L’UTILIZZO DEI GPS NEL CALCIO – 4 – LA CORSA CURVILINEA

LA CORSA CURVILINEA

Nel contesto delle partite di calcio, la corsa rappresenta un elemento cruciale della performance dei giocatori. Le azioni decisive per l’esito di una partita, come correre verso la porta o recuperare una posizione difensiva, sono spesso eseguite con uno scatto. È importante distinguere l’azione lineare da quella in curva, poiché quest’ultima richiede un intervento muscolare diverso.

Ripensando alla mia esperienza, sia quella diretta sul campo sia quella indiretta, osservando nel corso degli anni numerosi allenamenti, non mai notato un focus sull’allenamento della corsa in curva. Sicuramente le proposte con la palla prevedevano le azioni curvilinee, ma il monitoraggio ed una eventuale integrazione non erano prese in considerazione.

Quando un collega mi ha segnalato lo studio sull’argomento di Fitzpatrick, Linsley e Musham, mi ha incuriosito molto ed ho voluto approfondire questo aspetto. Gli autori hanno esaminato le traiettorie delle corse in partita sopra 24kmh, e hanno concluso che un discreto numero di queste azioni avevano un andamento curvilineo, ma che un’analisi più appropriata avrebbe dovuto considerare anche azioni con una soglia di velocità più bassa.

Prendendo spunto da questo studio e seguendo la stessa metodologia per il calcolo della traiettoria di corsa, ma con una soglia di riferimento di 20 kmh, ho elaborato un piccolo algoritmo per analizzare queste azioni.

FIGURA 22

FIGURA 22: Immagine presa dallo studio originale per una visualizzazione del calcolo dell’angolo di curva.

Senza entrare troppo nei dettagli tecnici per la rilevazione della traiettoria di corsa (per chi fosse interessato, lo studio è: Running the curve: a preliminary investigation into curved sprinting during football match-play; John F. Fitzpatrick, Andy Linsley, Craig Musham; 2019 la procedura seguita è stata la seguente: ho valutato tutte le corse superiori a 20 km/h e della durata di almeno 1 secondo per avere un numero su?iciente di punti per e?ettuare il calcolo. Inoltre, queste azioni non dovevano includere cambi di direzione.

Con i primi tre dati veniva calcolata la direzione iniziale della corsa; una corda univa il punto di inizio al punto di fine dell’azione e l’angolo tra queste due linee determinava l’angolo di curva. Le azioni con angoli < 5° erano considerate rettilinee, mentre quelle con un angolo uguale o superiore a 5° erano considerate corse curvilineari, suddivise ulteriormente in tre fasce a seconda dell’angolo (5-10°, 10-15°, >15°).

IN PARTITA

Le corse di natura curvilinea rilevate in partita nel campionato Primavera 3 (11 partite analizzate, 21 giocatori, 86 registrazioni valide, (Fig. 23) rappresentavano più della metà delle azioni con velocità superiore a 20 km/h. Non c’è di?erenza analizzando direzione di curva tra destra e sinistra, se invece valutiamo l’angolo si rileva che la metà avvengono tra 5° e 10°, mentre l’atra metà è equamente suddivisa tra quelle tra 10° e 15° e quelle >15°. Ne consegue che in allenamento la velocità lineare e quella in curva andrebbe allenata in egual misura cercando di variare gli angoli per quest’ultima.

FIGURA 23

FIGURA 23: in tabella sono riportati il numero di scatti che raggiungevano almeno i 20kmh, il numero di questi scatti un angolo di corsa maggiore o uguale a 5° e la relativa percentuale sugli scatti con velocità >20kmh. Le corse in curva sono state suddivise tra corse verso destra e corse verso sinistra, infine sono state suddivise in tre fasce in base agli angoli di curva (5-10°, 10-15°, >15°). Sono riportati il numero medio di scatti per giocatore a partita ± deviazione standard. Nell’ultima colonna è riportata la percentuale di corse curvilinee rispetto al numero totale di scatti con velocità superiori a 20kmh.

IN ALLENAMENTO

Passando dalla partita all’allenamento (Fig. 25), si osserva come nell’esercitazione in spazi stretti (gabbia, 4c4 + portieri, campo 50×40 completamente recintato) ci sia una minore sollecitazione della corsa ad alta velocità in curva rispetto a quella in spazi ampi (7 contro 7 più portieri, a tutto campo, marcatura individuale). Questa differenza ammonta a circa il 50%; rapportando i valori a 20 minuti di esercitazione, in gabbia si hanno circa 4,5 corse in curva contro le 6,6 nel 7c7.

FIGURA 24

Un aspetto interessante da valutare per queste azioni è la differenza per ruolo. La nostra squadra di Primavera 3 analizzata utilizzava prevalentemente il modulo 3-5-2, e ho classificato i calciatori in base al loro ruolo prevalente: attaccanti, centrocampisti, esterni e difensori. Analizzando il numero di azioni curvilinee, si nota come attaccanti ed esterni siano i ruoli che ne e?ettuano il maggior numero. Lo studio citato riportava dati maggiori per gli attaccanti, mentre per gli altri ruoli i valori erano simili. Questa parziale di?erenza potrebbe essere influenzata dalla diversa soglia di velocità scelta per analizzare i dati. Tuttavia, questi risultati ci devono mettere in guardia dal generalizzare e applicare tout court le risultanze di studi scientifici o i dati di nostre esperienze passate, poiché possono essere spunti interessanti, ma vanno sempre verificati nella propria squadra.

FIGURA 24: in tabella sono riportati il numero di scatti che raggiungevano almeno i 20kmh, il numero di questi scatti che presentavano un angolo di corsa >5° e la loro percentuale rispetto agli scatti con velocità >20kmh, dati relativi ai vari ruoli ricoperti dai giocatori (att = attaccanti, cen = centrocampisti, dif = difensori, est = esterni). Sono riportati il numero medio di scatti per giocatore a partita ± deviazione standard. Nell’ultima colonna è riportata la percentuale di corse curvilinee rispetto al numero totale di scatti con velocità superiori a 20kmh.

IN ALLENAMENTO

Passando dalla partita all’allenamento (Fig. 25), si osserva come nell’esercitazione in spazi stretti (gabbia, 4c4 + portieri, campo 50×40 completamente recintato) ci sia una minore sollecitazione della corsa ad alta velocità in curva rispetto a quella in spazi ampi (7 contro 7 più portieri, a tutto campo, marcatura individuale). Questa di?erenza ammonta a circa il 50%; rapportando i valori a 20 minuti di esercitazione, in gabbia si hanno circa 4,5 corse in curva contro le 6,6 nel 7c7.

FIGURA 25

FIGURA 25: In tabella numero di corse in curva registrate durante due esercitazioni diverse: 4c4 in gabbia e 7c7 a tutto campo. Le corse in curva sono suddivise in base all’angolo di curva, è riportato il numero medio di azioni per giocatore. Nella prima riga sono riportati i valori in partita, nella seconda e terza riga sono riportati i valori delle esercitazioni.
Per ogni categoria di angolo di curva sono riportati: il numero di eventi al minuto, la differenza in percentuale tra gli eventi al minuto dell’esercitazione e gli eventi al minuto della partita. Sono evidenziati in rosso i valori uguali o inferiori al 90%.

Considerando la velocità media delle azioni in curva come valore di intensità dell’azione stessa, notiamo che nell’esercitazione in gabbia (Fig. 26) la media di squadra presenta valori molto bassi in tutti gli angoli analizzati. Questo è influenzato dal fatto che alcuni atleti non eseguano nessuna azione di questo tipo, per cui viene conteggiato un valore 0. Anche escludendo questi valori, il quadro che ne emerge non fornisce numeri su?icienti per ritenere lo stimolo adeguato. L’analisi individuale, invece, mostra un quadro variegato: alcuni atleti raggiungono uno stimolo considerato “interessante” in ottica di allenamento, ovvero il raggiungimento di almeno il 90% del picco registrato in partita. La cosa diventa più interessante se osserviamo chi raggiunge questi livelli: nella figura 26 sono evidenziati in rosso gli otto calciatori con i riferimenti più bassi per ogni angolo di curva. Chi raggiunge almeno il 90% rientra sempre tra gli atleti con i valori in partita più bassi.

Sebbene la statistica “giochi a favore” di questi atleti (è più facile raggiungere certi valori percentuali se il riferimento è più basso), la considerazione in ottica di allenamento è che anche in esercitazioni dove un certo tipo di stimolo è secondario, per gli atleti meno dotati nella specifica abilità o che in partita raggiungono valori più bassi, è possibile raggiungere i valori della partita. Questo evidenzia l’importanza del controllo individuale del carico per una programmazione e?icace che possa ottimizzare lo sviluppo e il mantenimento della capacità di performance.

FIGURA 26

FIGURA 26: In tabella i picchi di velocità di corse in curva registrati durante l’esercitazione 4c4 in gabbia. La velocità dell’azione in curva è calcolata come velocità media del tratto di corsa in curva, le velocità sono riportate in kmh.
Le corse in curva sono suddivise in base all’angolo di curva, per ogni angolo di curva nella prima colonna è riportato il picco di velocità nell’esercitazione, nella seconda colonna è riportato il picco massimo raggiunto in partita, sono evidenziati in rosso gli 8 valori più bassi. Nella terza colonna è riportata la percentuale del picco di velocità raggiunto nell’esercizio in rapporto al picco massimo rilevato in partita, sono evidenziati in verdi i calciatori che raggiungono almeno il 90%.
Nella prima riga (MEDIA) è riportata la media di tutti i valori registrati, nella seconda riga (MEDIA NO 0) la media di tutti valori escluso gli 0.

IN SINTESI

L’analisi delle corse curvilinee durante le partite di calcio da me monitorate ha evidenziato che oltre la metà delle corse sopra i 20 km/h segue una traiettoria curvilinea. Non ci sono di?erenze significative tra le curve a destra e quelle a sinistra, ma la metà di queste corse presenta un angolo di curvatura tra 5° e 10°, mentre l’altra metà è equamente divisa tra angoli di 10°-15° e superiori a 15°. Questi dati suggeriscono che l’allenamento dovrebbe includere corse in curva con diverse angolazioni, oltre alle corse lineari. Per la strutturazione di eventuali lavori a secco possono tornare molto utili le linee curve già presenti sul campo da calcio (il cerchio di centrocampo e le lunette delle aree di rigore).

Nei modelli di gioco delle squadre esaminate gli attaccanti e gli esterni sono i giocatori che e?ettuano il maggior numero di corse curvilinee. Questo indica l’importanza di personalizzare l’allenamento in base ai ruoli e all’interpretazione che ne danno i giocatori.

Durante gli allenamenti, le corse in curva sono meno frequenti nelle esercitazioni in spazi stretti rispetto a quelle in spazi ampi. Tuttavia, anche in esercitazioni con stimoli meno specifici, i giocatori con prestazioni più basse possono raggiungere intensità vicine ai loro picchi, evidenziando l’importanza del monitoraggio individuale per ottimizzare le prestazioni.

GABRIELE TOSCHI

BIO Gabriele Toschi:

Nato a Lucca il 19/04/1973

Laureato in scienze motorie, Insegnante di sostegno scuola media.

Preparatore atletico prime squadre maschili (tra le altre Livorno, Pistoiese, Siena, L’Aquila), femminili (Aglianese, Lucchese) e settore giovanile.

Preparatore atletico di prime squadre di basket e pallavolo.

Affascinato da tutti gli sport e dai loro risvolti culturali e sociali.

Appassionato di innovazione e credo che la tecnologia nel calcio possa aiutare ad avere una comprensione sempre più approfondita delle dinamiche di gioco.

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