Germania-Danimarca sarà una gara che ci riconduce a un momento amarcord. Un momento che, in parte, esorbita dal perimetro degli stadi. La nazionale danese fu ripescata a Euro ’92 a causa dell’esclusione dell’ex Jugoslavia, area geopolitica critica in cui soffiavano venti di guerra. Fu l’annata magica della Danimarca che, da Cenerentola, arrivò contro ogni pronostico a giocarsi la finale contro la Germania, vincendola clamorosamente per 2-0.
La storia nella storia è quella del centrocampista classe 1962 Kim Vilfort, per il quale la vittoria dell’Europeo rappresentò un bagliore di luce in un periodo straziante, culminato con la morte della figlia Line per leucemia. Kim Vilfort che era costretto a fare la spola tra Svezia e Danimarca per stare vicino a Line. Fu proprio quest’ultima a incoraggiare il papà ad andare a giocare la finale. Kim sarebbe rimasto volentieri al capezzale della bambina, ma lei voleva che il papà gli esaudisse un ultimo desiderio: portare quella coppa a casa. Storia pervasa da un alone di magia, come se il Cielo avesse fatto la sua parte.
Anche quella odierna è una bella montagna da scalare per i danesi. Non si giocherà in Svezia bensì in Germania. Il teatro sarà il Signal Iduna Park di Dortmund, a circa sei ore di auto dal confine danese. I precedenti generali sorridono ai tedeschi, che hanno conquistato 15 vittorie in 8 gare. Discorso molto diverso per quanto riguarda le partite del nuovo millennio, nelle quali i tedeschi hanno vinto appena una volta su sei. Non è la Danimarca dei fratelli Laudrup né forse quella eccellente dello scorso europeo, ma rimane una squadra quadrata. Confrontando le rose delle ultime due competizioni, si nota che i numeri dall’1 al 6 appartengono agli stessi calciatori. 17 componenti su 26 della rosa attuale hanno raggiunto la semifinale a Euro 2020.
Dal canto suo, la Germania è rinnovata. Allenata dal giovane Julian Nagelsmann (37 anni ancora da compiere), la nazionale teutonica vuole riscattarsi dopo l’ultimo grande torneo disputato in casa. Nel 2006, per nostro gaudio, la squadra di Klinsmann si arrese in semifinale sotto i colpi di Grosso e Del Piero. Quella attuale è una compagine superiore. Non ai livelli di quella devastante del 2014 ma zeppa di talento in varie fasi del campo. Avesse un Miro Klose sarebbe senza dubbio la squadra da battere. Rimane tuttavia una delle favorite. La star è quel Jamal Musiala, che può essere definito all’unanimità un talento generazionale. E dire che il classe 2003 di origini ghanesi ha rischiato di giocare per l’Inghilterra. La sua trafila nelle nazionali giovanili non è stata lineare, in quanto ha iniziato vestendo la maglia dei Tre Leoni, per poi passare a quella tedesca e tornare a indossare quella inglese fino all’under 21. La federazione tedesca ha avuto la meglio nel 2021, utilizzando la carta vincente della promessa di esordio in nazionale maggiore. Da giovanissimo Jamal si è guadagnato il posto da titolare e non l’ha mai lasciato.
Le due squadre si ritrovano contro in una gara da dentro o fuori. I tedeschi, padroni di casa e nazione ospitante, partono con i favori del pronostico. Dal lato danese il calciatore più rappresentativo è quel Christian Eriksen che ha tenuto sul fiato sospeso gli spettatori di tutto il mondo all’ultimo europeo a causa di un malore che ha fatto temere per la sua vita. Il recupero è stato miracoloso, al punto che l’ex Inter milita nel Manchester United ed è tornato a essere il faro della squadra di Kasper Hjulmand. I riflettori saranno puntati anche su Morten Hjulmand, ex Lecce e tra i protagonisti del girone danese. Non c’è alcuna relazione di parentela con il CT. La Danske Dynamite è una squadra esperta ma non anziana. Non vi sono “dinosauri” in campo e diversi calciatori sono nel pieno della carriera. Pensiamo al centrale del Barcellona Andreas Christensen oppure all’ex Bayern Pierre-Emile Højbjerg.
I danesi non hanno impressionato nelle due gare contro nazionali alla portata. Paradossalmente avrebbero meritato di più contro la nazionale del Tre Leoni. Danesi che conoscono a menadito il calcio inglese, in quanto diversi effettivi della rosa meritano in Premier League. Ben quattro militano o hanno militato nel Brentford. Hjulmand opta per un 1-3-4-2-1 molto quadrato. I tre centrali sono rocciosi e amano giocare il pallone. Vestergaard non ha vissuto annate esaltanti ma è in ripresa. La difesa d’altronde ha dimostrato solidità nelle gare del girone, concedendo abbastanza poco. Due i gol subiti dai danesi, due quelli subiti dai tedeschi. Girone della Germania più semplice e squadra di Nagelsmann che a tratti è stata devastante. Adesso si ritroverà tuttavia di fronte una nazionale vera, solida, esperta, forte difensivamente e capace di sfruttare i momenti.
La Germania ha ottenuto il primo posto solo allo scadere. La rete decisiva è stata segnata da Niclas Füllkrug, attaccante non al livello dei predecessori, non al livello della media dei compagni attuali ma in grado di togliere le castagne dal fuoco. Il centravanti del Borussia Dortmund ha timbrato il cartellino anche in occasione del fiasco mondiale nell’autunno inoltrato del 2022. Il livello della competizione tuttavia si alza e servirà la Germania della prima gara. Füllkrug è entrato nella ripresa, visto che il CT ha preferito optare per un attacco senza punti di riferimento. Non è andata granché bene, ragion per cui la formazione contro i danesi dovrebbe essere diversa. Se la nazionale teutonica non dovesse segnare presto, la gara assumerebbe contorni indecifrabili. L’avversaria è in grado di fare fronte alla forza d’urto dei panzer teutonici e anche di bloccare tatticamente le fonti di gioco tedesche. Kroos, all’ultimo torneo della carriera (l’unico di un certo livello che non ha mai conquistato), è pronto ad assumere le redini della squadra, ergendosi a direttore d’orchestra. Tony Rudiger, compagno al Real Madrid, è la colonna portante difensiva preposta a disinnescare le minacce avversarie. Il diretto rivale sarà quel Rasmus Hojlund prelevato a suon di milioni dallo United dopo una stagione alla Dea di Re Mida Gasp, ma che non ha pienamente convinto in Premier e ha finora deluso nel torneo continentale.
La differenza tra le due squadre risiede nella maggior tecnica dei tedeschi tra centrocampo e attacco. Tuttavia, i già citati centrocampisti danesi giocano ad alti livelli in Premier e non sono gli ultimi arrivati. Se Wirtz e Musiala non sono al top, se i giri del motore di Kroos non vanno a regime, la Danimarca può essere un’avversaria pericolosa. Altre big arrivate prime nel girone hanno pescato rivali decisamente più morbide. La Germania avrà il vantaggio del pubblico a favore ma gli spalti saranno ampiamente popolati anche da tifosi danesi. Si prospetta, pertanto, una gara ricca di contenuti. Due squadre che non giocano con moduli speculari. La nazionale di Nagelsmann è diversa dalle nazionali teutoniche del passato. Quella del 2014 è probabilmente l’ultima squadra tedesca superiore a quella attuale in termini di valori. E le similitudini in termini di gioco e tipologia di uomini non sono poche. Calciatori uguali non esistono ma il Musiala sarà l’Ozil e Havertz assumerà le funzioni del vecchio Müller. Gli ultimi risultati negativi nelle competizioni che contano non hanno dissipato lo scetticismo attorno alla nazionale dell’ex tecnico del Bayern. Sconfiggere una rivale tosta come la Danimarca sarebbe un ottimo viatico per il prosieguo. La nazionale di Hjulmand, semifinalista alla scorsa edizione, si è invece ritrovata, anch’essa, nella parte dura del tabellone. I nordici non partono con il favore del pronostico ma hanno meno pressioni. Chi ha da perdere è la nazionale ospitante, nonché una delle favorite regine.
BIO VINCENZO DI MASO:
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.