C’è sempre una prima volta e la prima volta porta sempre con sè emozioni particolari.
Cinquantacinque anni fa ero un bambino di 6 anni la cui zia e i cugini volevano fortemente che mi legassi ai colori rossoneri per sempre. Fu una sera a San Siro, la “Scala del calcio”, per assistere a Milan-Celtic, Coppa dei Campioni del Milan allenato da Nereo Rocco con in campo, tra gli altri, Rivera e Prati.
Questa volta sarà una trasferta, a Chiavari, non per il Milan ma per Milan Futuro. L’accostamento può sembrare irriverente ma come diceva Blaise Pascal, “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”.
L’attesa è finalmente terminata. Eccomi in viaggio da Rapallo, base del periodo estivo, in direzione Stadio Comunale di Chiavari.
Si è parlato tanto di questa squadra, la terza delle seconde squadre, dopo quelle di Juventus e Atalanta, ad essere ammessa a partecipare al Campionato di Lega Pro. Ciascuna delle seconde squadre è stata inserita in un girone differente dei tre in cui si divide il Campionato e il Milan Futuro è nel girone B.
Il campionato, terzo tra i professionisti per importanza, dopo la serie A e la serie B, è definito il campionato dei giovani e dei campanili.
Ho seguito questi ragazzi prevalentemente in televisione, raramente presso il centro sportivo Vismara. Insomma, è qualcosa di nuovo che mi emoziona, che genera aspettative nel provare a capire, anche se una partita può dire tutto e niente, chi dei nostri ragazzi potrà un giorno essere protagonista a San Siro o nel nuovo stadio in cui giocherà il Milan.
A sei anni non si ha la consapevolezza di ciò a cui si va ad assistere, nel tempo rimangono piccoli grandi ricordi, non necessariamente legati a ciò che è accaduto in campo. Questa volta vorrei che le emozioni arrivassero da lì, dal rettangolo di gioco.
Ho acquistato il biglietto online, tutto molto smart, veloce, immediato e ora sono curioso di vedere come funzioneranno logistica ed organizzazione di questo spettacolo che, mi auguro, ci regaleranno biancocelesti o diavoli neri, da una parte, rossoneri o diavoli, dall’altra.
Arrivo allo stadio prestissimo, il personale, molto gentile, mi chiede di aspettare l’apertura dei cancelli e alle 19.15 il lettore del QR code fa il suo dovere leggendo il biglietto digitale archiviato nell’ i-phone permettendomi l’accesso in tribuna. Lo stadio è pressochè deserto e ci mancherebbe!
La gente comincia ad arrivare e tra gli spettatori c’è anche Mister Gigi Balestra che aveva fatto parte insieme a Italo Galbiati dello staff guidato da Fabio Capello. Una piacevole sorpresa e un tuffo nei ricordi del passato.
Mister Gigi Balestra
Nel frattempo le squadre arrivano allo stadio e i giocatori fanno la consueta visita per testare il terreno di gioco (fondo in sintetico).
Segue il riscaldamento pregara, lo stadio si riempie, anche se in realtà le gradinate riservate ai tifosi ospiti dietro ad una porta rimangono piuttosto vuote. Qualche volto conosciuto, si scambiano due chiacchiere e l’attesa cresce.
Eccoli, i protagonisti, di nuovo in campo, questa volta con le divise da gara, pronti per la contesa preceduta dai saluti al pubblico.
Le squadre schierate salutano il pubblico
L’undici iniziale del Milan Futuro
Queste le formazioni:
VIRTUS ENTELLA (1-3-5-2): Siaulys; Parodi, Tiritiello, Manzi; Bariti, Franzoni, Lipani, Di Noia, Di Mario; Casarotto, Castelli. All. Gallo.
MILAN FUTURO (1-4-2-3-1): Nava; Jimenez, Minotti, Bartesaghi, Bozzolan; Zeroli, Sandri; Cuenca, Liberali, Traorè; Camarda. All. Bonera.
ARBITRO: Edoardo Gianquinto
Nel primo tempo i ragazzi di Mister Bonera fanno la partita anche se il primo pericolo lo corre il Milan, al 3’, ma Nava bravo a deviare in corner una conclusione ravvicinata.
Rossoneri vanno alla conclusione con Jimenez e Traorè ma è ancora l’Entella ad avere due occasioni sul finire del tempo.
A me sono piaciuti Sandri, play classe 2001, già esperto della categoria, mancino con ottima visione di gioco, giocate essenziali, pulite e Liberali classe 2007 che, pur non brillando in modo particolare, riesce sempre a dare l’idea di poter creare un pericolo per gli avversari.
Da loro, Traorè classe 2004 e Jimenez classe 2005 mi sono arrivate le emozioni più di questa gara. Jimenez ha dimostrato uno strapotere fisico e notevole tecnica in velocità che però dovrà imparare a gestire con maggior razionalità. Partita con qualche sofferenza ma in generale con una buona tenuta da parte della linea difensiva che vedeva schierati oltre a Jimenez, Minotti, Bartesaghi e Bozzolan. Qualcosa in più mi aspettavo da Cuenca considerate le sue potenzialità.
Capitan Zeroli classe 2005 invece è incappato in una prestazione sottotono, si alzava spesso sulla linea di Liberali ma raramente è riuscito a ricevere palla e ad essere efficace. Lo stesso Camarda classe 2008 non è riuscito ad incidere: solo dopo il primo cooling-break, si avventa su un cross proveniente da dx colpendo la palla di testa e dando l’impressione di pericolosità, almeno ai tifosi rossoneri presenti desiderosi di assistere a un suo goal.
Il calo dopo la mezzora è il preludio ad un secondo tempo in cui l’Entella aumenta l’intensità e prova a dare continuità all’azione offensiva, rendendosi pericolosa in più di un’occasione, colpendo anche un palo e una traversa dopo essere passata in vantaggio con Corbari (subentrato al 14’ a Di Noia) al 54’ su una mischia scaturita da un corner.
Nella seconda parte della ripresa il Milan cerca il pareggio ma la punizione di Alesi è parata da Siaulys ed il colpo di testa di Longo, allo scadere, finisce a lato.
Passo falso dunque all’esordio in Campionato dopo i due turni di Coppa Italia superati.
Complimenti all’Entella, scesa in campo con determinazione e intensità ma anche sviluppando trame di gioco.
Sappiamo come l’obiettivo di questa squadra, oltre a quello di giocare un campionato dignitoso, sia quello di far crescere i talenti e prepararli ad un possibile salto in Prima squadra.
Per quello che ho visto stasera – Camarda marcato correttamente ma con una cattiveria agonistica molto superiore a quella che si trova in Primavera, Liberali richiamato dalla panchina al fine di non cadere alle provocazioni verbali di un avversario, sono solo alcuni esempi – ripetere questa esperienza per quasi 40 gare permetterà a questi ragazzi un adattamento al “calcio adulto”, caratterizzato da intensità, non solo fisico-atletica ma anche mentale, attitudinale e, a qualcuno di loro, di effettuare il salto, con atterraggio permanente, nella Prima squadra.
In bocca al lupo!
Ps: nonostante la sconfitta torno a casa con un pieno di emozioni, quelle emozioni che, la maglia rossonera, in qualsiasi categoria, riesce a dare.
2 risposte
Bellissimo l’incipit amarcordiano del tuo articolo Filippo! A me accadde una cosa molto simile. Correva l’inverno del 1954 ed avevo sei anni quando in un sabato pomeriggio assieme a mio padre andammo a vedere alla stazione Termini l’arrivo del mitico elettrotreno Settebello vero orgoglio dell’ingegnerstica italiana. Ebbene ne uscì l’intera squadra rossonera, quella di Schiaffino, Liedholm, Nordhal che l’indomani avrebbe affrontato la
Roma battendola e spianando ancor di più la strada per la conquista del suo quinto scudetto. Da quel sabato iniziò il mio personale accostamento ai colori rossoneri che, vivendo nella capitale, credetemi, non è cosa semplice.
Forza Milan sempre, ovunque e comunque!
Massimo 48
Un tratto comune – quello della prima volta – molto sottile ma molto resistente rispetto al trascorrere del tempo. Lo stesso tempo ha sancito la prima volta di tanti allo stadio (parlo di qualche piccolo tifoso), o la prima volta in categoria per qualcuno più grande (qualche tifoso…sul rettangolo verde). I colori rossoneri hanno contribuito a vivacizzare una serata di calcio molto intensa e dai tratti fortemente coinvolgenti. Forza Milan sempre!