“Far vincere una squadra non è questione di quanto grande sia il giocatore, o i giocatori. Devono tutti essere disposti a sacrificarsi e a dare qualcosa di se stessi, pur di diventare campioni.”
Le parole di Phil Jackson, il coach più titolato nella storia dell’NBA, mettono a fuoco la nuova Nazionale di Luciano Spalletti, in cui sacrificio e disponibilità svolgono un ruolo cruciale e il volto collettivo diventa superiore a quello di ogni singolo individuo.
Dopo il successo al Parco dei Principi sulla Francia, l’Italia batte anche Israele e vola in testa al Girone A2 della Nations League.
Prestazione convincente degli uomini di Spalletti, centrati sul piano dell’atteggiamento e in crescita a livello mentale e tattico. Niente cali di tensione o appagamenti post-vittoria sui Bleus, ma concentrazione massima e lucidità nell’approccio: gli azzurri aggrediscono subito la formazione allenata da Ran Ben Shimon, affrontando la gara con attenzione e razionalizzando le energie.
1-3-5-2 esteso e di palleggio (all’occorrenza 1-3-5-1-1), col terzetto difensivo e i tre interni di centrocampo a formare un blocco compatto, essenziale per regolare l’assetto durante l’acquisizione/perdita del pallone.
Gioco associativo e dialoghi nello stretto consentono alla Nazionale di trovare le giuste combinazioni per colpire gli avversari sfruttando due principi cardine del calcio moderno: l’ampiezza e la profondità.
Un connubio fondamentale che veste la tattica corale e definisce le dinamiche di gioco, dalle fasi alle transizioni. Perché non c’è ampiezza senza profondità e non c’è profondità senza ampiezza.
Concetti chiave secondo Johan Crujff e il Colonnello Lobanovs’kyj. Concetti che alimentano il credo di molti allenatori, da Guardiola a Conte, passando per Luciano Spalletti. La sua Italia, versione 2.0, abbandona il formato dell’instant team per abbracciare elementi funzionali a rinsaldare il gruppo e mettere i giocatori nelle condizioni di performare come nei loro club.
GIOCO CORALE, VALORI DI SQUADRA
Meno talento e più concretezza, fare squadra e giocare bene, organizzare la manovra in modo pulito, esprimere calcio con equilibrio e idee, assetto mobile e rotazioni mirate a garantire le posizioni.
La ricerca della lateralità non rappresenta un fine, bensì un mezzo per attaccare verticalmente, sfruttando le catene esterne per aprire il blocco centrale avversario. Circolazione rapida a liberare lo spazio e trasmissione della palla sulla corsa dei due quinti: dai piedi di Dimarco e Bellanova transitano le trame azzurre di sviluppo e rifinitura, una strategia che consente agli uomini di Spalletti di sciogliere la densità nel mezzo dei biancoblu e colpire sugli esterni con cross diretti in area di rigore.
Al 38’ è Frattesi a siglare, di petto, l’1-0 su assist preciso del compagno interista. Nella ripresa ci pensa sempre il “Frat” azzurro a propiziare l’azione del raddoppio di Kean, con un recupero palla sulla trequarti offensiva. Al 90’ Abu Fani accorcia le distanze e fissa il risultato sul definitivo 1-2.
Testa, dedizione e applicazione: l’Italia trionfa alla Bozsik Arena e fornisce a Spalletti segnali positivi in ottica futura, dal carattere e allo spirito di cooperazione, con un roster work in progress che punta a confermarsi con continuità e determinazione.
Al termine della gara il CT ha manifestato la sua soddisfazione per i 3 punti conquistati:
“L’Italia ha fatto il suo in maniera splendida. C’erano tante insidie, loro erano bassi, noi eravamo un po’ stanchi e un po’ meno lucidi. Tutto poteva essere più difficile, il fatto che siamo stati ordinati è stato fondamentale, è stata una squadra non matura, ma maturissima.
Da un punto di vista tattico abbiamo riconosciuto le posizioni e cerchiamo di fare giocare i calciatori nello stesso modo in cui vengono impiegati nei rispettivi club e infatti alle volte si trovano a occhi chiusi e si è vista la qualità nel possesso palla”
Gli azzurri torneranno in campo giovedì 10 e lunedì 14 ottobre per sfidare in Nations League il Belgio e di nuovo Israele, rispettivamente all’Olimpico di Roma e al Bluenergy Stadium di Udine.
BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.
- Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
- Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema” e “Vanzina: una famiglia per il cinema”.
- Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
- Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
- Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
- Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
- Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017).
2 risposte
Articolo analitico, ben scritto e del tutto condivisibile Andrea!
Ma mi permetto di aggiungere una mia personale divagazione e tra l’altro un po’ fantasiosa. L’ottima Italia vista venerdì scorso sotto la Tour Eiffel strapazzare i Blues di Didier Deschamps è indubbiamente figlia di un livore da riscatto dopo la cocente eliminazione europea congiuntamente ad una severa preparazione di tutto il gruppo in parte rinnovato sotto la guida di uno Spalletti motivatissimo (dopo la raffica di polemiche) ma, e qui arrivo alla domanda un po’ pepata, se al posto degli Israeliani il sorteggio ci avesse assegnato i Belgi, ns futuri avversari all’Olimpico, come si sarebbe concluso il match?
Negli ultimi 10′ siamo andati in asmatico affanno contro il modesto Israele… e dunque Spalletti, occhio! vietato avere cali di tensione… altrimenti, come disse un celebre campione tuo conterraneo: ” Gli è tutto da rifare!!!”
Massimo48