Altra sfida mondiale dal sapore speciale in quel di Doha. Va in scena Marocco – Spagna all’Education City Stadium, un incontro che va ben oltre il calcio. Ad avere la meglio è proprio il Marocco; dopo 120’ a reti bianche, la decidono i calci di rigore. Eroe di questa qualificazione il portiere marocchino del Siviglia Bounou. L’impresa dei giocatori del Maghreb entra nella storia. Estromessa dal torneo la selezione spagnola.
Entrambi gli allenatori optano per un 4-3-3 iniziale, con il centrocampo marocchino che in fase di non possesso si trasforma in un impenetrabile rombo. Occasione di riscatto per entrambi gli schieramenti: da un lato il Marocco, reduce dall’eliminazione ai quarti della Coppa d’Africa; dall’altro lato la Spagna, eliminata dalla nostra nazionale nella semifinale degli ultimi europei. Per di più, la Spagna, non supera gli ottavi di un Mondiale dal 2010: una vera e propria maledizione per La Roja.
Il match, terminato 0-0 (3-0 dopo i calci di rigore), è caratterizzato per larghi tratti da un possesso palla innocuo degli spagnoli, i quali abbandonano il “tiki taka” forse troppo tardi. Il Marocco tiene meno il pallone ma non fa venir meno attenzione e lucidità in fase difensiva. I Leoni dell’Atlante danno spettacolo attraverso le loro ripartenze fulminanti. Boufal fa letteralmente il bello ed il cattivo tempo davanti, facendo ammattire la retroguardia spagnola. Le migliori chance sono tutte dei marocchini, ma l’errore che condanna il match alla lotteria dei rigori è di Sarabia. Entrato nei tempi supplementari come specialista del dischetto, l’ex Siviglia colpisce il palo al 123’ da posizione molto favorevole. E, pochi minuti dopo, sbaglia anche il rigore, motivo per cui era entrato.
Il Marocco, grazie a questa vittoria, dimostra come i 7 punti acquisiti (forse nel girone più difficile del torneo) non siano stati una casualità. Sconfitto, dunque, l’estenuante possesso palla della Spagna, grazie ad una prova solida e ordinata da parte della formazione africana. Da sottolineare le notevoli prestazioni di Amrabat e Saiss. La partita sarebbe potuta terminare anzitempo se solo il subentrato Cheddira, attaccante del Bari, non avesse sprecato due occasioni a tu per tu con Unai Simon. Mentre, sugli esterni, si è visto l’ottimo lavoro di Ziyech ed Hakimi: una delle fasce più interessanti di questo Mondiale.
La Roja resta bloccata in gestione per molto tempo, non riuscendo a trovare spazio per far male alla retroguardia marocchina. Il più pericoloso degli spagnoli è il subentrato Nico Williams, talento classe 2002 dell’Athletic Bilbao. Con lui in campo, la Spagna cambia volto: accelerazioni, dribbling e cross al centro. Al 117’ si intravede un cenno di disappunto del ragazzo poiché sostituito per favorire l’ingresso di Sarabia in vista dei rigori. Lo stesso Sarabia, come detto in apertura, sciupa l’occasione finale ed il conseguente tiro dagli undici metri.
Gli spagnoli, nonostante i tentativi in extremis, non riescono a capitalizzare le occasioni create, portando l’incontro ai calci di rigore. Dagli undici metri, decisive le marcature marocchine di Sabiri, Ziyech ed Hakimi. Organico del Marocco molto “europeo”, lo testimoniano i nomi appena citati, sintomo di un calcio sempre più globalizzato in cui il divario tecnico si assottiglia e, in contesti come quello odierno, si ribalta.
Come in occasione di Italia – Inghilterra ad Euro 2020, rimane il seguente interrogativo: è davvero una mossa efficace inserire un rigorista nelle battute finali di un match, nonostante il consapevole rischio che il calciatore non sia entrato mentalmente in partita? Così come Sancho e Rashford sbagliavano un anno e mezzo fa, oggi è capitato a Luis Enrique con Sanabria e Soler. Errori di gestione o tutto merito dei portieri affrontati?
Ai quarti di finale, il Marocco, tiene alto lo stendardo della confederazione africana. Tuttavia, non sarà semplice: ad aspettarli al varco sarà il Portogallo, vittorioso sulla Svizzera con un roboante 6-1.
Luca Lazzaro