UN CALCIO SENZA LUCE

Roma – Aeroporto di Fiumicino Dicembre 2019

Ecco i vostri biglietti signori, il gate é al piano superiore, é lo D07 ed apre alle 11.30, ci dice l’impiegata addetta agli imbarchi all’aeroporto Leonardo da Vinci, mancano circa 20 minuti al decollo del nostro volo, e mentre mia moglie curiosa tra gli scaffali di una profumeria io noto un gruppo di atleti tutti vestiti con la tuta della nostra nazionale ed incuriosito mi accosto chiedendo loro a quale disciplina sportiva appartenessero, Mi rispondono di far parte della nazionale di calcio a 5 ipovedenti (mai sentita prima) e che sono in attesa dell’apertura del gate per imbarcarsi sul volo che li condurrá in Turchia ove li attendono i campionati mondiali di categoria che si svolgeranno tra il 5 e il 12 di questo mese.

Saluto diversi atleti scambiandoci  le mani calorosamente e nel contempo  iniziamo a conversare del nostro calcio. Così dopo qualche minuto di chiacchierata uno di loro, occhiali scuri in volto, mi chiede incuriosito dalle mie dissertazioni, se mai fossi un addetto del mondo del pallone, rispondo di no ma che da appassionato quale sono mi diletto a scrivere su di un portale sportivo in qualità di blogger ed a quel punto chiede il mio nome ed io in risposta: ” Mi firmo Massimo 48″ ed ecco sbucare da dietro un altro atleta (anche lui occhiali scuri in volto) che testualmente dice:” Ahh!… ma allora lei la conosco!.. sa che mi hanno letto alcuni articoli firmati con il suo nome… allora perché non scrive un bel pezzo sulla nostra squadra, ci farebbe un po’ di pubblicitá che aiuterebbe a conoscere meglio questo sport!” ” Sicuro ragazzi lo faró. ..ve lo prometto..ma voi andate a vincere e…buona fortuna!”         L’altoparlante annuncia l’apertura del loro gate: l’aereo per Istanbul li attende, un giocatore in fila in mezzo al gruppo si volta cercandomi e quasi istintivamente, come un radar nella nebbia, incrocia il mio sguardo, sembra che lui non mi veda ma io percepisco nettamente il suo appello: “…mi raccomando Massimo scriva di noi,  ce lo prometta!!” “Promesso cari ragazzi, promesso, buona fortuna e forza Italia! “

Anche per noi si apre il gate, l’aereo decolla in perfetto orario, durante il volo non faccio altro che ripensare alla frase proferita da quel calciatore ipovedente:” ….mi hanno letto alcuni suoi articoli…” io sull’istante non avevo ancora ben afferrato il senso di quelle parole….mi hanno letto…..poi un dubbio becero, puerile mi assale ma un solo istante dopo mi balena in mente un altro pensiero….ma se non vedono come fanno a giocare col pallone? 

“Gradisce qualcosa signore?….si’ grazie, sono le 17 circa, un buon thé caldo é quello che proprio ci vuole in questi momenti, é distensivo ed aiuta anche a riflettere!”. Gentilmente la hostess lo versa in una tazzina accompagnandola con un piattino di biscottini.  Dopo trenta minuti circa l’aereo atterra in perfetto orario a Budapest la nostra meta, il volo era stato ottimo.

Budapest – Dicembre 2019

Quella sera a casa di mio figlio dopo che i nipotini avevano scartato i regali e si erano coricati con il bacetto della buonanotte ai nonni,  mi sono messo di lena alla ricerca su internet di un qualunque filmato che illustrasse le regole del calcio a 5 giocato da Ipovedenti.  Resto basito nel vedere immagini di cui non potevo nemmeno pensarne la loro esistenza. Ma per comprendere appieno il gioco è basilare conoscerne il funzionamento.         

Regola Nr. 1  Il calcio a 5 ipovedenti si gioca con 4 giocatori non vedenti ed il solo portiere è un vedente.  Regola Nr. 2  Il pallone di gioco é munito nel suo interno di un campanellino per farsi localizzare grazie al suo suono.

Regola Nr. 3  Non esistono le rimesse con le mani, ai lati del perimetro di gioco ci sono delle sponde di legno che come in un biliardo fanno rimbalzare la palla in campo come fosse una biglia che carambola sul tappeto verde.   

Regola Nr. 4   Se un giocatore, dietro indicazione del suo allenatore va a marcare, frontalmente, posteriormente o lateralmente un avversario deve dichiararsi a voce.             

Dopo questo rapido indottrinamento, come se andassi per la prima volta, da tifoso di solo calcio, ad assistere ad un incontro di rugby non conoscendone le regole, mi accingo a cercare il replay di una partita giocata nel campionato italiano di calcio a 5 ipovedenti.

Nel pomeriggio del giorno dopo porto al parco vicino casa il mio nipotino che assieme ad altri suoi amichetti organizza una partitella di calcio, in tutto sono in otto dunque si formano due squadre da quattro e dopo qualche minuto il Real si trova in vantaggio di due goal sul Barca dove gioca il mio Matteo che dimezza le distanze realizzando il goal su calcio di rigore. Una rete molto discussa dai piccoli avversari mentre gli altri ripetevano a gran voce: “….ma che non ci vedi…l’hai colpito in piena area di rigore….no…non ci vedi tu….era sulla linea e…e si apre una lunga discussione. L’incontro terminerá poi in perfetta paritá: 3 a 3.

Quella sera dopo cena nonno e nipotino vedono insieme per la prima volta un incontro di calcio a 5 ipovedenti. Matteo stenta nel credere a quella visione, in molte domande da lui formulate non sono riuscito a trovare risposte esaustive. Io stesso resto senza parole dopo aver visto quell’incontro amichevole organizzato dalla UISP tra Lecce e Bari proprio come un vero derby pugliese giocato da 8 giocatori Ipovedenti più i due soli portiere vedenti, dando vita ad una tenzone agonistica degna del miglior calcio. C’é persino un penalty fischiato contro il Bari, nessuno oserá fiatare sulla sua legittimitá, non verrá realizzato, sará calciato fuori di poco. L’amichevole terminerá in paritá e ad un cronista di una Tv privata che assisteva per la prima volta a questa disciplina e chiedeva lumi sulle regole di gioco all’allenatore salentino, questi rispondeva che era molto piú semplice osservare la partita che stare a spiegare tutte le regole.

Hanno stentato, al termine di quel filmato, nonno e nipote a comprendere con quale forza, coraggio, spirito di abnegazione quegli atleti segnati dalla natura con la privazione di uno dei beni piú preziosi che l’uomo possa avere, e cioé la vista, riescano ad esprimersi in campo con una luciditá del tutto analoga come gioco, intensitá, ardore agonistico ad un regolare torneo di calcio a 5 del campionato. 

Dopo la visione di questa ignota, fino a due giorni prima, disciplina calcistica, Matteo promette di non discutere piú con i suoi amichetti sui falli da rigore, e nello stesso tempo s’impegna a giocare le future partitelle serbando dentro il suo cuore quella visione di volere e potere giocare al calcio, il gioco piú bello al mondo, sempre con una luce accesa in mente, quella della lealtá sportiva, quella del rispetto dell’avversario perché ha visto altri veri atleti giocare, pur non potendo vedere, ed applicare questi valori, vincere o perdere l’incontro é relativo, ma é invece imperativo far divertire tutti anche se il calcio visto da loro, possa sembrare un calcio senza luce. 

La loro vera luce é proiettata su tutti noi come una genuina lezione di vita, di sport, come una vicenda Deamicisiana che si ripete tutte le settimane, il nostro sentimento, dopo aver conosciuto il mondo sportivo vissuto da questi atleti risulta elevato in qualitá ed umanitá, impartendo a tutti noi una toccante realtá che cosi’ puó sintetizzarsi: non conta il colore della maglia per cui tifiamo, né tanto meno l’esito ed il punteggio a fine gara, contano soltanto i valori umani e il reciproco rispetto per vivere meglio e godere della piena solaritá dell’universo, altrimenti continueremmo a vedere non solo un calcio senza luce ma anche, e questo risulterebbe cosa molto peggiore, una vita arida, piatta, sicuramente sempre più comoda nonché tecnologicamente sempre più avanzata, ma senza avere nel suo contenuto primario nemmeno un briciolo di umanitá e di amore.

P.S. Vorrei omaggiare questo scritto alla squadra della nazionale italiana impegnata in Turchia ad Antalya alla guida del tecnico Francesco Cabizzosu, dove ha concluso il campionato mondiale di calcio a 5 Ipovedenti piazzandosi al quinto posto e con l’occasione sento il dovere di rivolgere a tutti gli atleti un profondo ringraziamento per aver degnamente rappresentato la nostra Italia al resto del mondo e di questo ne siamo tutti orgogliosamente fieri. 

La passione, il cuore, ma, soprattutto la luce che per mezzo del vostro lavoro riuscite a sprigionare, ridona ad un calcio sempre piú insipido il suo vero, leale ed indiscusso valore.   

Un grazie di vero cuore a tutti voi!

 Massimo 48

BIO: MASSIMO BALDONI

Massimo 48 nasce a Roma nei primi anni del dopoguerra da mamma umbra e papà francese. Negli anni dell’adolescenza ama spesso frequentare l’agenzia di stampa ove il padre opera in qualità di telescriventista rimanendo particolarmente attratto dalla stesura  degli articoli nella redazione sportiva.

Si diploma Perito Tecnico in Telecomunicazioni e dedica tutta la sua vita lavorativa al settore radio elettronico in varie aziende. Poi, dopo i primi anni di grigia pensione, inizierà quasi per gioco a scrivere in qualità di blogger nella sezione Vivoperlei di Calciomercato.com dove oltre che di calcio si può scrivere di qualsiasi altro accadimento ad esso correlato. 

Viene insignito dal Direttore Stefano Agresti nella sede di CM a Milano con una targa risultando il miglior blogger dell’anno 2021 in quella specifica sezione.

Ora è alla ricerca di nuovi siti di scrittura, ed aver trovato l’incontro con “La complessità del calcio” con la regia di Filippo Galli è un’assoluta ed autentica vera chicca!

Buon Milan a tutti!

Massimo 48 

4 risposte

  1. Grazie Massimo, ho RILETTO (già mi ricordo questo tuo bellissimo pezzo) e stavolta non ho potuto trattenere le lacrime. Sarebbe da leggere nelle scuole medie e superiori e da stampare e da apporre nelle bacheche delle scuole calcio italiane. L’umanità e l’empatia che si riconoscono nella tua scrittura e tue riflessioni non solo fanno bene al calcio, ma alla vita stessa.

    1. Grazie Dario per le tue belle parole. Ho ancora viva in me, se pur a cinque anni di distanza, l’emozione che mi colse quando conobbi dal vivo la squadra calcistica di Ipovedenti veri eroi in questo mondo del calcio sempre più avido di contenuti umani! Dici bene le loro gesta sono da prendere come vero esempio di educazione sportiva e civica.
      Un caro abbraccio!

      Massimo 48

  2. contano soltanto i valori umani e il reciproco rispetto per vivere meglio e godere della piena solaritá dell’universo, altrimenti continueremmo a vedere non solo un calcio senza luce ma anche, e questo risulterebbe cosa molto peggiore, una vita arida, piatta, sicuramente sempre più comoda nonché tecnologicamente sempre più avanzata, ma senza avere nel suo contenuto primario nemmeno un briciolo di umanitá e di amore.”
    Bella testimonianza per un tema a me caro, visto che ho lavorato in un centro per bambini disabili e lo faccio ancora oggi a scuola. Ho anche visto una partita di calcio per ipovedenti. Non si poteva non notare la voglia di vincere e di inclusione che testimoniavano

    1. Grazie Vincenzo per la dovuta sottolineatura a questi eroi dello sport e della vita! Ed un encomio al tuo lavoro!
      Buona giornata.

      Massimo 48

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