EURO’24 – PRE GARA – OTTAVI DI FINALE – ROMANIA – OLANDA: ASPIRANTI PROTAGONISTI IN CERCA DI GLORIA

Sarà l’Allianz Arena di Monaco di Baviera la sede dell’ottavo di finale tra Paesi Bassi e Romania che si giocherà nel pomeriggio di martedi 2 luglio. Non l’incontro più attraente del tabellone secondo alcuni ma, di sicuro, una sfida con molte incognite e per questo attraente.

I Paesi Bassi, dopo una discreta prova con la Polonia ed un convincente primo tempo contro la favorita Francia, sono caduti nella trappola che il CT austriaco Rangnick ha preparato in occasione della terza sfida che, da un lato, li ha visti superare il primo turno pur in costanza di sconfitta, dall’altro, ha fatto emergere dubbi e perplessità in merito alla consistenza del centrocampo orange.

Se la difesa, che il CT Koeman ha reso meno dinamica e meno propensa alla costruzione rispetto all’ultima esperienza con Van Gaal, può contare sul riferimento Van Dick, sulle conoscenza e sul pensiero di Ake a cui De Vrij addiziona esperienza e colpo d’occhio, e se l’attacco, pur non particolarmente incisivo, può offrire il talento di Simons in dote ai movimenti di Gapko e di Depay, è in mezzo al campo che gli olandesi ricordano i personaggi in cerca d’autore di pirandelliana concezione.

Per due partite il rossonero Rejinders si è sobbarcato onori ed oneri, dividensosi, o meglio sdoppiandosi, tra la fase di costruzione e quella di dinamismo. Al suo fianco, tuttavia, Koeman non è ancora riuscito ad individuare la formula con i compagni di reparto adatti. L’aver perso alla vigilia del torneo l’intero terzetto titolare (koopmeiners, De Roon, De Jong) è circostanza che non depone in favore di un’alta qualità della mediana olandese, non solo per quanto concerne l’aspetto tecnico, ma anche in riferimento alla coesione di squadra che, secondo il football caro al proprio selezionatore, tende ad essere la meno olandese tra le nazionali orange degli ultimi 50 anni.

Certo è che l’accoppiamento non è andato così male, nonostante il terzo posto del raggruppamento iniziale. L’accesso agli ottavi da “terza” comporta sì il confronto con una nazionale che ha vinto il proprio gruppo ma, trattandosi nella fattispecie della Romania (vincitrice per differenza reti di un raggruppamento in cui tutte le contendenti hanno conseguito gli stessi punti), i malpensanti possono lasciarsi andare ad una serie di ragionamenti in mala fede (secondo cui la sconfitta contro l’Austria sarebbe risultata gradita) che, per chi scrive, lasciano il tempo che trovano.

L’Olanda scende in campo da favorita in una partita che sarà chiamata ad interpretare in maniera simile a quanto fatto contro la Polonia ma che, rispetto alla gara d’esordio, la vedrà opposta ad una nazionale che ha nella fase difensiva il suo forte.

Non ci meraviglieremmo se, come spesso accade, per scardinare il muro rumeno risultasse necessario aggrapparsi a Veghorst, bomber dall’usato sicuro, di comprovata stazza oltre che spesso decisivo a partita in corso.

I Paesi Bassi dovranno evitare di allungarsi come capitato contro l‘Austria e limitare al massimo le imbucate degli avversari che lasceranno il possesso palla alla squadra di Koeman per provare a ribaltare l’azione, non tanto con un gioco corale, ma con dei rovesciamenti improvvisi alla ricerca della seconda palla secondo il piano gara preferito dal CT Edi Iordanescu, figlio dell’inconico commissario tecnico che dagli anni 90 a metà del decennio precedente ha rivestito il ruolo di autentico guru in seno al calcio rumeno.

La dinastia continua verrebbe da scrivere se è vero, come è vero, che la Romania manca da un grande torneo dal 2016, anno in cui proprio il padre dell’attuale commissario tecnico la condusse alla fase finale del campionato d’europa.

Sino al momento della qualificazione ad Euro 2024, avvenuta primeggiando in un girone che comprendeva anche la Svizzera, sarebbe risultato lecito un parallelismo tra la dinastia in panchina e quella sul campo considerato come Ianis Hagi, figlio dell’indimenticato Gheorge, risultasse un pilastro della squadra oltre che uno degli elementi più dotati tecnicamente.

Alla prova dei fatti, tuttavia, le gerarchie sembrano essersi modificate con i parmigiani Man e Mihala, freschi di promozione in serie A, sulla linea del talentuoso Stanciu a supporto della punta Dragus. Il tutto con la speranza che all’empolese Marin non facciano difetto la gamba ed il dinamismo tali da permettere continue modifiche in seno al sistema di gioco.

E’ una squadra di temperamento quella rumena, priva dei ricami e della leziosità del calcio di una nazione che a fine anni 80 ben figurava in coppa campioni e negli anni 90 stazionava tra le prime otto in occasione dei mondiali. Nè sono riscontrabili talenti alla Mutu o alla Chivu che ad inizio millennio ne hanno contraddistinto le gesta.

Trattasi di una selezione dalla buona organizzazione difensiva, grazie al senso della posizione dell’ex genoano Dragusin, ma carente nel pensiero. I ragazzi di Edi Iordanescu non hanno nella capacità di costruire da dietro il loro forte. Se c’è da spazzare non ci si pensa due volte.

 L’11 in maglia gialla tende a muoversi non sempre in modo coeso e fluido; si  cerca di isolare Stanciu portandolo a ricevere palla nella zona di centrosinistra.

 Oltre all’attitudine ad attaccare la seconda palla, i “tricolorii” tendono a sfruttare il movimento ad accentrarsi dei loro trequarti sul piede forte, senza tuttavia portare un elevato numero di compagni a sostegno.

 Sarà interessante comprendere come una squadra sprovvista di calciatori esperti e/o abituati ai grandi palcoscenici del calcio internazionale approccerà una gara ad elimazione diretta il cui pronostico non la vede favorita ma nemmeno sconfitta in partenza.

Dall’Olanda ci aspettiamo personalità e capacità di far pesare un tasso tecnico superiore, Non sarebbe male, rispetto alle tre gare del gruppo eliminatorio, vedere liberato Dumfries ed ammirare Ake nella fase di uscita palla.

Davanti ci sono giocatori abili nel contromovimento e si possono creari spazi per gli inserimenti di centrocampisti e difensori.

A Koeman chiediamo meno staticità e più proposta di calcio. Anche in assenza dei centrocampisti titolari può contare su campioni dalle elevate consocenze.

A Iordanescu si chiede di stare in partita.

Se vogliamo far pesare la tradizione, degli ultimi 10 confronti diretti l’Olanda ne ha vinti otto e la Romania solo uno.

Saremmo francamente sorpresi se i Paesi Bassi uscissero ma il calcio a volte sa essere imprevedibile…

BIO: Alessio Rui è nato e vive a San Donà di Piave-VE ove svolge la professione di avvocato. Dal 2005 collabora con la Rivista “Giustizia Sportiva”, pubblicando saggi e commenti inerenti al diritto dello sport. Appassionato e studioso di tutte le discipline sportive, riconosce al calcio una forza divulgativa senza eguali. Auspica che tutti coloro che frequentano gli ambienti calcistici siano posti nella condizione di apprendere principi ed idee che, fatte proprie, possano contribuire ad una formazione basata su metodo e coerenza, senza mai risultare ostili al cambiamento.

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