MILANISTI, SIATE FELICI!

Potrebbe essere un momento magico: abbiamo giovani talenti e un progetto per valorizzarli. E in un calcio che non riesce più a comprare i giocatori migliori (nemmeno quelli italiani), investire nel futuro può essere l’unica strategia percorribile. Molto milanista, fra l’altro.

Il popolo rossonero da qualche anno è arrabbiato. Non per un fatto preciso: è arrabbiato, punto. Non è più uno stato d’animo di passaggio (“oggi sono arrabbiato”), bensì immanente, stabile, un dato quasi identitario. Che peccato: eravamo così felici nell’estate del 2022!

Le ragioni? Le sapete anche voi: basta entrare su un social media e vi sbucano da tutte le parti. La proprietà non spende quando potrebbe o comunque dovrebbe per fare lo squadrone spaccatutto. Maldini mandato via. Cardinale incompetente e fallito, anzi, no, peggio: ne capisce, ha i soldi, ma non vuole spenderli per il Milan, vuole fare lo stadio, vendere e scappare col malloppo. Moncada non scopre più nessun talento. Ibrahimovic è passato da eroe a pagliaccio (abbondano gli emoticon con la faccina del clown ogni volta che parla). L’algoritmo. I derby persi. E Fonseca? Mediocre, un Pioli coi capelli (veri, per giunta, non come Conte, che almeno li ha in fibra di carbonio).

Va bene. Non proverò a farvi cambiare idea sull’elenco qui sopra, o comunque non adesso: anzi, se volete aggiungere qualche motivo di sdegno nei commenti fate pure.

Vorrei, invece, farvi riflettere su un motivo che dovrebbe davvero renderci felici come milanisti: i giovani. I giovani nel calcio sono – giustamente e finalmente – tornati al centro del dibattito: la meravigliosa vicenda di Lamine Yamal (e di altri talenti in età scolastica) ha dato l’ultima mano di vernice a una nuova sensibilità che partiva da prima e che ha ragioni concrete. Innanzitutto la necessità di valorizzare i vivai anche in risposta a un “caro prezzi” che rende quasi impossibile per un club italiano acquistare giocatori di qualità, in particolare – anche se è paradossale – quelli italiani: la vicenda di Calafiori, passato in una stagione positiva da quattro a quaranta milioni è esemplare. Ma non solo: c’entra anche la prova meno che modesta della nostra Nazionale maggiore, povera di idee e di talento, specie a confronto con le Nazionali minori (ci arriviamo tra un attimo).

Futuro? Noi ci siamo

Il Milan sembra essere tornato a dare importanza al suo settore giovanile, dopo alcuni tentennamenti di cui il padrone di casa di questo blog potrebbe parlarci a lungo (e magari lo farà). Un settore giovanile che nella scorsa stagione ha dato qualche soddisfazione, come la finale di Youth League raggiunta dalla Primavera (prima volta per un’Italiana) o il travolgente girone dell’Under 17 (primo posto a più 13 dalla seconda, l’Inter, e differenza reti di 51 gol), poi uscita ai quarti di finale a causa di una partita storta con la Roma.

Poi ci sono stati gli Europei Under 17, vinti dall’Italia con un super-Camarda, miglior giocatore del torneo e autore di quattro reti che si sommano alle due del suo compagno di club Mattia Liberali, trequartista di talento, che qualche giorno fa ha giocato da titolare nella prima amichevole stagionale contro il Rapid Vienna. Insieme a loro anche il portiere Longoni (titolare, poi infortunatosi) e il centrocampista Emanuele Sala.

Ma non è finita. Un salto avanti di un mese abbondante e arriviamo agli Europei Under 19, dove troviamo un bel quintetto di milanisti: il capitano della Primavera Kevin Zeroli, il terzino sinistro Davide Bartesaghi, il terzino destro Vittorio Magni, il fantasista Diego Sia e – ancora lui! – Francesco Camarda, al suo secondo Europeo in poco più di un mese (credo che sia un record). E se il suo exploit nella competizione Under 17 poteva quasi essere previsto, poiché da un anno Francesco gioca stabilmente in Primavera con giocatori due anni più vecchi di lui ed è normale che, rimesso fra i suoi coetanei, abbia dominato sul piano fisico, oltre che su quello tecnico, restava la curiosità di rivederlo con una categoria superiore. Per ora (quando scriviamo si è conclusa la prima fase) l’Italia ha cavalcato il suo girone vincendo di slancio le prime due partite: in totale, due gol di Zeroli e due proprio di Camarda. Si potrebbe essere più felici per le belle figure che i nostri ragazzi ci stanno facendo fare?

Talenti fatti in casa, come una volta

Sì. Perché nel frattempo Camarda – dato per facile preda di club esteri e, addirittura, di Juve e Inter (Inter!) dai professionisti della sciagura – ha firmato un contratto di tre anni, che per ora è il massimo consentito. Ma non solo: il Milan – e questa è la notizia più datata, ma chiude il cerchio – ha finalmente varato la “squadra B”, cioè il Milan Futuro, che giocherà in serie C. Ne faranno parte proprio Camarda, Zeroli, Bartesaghi e buona parte dei giocatori della scorsa Primavera che potranno crescere – meglio che in prestito – sotto gli occhi della società e a stretto contatto con la prima squadra, con la possibilità dichiarata di passare dall’una all’altra formazione in caso di bisogno. 

(Nota per i “mai cuntent”: sì, Camarda è fortissimo, ma invocarlo in serie A non gli rende un buon servizio. Lasciamogli un altro anno di formazione, alla fine del quale avrà solo 17 anni e magari avrà messo su qualche chilo di muscoli per giocare contro Gatti, Mancini, Bastoni (e altri personaggi dai nomi altrettanto minacciosi).

Insomma, cari milanisti, non potrebbe questa congiunzione di talenti e di un progetto per valorizzarli essere il punto di partenza per tornare a costruirci in casa i titolari del futuro, come faceva il Milan “italiano” che Arrigo Sacchi e poi Fabio Capello ereditarono, trovandoci dentro i Baresi, i Galli, i Maldini, gli Evani, e poi i Costacurta, gli Albertini?

Riusciremo nell’impresa? È presto per dirlo. Però, per la prima volta da molti anni, sembrano esserci sia un progetto per valorizzare i giovani sia i giovani da valorizzare (oltre a tutti quelli citati, e a molti altri, ricordiamo almeno Christian Comotto, centrocampista classe 2008, figlio d’arte, che ha firmato recentemente). E se, come dice Woody Allen, “siamo tutti interessati al futuro, perché è dove contiamo di trascorrere il resto della nostra vita”, allora godiamoci questo futuro. Anzi, questo Milan Futuro.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

2 risposte

  1. Finalmente una persona che offre un punto di vista oggettivo, coerente con i fatti e senza vizi dettati dal giudizio. In un periodo in cui la narrazione offerta dei mass media (con la collaborazione anche incosciente di molti lettori) sta mettendo a dura prova il Milanismo, questo articolo è oro !
    Complimenti e Grazie !
    Manuel

  2. Complimenti a Luca Villani per questo spaccato così dettagliato e caratterizzato (finalmente!) dai toni giusti
    Milanismo è saper anche apprezzare le epoche in cui è importante una mirata semina affinché si possa ottenere un raccolto abbondante e duraturo! E grazie anche al padrone di casa per la possibilità offerte attraverso questo blog

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