In archivio la 1^ giornata dei gruppi di Euro 2024 in Germania. Poche sorprese dai risultati, la più eclatante lo 0-1 inflitto dalla Slovacchia al Belgio, nazione in cui Lukaku sembra soffrire di una sorta di maledizione per le partite internazionali: le finali Uefa con l’Inter, i 2 gol annullati a Francoforte in questo esordio… Ma la squadra di Domenico Tedesco, che non ha utilizzato neanche per un minuto DeKatelaere, è parsa in affanno e in calo tecnico rispetto alle versioni degli ultimi 4-5 anni. Nessuna individualità è spiccata tra gli avversari, organizzati da squadra e senza grandi timori reverenziali nonostante una sofferenza oggettiva sugli attacchi dei belgi.
La sorpresa più grande sono le debacle della Scozia (c’è un divario con la Germania, innegabile, ma 5-1 all’esordio chi se lo aspettava) e soprattutto quello della Croazia di Modric, Brozovic, Gvardiol spazzata via dalla Spagna. Non sono state nemmeno così furie, le rosse iberiche, ma non c’è stata proprio gara. Ho apprezzato molto la difesa del CT De La Fuente, senza più mostri sacri come lo erano Ramos e Puyol, ma compatta e attenta. Mi è piaciuta molto più di altri reparti dove a Rodri e l’ottimo Fabian Ruiz è bastato giocare a livelli normali per eccellere.
Detto dei tedeschi arrembanti all’esordio, con eccellenti individualità in campo e in panchina, eppure – mi pare – un gradino sotto le aspettative e rispetto soprattutto alla Francia. Non che i ragazzi di Deschamps abbiano brillato, tutt’altro (c’è voluta una paratona di Maignan per salvare la ghirba conquistata con una fortunatissima autorete, anche se Mbappé si è divorato il 2-0 con un errore non da lui: in bocca al lupo per la guarigione dopo la frattura al naso!)ma, a proposito di panchina, è stata proprio quella a colpire – non solo me – nel debutto di Monaco. Accanto al tecnico a Dusseldorf si sono seduti Pavard, Camavinga (che adoro), Tchouameni, Giroud, Kolo Muani, Fofana, Coman, Konatè e l’astro Barcola. Credo che di questi 10, almeno la metà sarebbero titolari azzurri, così a spanne. Se i vicecampioni del mondo sprigioneranno la loro forza e troveranno gli equilibri, domineranno la manifestazione. Non sorridete, ma un difetto di fabbrica mi sembrano Thuram, Mbappé e Dembelè in una linea a 3 che non aiuta i primi 2 in particolare, nei movimenti e nelle posizioni.
A proposito di equilibrio: eccellente gli avversari dei francesi, l’Austria di Ragnick, bene in pressing e (abbastanza) in chiusura, un po’ leggera in avanti dove dopo un’ora di gioco ha dovuto ricorrere ad Arnautovic, non brillantissimo. Problema che ha pure l’Olanda, a lungo imbrigliata dalla Polonia: mancano attaccanti di peso tra i tulipani: se poi Koeman tiene in panca Wenghorst (che infatti entra e segna il gol della vittoria) e Zirkzee per tutta la partita, vien da farsi qualche domanda. Niente da fare per capitan Zielinski e Lewandowski, in panchina proforma perché inutilizzabile. Ricomparso tra le riserve Piatek.
Slovenia-Danimarca vince la palma di gara più noiosa della prima giornata, 1-1 scialbo e senza sussulti apprezzabili, mentre moltissimo ha deluso l’Ucraina con uno sconcertato Shevchenko nel 3-0 patito a Monaco dalla Romania in cui è brillata, a mio avviso, la stella più luminosa di questa prima tornata: Stanciu, gran gol del vantaggio e tecnica fine.
Molto, molto rivedibile la “mia” Inghilterra, dominante all’inizio e poi via via intimidita da una Serbia tutt’altro che trascendentale, anzi a sua volta deludente nelle sue star Vlahovic, Kostic, Milinkovic Savic. Comunque credo che Southgate abbia la rosa migliore dopo quella di Deschamps.
Bene la Svizzera sull’Ungheria che pensavo francamente meglio, peccato per la Georgia che si è battuta con grande ardore contro i turchi (superiori e che goal Arda Güler!), sfiorando 2 volte il pari al 90’ e beccando il 3-1 nel recupero.
Nell’ultima gara il Portogallo si conferma squadra che può ambire al titolo europeo nonostante la vittoria, contro la Repubblica Ceca, arrivi soltanto nei minuti di recupero grazie al goal del subentrato Francisco Fernandes Conceicao.
Infine, i nostri Azzurri. Bene l’atteggiamento e il risultato, bene Scamacca e gli interisti, meno bene il punteggio che poteva e doveva essere più rotondo. C’è subito la Spagna per capire di che pasta siamo fatti. Ad ogni modo io mi sto divertendo, l’abbuffata di calcio mi diverte sempre: più delle chiacchiere, delle polemiche, delle discussioni, è del campo che mi nutro. E me lo godo comunque (anche se mi aspetto che il livello cresca). Perché non dimentico i motivi per cui nel 2020 dovemmo rinunciare a questo e non dimentico la gioia del 2021.
BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.
Una risposta