EURO ’24 – LE NAZIONALI – TURCHIA: LA MEGLIO GIOVENTÙ TURCA

Quando la UEFA ha scelto la sede di EURO 2024, sicuramente non si è fatto festa solo dalle parti di Berlino, che dopo diciotto anni tornava ad ospitare un grande evento calcistico, ma anche nel Bosforo, dove avranno accolto con grande gioia questa notizia.

E’ noto, nel Paese tedesco vivono un milione e mezzo di turchi, che dagli anni sessanta, grazie ad alcuni accordi tra la Germania e la Turchia, sono giunti per trovare lavoro e migliorare la loro vita. Da allora i turchi si sono ben integrati e tanti giocatori come Emre Can, Gundogan e soprattutto Mesut Ozil hanno scelto la Mannschaft. Alcuni, però, non hanno dimenticato le loro origini.  Due esempi su tutti: Hakan Calhanoglu, giocatore dell’Inter nato a Mannheim, e lo juventino Kenan Yildiz che è nato a Ratisbona.

La Turchia partecipa per la sesta volta ai campionati europei di calcio e ha ottenuto anche grandi risultati. Nel 2000, dopo la sconfitta contro l’Italia all’esordio, pareggiò con la Svezia e vinse contro i padroni di casa del Belgio, riuscendo a qualificarsi ai quarti, dove fu sconfitto dal Portogallo.

Nel 2008 la Turchia arrivò seconda nel gruppo A dietro al Portogallo. Ai quarti affrontò la Croazia. Dopo il vantaggio di Klasnić al 119’, quando ormai si profilava l’eliminazione, la Turchia riuscì a pareggiare con Semih Senturk al 121’.

Ai rigori la spuntò la Turchia che così, sei anni dopo la semifinale mondiale persa contro il Brasile, si riaffacciava tra le prime quattro di una grande competizione. Il sogno turco si fermò però di fronte alla Germania della nuova generazione multietnica e fatta anche di turchi. Finì 3 a 2 per i tedeschi ma la Turchia restò nella storia. La buona tradizione calcistica del paese di Ataturk darà la possibilità alla Turchia di organizzare gli Europei del 2032 con l’Italia, un successo per tutto il movimento calcistico turco.

La Turchia è giunta agli europei arrivando prima nel gruppo D davanti alla forte Croazia, conquistando la vetta grazie al successo di Osijek dello scorso 12 ottobre. Gran parte delle qualificazioni si sono svolte sotto la guida di Kuntz, che è stato sostituito poi da Vincenzo Montella che ha esordito proprio nella partita cruciale contro i croati. La carriera d’allenatore dell’Aeroplanino la conosciamo più che bene. Ha meritato la panchina della nazionale turca grazie alle buone prestazioni con l’Adana Demirspor, che per la prima volta ha partecipato alle coppe europee.

In chiaroscuro le prestazioni delle amichevoli che precedono la fase finale del torneo.

Pesa come un macigno l’1-6 subito dall’Austria, anche se a novembre scorso la Turchia era riuscita a battere la Germania per 3-2. Contro l’Italia non ha sfigurato, anche per i nostri demeriti – e si è detto per i carichi di lavoro -, ottenendo un buon pareggio.

Montella ha usato un 1-4-2-3-1 con Bayindir tra i pali, Muldur, Bardakci, Kabak e Celik dietro, a centrocampo Ayhan e Calhanoglu, Yildiz, Yazici e Aydin dietro alla punta Yilmaz.

Nell’altra amichevole, sconfitta invece contro la Polonia, decisamente alla portata degli uomini di Montella e non nel loro momento storico migliore. I polacchi hanno vinto 2 a 1 ma la Turchia ha giocato a viso aperto e ha sprecato un buon numero di occasioni, forse un punto su cui Montella deve lavorare. Swiderski ha portato in vantaggio la Polonia al 12’, pareggio nel secondo tempo di Yilmaz. Tante occasioni per la Turchia prima del gol vittoria della Polonia del romanista Zalewski. Il ct ha scelto un 1-4-2-3-1 con Gunok tra i pali, Müldür, Bardakçı, Akaydin e Ayhan, a centrocampo davanti alla difesa Ozcan e Calhanoglu, a supporto della punta Kilicsoy, Akturkoglu, Kokcu e Kahveci.

Ci vorrà comunque la migliore Turchia per poter ambire a un gran torneo. La rosa ha diversi giocatori nati negli anni 2000, la seconda più giovane dietro alla Repubblica Ceca. Riuscirà la freschezza e la spregiudicatezza giovanile a portare lontano la nazionale?

Tutto gira attorno a Calhanoglu, stella indiscussa dei rossi. La sua classe dovrà illuminare il gioco. Oltre a Yildiz e all’interista, Celik (Roma) completa la lista degli “italiani”. Anche Demiral ha calcato i per diversi anni i campi della Serie A.

Occhio poi alle prestazioni di Kabak, che spesso era stato accostato al Milan, di Kokcu del Benfica, di Ozcan del Borussia Dortmund e soprattutto di Arda Guler del Real Madrid. Non manca ovviamente talento a questa nazionale che forse, vista la giovane età, potrebbe peccare di inesperienza.

Il girone poi è decisamente alla portata: esordio “facile” contro la Georgia, prima del match contro il Portogallo. La qualificazione presumibilmente sarà decisa contro la Cechia all’ultima giornata. Gli ottavi sono alla portata, poi nel calcio non si sa mai, perchè la Turchia nel recente passato ha mostrato di poter compiere imprese inaspettate.

BIO: Vincenzo Pastore. Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.

Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.

Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”

Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.

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