Peter Schmeichel.

Ha vissuto anche momenti complessi durante gli anni 2000, mancando le qualificazioni al mondiale tedesco e all’europeo di Austria e Svizzera.

Come ad esempio hanno fatto altre federazioni, in primis il Belgio, la DBU (Federazione calcistica della Danimarca) ha investito sui giovani e alcuni risultati di rilievo sono stati raggiunti a livello giovanile. 

Non deve passare inosservata la recente performance della squadra under 17, nella quale i danesi si sono arresi soltanto in semifinale contro l’Italia. Qualche anno fa, nel 2019, l’under 21 sfiorò il passaggio del turno nel torneo italiano destando un’ottima impressione.

Questo rinascimento, come alcuni l’hanno definito, ha avuto il suo impatto anche sul mercato. La Danimarca ha tra i tassi più alti di esportazione di calciatori, tanti tra i convocati per i prossimi campionati europei giocano nei campionati esteri più importanti, in primis in Premier League, dove al Brentford esiste una piccola colonia di quattro danesi, tre dei quali (Norgaard, Jensen e Damsgaard) convocati per Euro 2024.

Nessun calciatore milita nella Superligaen danese.

In Serie A attualmente militano Kjaer, che ha salutato il Milan, Kristensen della Roma e Kristiansen del Bologna, altri ancora sono passati dal nostro campionato e hanno lasciato il segno, come l’ex interista Christian Eriksen e Morten Hjulmand, che ha militato nel Lecce, nel quale era anche capitano, e che proprio in Italia ha conosciuto una crescita esponenziale. Quest’anno ha giocato nelle file dello Sporting Lisbona e si è tolto la soddisfazione di vincere il campionato portoghese. Non si può non citare il capocannoniere danese durante le qualificazioni, Rasmus Hojlund, che è stato lanciato da Gasperini nell’Atalanta e che è andato a giocare in Premier con il Manchester United, con il quale quest’anno ha vinto la FA Cup. 

Dopo l’ottima prestazione di Euro 2020, dove la Danimarca ha conosciuto un inizio difficile all’esordio contro la Finlandia, perdendo anche per effetto dello shock emotivo subito per il malore a Eriksen, la squadra è cresciuta raggiungendo la semifinale. Attesa come possibile sorpresa in Qatar, le aspettative si sono sciolte al sole del deserto arabico, con un’eliminazione al primo turno, frutto di un misero punto in tre partite. Le qualificazioni a Euro 2024 non erano partite nel migliore dei modi con la sconfitta contro il Kazakhstan che poteva inficiare sul cammino dei biancorossi. Tuttavia i danesi sono arrivati primi nel gruppo H, grazie alla vittoria nello scontro diretto contro la Slovenia, che ha totalizzato lo stesso numero di punti (22).

Ci si attende, dunque, una prestazione convincente dei biancorossi che sono guidati da Kasper Hjulmand dal 2020 che aveva in precedenza allenato in patria il Lyngby, Nordsjælland e Midtjylland, che ha come filosofia di gioco quella del calcio totale degli Oranje e di Johan Cruijff, di cui è un grande estimatore.

Ciononostante, sa cogliere nel calcio la sua complessità, e cerca di interpretare le partite con un realismo, per così dire, machiavellico, perché ha riferito che bisogna essere un pò Pep (Guardiola), un pò Simeone. Il profilo professionale di Hjulmand si associa anche a quello umano, che si fonda sul principio dell’approfondimento dei legami umani e dell’ascolto dei suoi calciatori. Pressing alto, costruzione dal basso, quando è possibile, volontà di dominare l’avversario e fare gol, fanno parte del credo calcistico dell’allenatore danese che solitamente impiega un 1-4-3-3 ma che ad Euro 2024 potrebbe utilizzare il 1-3-5-2, con Maehle e Kristiansen impiegati come ali basse.

In porta ci sarà l’esperto Kasper Schmeichel, figlio d’arte e veterano della squadra danese. A protezione di Schmeichel, Kjaer, Andersen e Vestergaard. A centrocampo Christensen del Barcellona, Højbjerg e la classe di Eriksen, che nel 2022 è tornato anche al gol con i biancorossi. Terminali offensivi saranno probabilmente Hojlund e Wind. La formazione danese è un mix di esperienza e gioventù che può davvero stupire. E dello stupore ha fatto la sua principale prerogativa.

E allora, cosa attendersi dai danesi a Euro 2024?

Sicuramente il girone non è dei più semplici, ma la Danimarca è una squadra in grado di impensierire qualsiasi avversario. Esordirà il 16 giugno contro la Slovenia. Le due nazionali si conoscono bene, visto che si sono affrontate nel gruppo di qualificazione agli europei. Partire bene contro gli slavi – che non hanno mai battuto i danesi – darà morale e consentirà di affrontare al meglio le due sfide cruciali, contro la forte Inghilterra e l’enigmatica Serbia, rispettivamente in programma il 20 e il 25 giugno.

Riscattare la brutta prova del Qatar e arrivare più lontano possibile sarà l’obiettivo che la Danimarca cercherà di ottenere a Euro 2024 perché, come ha dimostrato in passato, i pronostici possono essere sovvertiti.

BIO Vincenzo Pastore: Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.

Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.

Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”

Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.

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