Immaginate un campo verde che si estende sotto il cielo di settembre, una di quelle serate in cui l’erba sembra quasi respirare, mentre i fari illuminano il volto di Sandro Tonali. Un volto che, in questo momento, racconta di un ritorno, di una rinascita. Tonali è lì, con la maglia azzurra della Nazionale, a quasi un anno di distanza da quel giorno in cui il destino e il calcioscommesse gli hanno imposto un’assenza forzata. Eppure, eccolo, ancora in piedi, con la stessa intensità negli occhi di sempre, dopo aver attraversato una tempesta che avrebbe abbattuto molti.
Il sottoscritto era, a torto, perplesso da un ritorno in Nazionale così repentino da parte di Sandro Tonali. D’altronde l’Italia calcistica è rimasta scottata dall’impiego di Fagioli a Euro 2024. Il centrocampista della Juve non potrà certo fregiarsi a imperitura memoria della sua prestazione nella gara decisiva contro la Svizzera. Nonostante il tempo lontano dai campi da gioco, ben diversa è stata la performance di Tonali, calciatore del Newcastle ma indissolubilmente legato ai colori rossoneri.
Giustappunto, fermiamoci un attimo e pensiamo al Milan, lo scorso anno di Pioli e ora di Fonseca. Una squadra che ha visto partire un ragazzo cresciuto all’ombra della Madonnina, per vestire il nero e bianco del Newcastle. E qui la storia avrebbe potuto prendere un’altra piega. Tonali, con il suo stile di gioco che mescola tradizione e modernità, sarebbe stato quel metronomo ideale, l’elemento che dà ritmo e sostanza a una squadra in cerca di identità. Fonseca, un allenatore con il palato fine, avrebbe apprezzato quel Sandro capace di dominare il centrocampo con la stessa naturalezza con cui un direttore d’orchestra governa il suo ensemble.
Oggigiorno, in Nazionale, il suo ritorno è quanto mai prezioso per Spalletti, che ha bisogno di qualcuno che riporti ordine dopo l’ultima delusione europea. Una figura che non solo abbia voglia di riscattarsi, ma anche di guidare con la personalità di chi ha conosciuto l’inferno e ne è uscito ancora più forte. Tonali porta in sé quella miscela rara di cuore e testa che potrebbe trasformarsi nella chiave per una nuova sinfonia azzurra.
A seguito della gara brillantemente vinta contro la Francia, l’investitura da parte del tecnico di Certaldo nei suoi confronti è stata eloquente: “Sandro ha disputato una partita magnifica: avevamo paura che non avesse i novanta minuti nelle gambe e invece alla fine ha dato due ‘sgasate’ da far paura“. Affermare che un calciatore possa fare la squadra è una forzatura. Gullit, Maradona o Pelé non avrebbero vinto senza un impianto di squadra solido. Fatte le debite proporzioni, Tonali può essere il centrocampista totale in grado di risollevare l’intero reparto.
Che bella cosa la memoria corta dei critici! Quelli che, solo un anno fa, si riempivano la bocca con elogi e proclami altisonanti sul mercato del Milan. Venivano presentati Reijnders, Musah, e Loftus-Cheek come salvatori della patria rossonera, fermo restando le loro prestazioni positive nel complesso. Tuttavia, chi osava rimpiangere la cessione di Sandro Tonali veniva bollato come nostalgico, come uno che guarda al passato senza capire la grandezza del futuro. Ma ecco che il destino gioca le sue carte, come sempre con il suo ghigno ironico.
Tonali, quasi un anno di squalifica sulle spalle, torna sul campo e illumina l’Italia con una prestazione strepitosa contro la Francia. Un ragazzo che incarna il Milanismo più puro, con quella verve che fa tremare gli avversari, quella grinta che non si trova nelle statistiche ma solo nel cuore. E intanto, il Milan di Fonseca annaspa, appena due punti in tre partite. Ecco, viene da chiedersi: cosa avrebbe fatto il centrocampo rossonero se Tonali fosse stato ancora lì a guidarlo, a infondere quella passione e quell’amore per la maglia che nessun mercato potrà mai comprare?
Ma è facile dimenticare! Sì, è facile sottovalutare chi il cuore rossonero ce l’ha davvero, mentre ci si perde nei proclami sulle nuove leve. Ma il campo, come sempre, è lì a ricordarci la verità: un Tonali, sacrificato a seguito di un’offerta ritenuta indecente, all’insegna del “tutto ha un prezzo”, con il suo Milanismo radicato e il suo impeto inarrestabile, avrebbe fatto comodo. Eccome se avrebbe fatto comodo.
BIO: VINCENZO DI MASO
Traduttore e interprete con una spiccata passione per la narrazione sportiva. Arabista e anglista di formazione, si avvale della conoscenza delle lingue per cercare info per i suoi contributi.
Residente a Lisbona, sposato con Ana e papà di Leonardo. Torna frequentemente in Italia.
Collaborazioni con Rivista Contrasti, Persemprecalcio, Zona Cesarini e Rispetta lo Sport.
Appassionato lettore di Galeano, Soriano, Brera e Minà. Utilizzatore (o abusatore?) di brerismi.
Sostenitore di un calcio etico e pulito, sognando utopisticamente che un giorno i componenti di due tifoserie rivali possano bere una birra insieme nel post-partita.
Una risposta
Tonali non solo tocca il cuore dei nostalgici ma fa rodere di brutto soprattutto ai tifosi del Milan suoi orfani dopo la frettolosa cessione al Newcastle. Nessuno ad oggi nel centrocampo del Diavolo ha la sua “reale” valenza. La squadra con gli schemi di Fonseca arranca asmaticamente dal centrocampo in su per non parlare di una difesa horror!
Complimenti per l’ottimo pezzo Vincenzo.
Un caro saluto.
Massimo 48