GERRY CARDINALE E IL POPOLO ROSSONERO

Il rapporto tra Gerry Cardinale, fondatore di Red Bird Capital Partners società americana proprietaria di AC Milan, e i tifosi rossoneri non è mai stato idilliaco. Le distanze tra il desiderio dei tifosi di tornare subito a vincere non solo a livello nazionale ma anche internazionale si è sempre scontrato con il progetto della proprietà americana che prevede il risanamento dei conti ed un progetto sportivo vincente, si, ma sostenibile.

L’allontamento di Maldini e Massara, considerati gli artefici del ritorno alla vittoria del tricolore e alla partecipazione alle competizioni europee aveva acuito il malessere.

Cardinale ha aspettato, non sappiamo quanto scientemente, la vittoria del derby, che ha restituito un po’ di fiducia ai tifosi, per ribadire il concetto che gli aspetti commerciali e di marketing vanno di pari passo con quello sportivo e anzi sono ancor più importanti perché permettono e permetteranno di finanziare quest’ultimo.

Un messaggio coerente se vogliamo che peró, nei toni, è suonato un messaggio di monito, di sfida ai tifosi : così è se vi pare, diceva Pirandello.

In America chi spende i soldi per comprare le squadre, ne è proprietario. Invece, in Italia i tifosi pensano di esserne i proprietari e noi abbiamo un lavoro da fare per soddisfare questo concetto“. 

Il mio messaggio alla tifoseria non sembra funzionare. Ora il mio messaggio è che non vi darò alcun messaggio finché non vinceremo, perché capisco che è l’unica cosa che vi interessa. Ma io farò il mio lavoro e faremo tutto il possibile per vincere, ma in modo intelligente. Se lo farò, saremo longevi“.

Questi i passaggi che sono stati un pugno nello stomaco per il popolo rossonero che, pur avendo vissuto diversi anni con la proprietà Fininvest che aveva cambiato modello di business rinunciando a primeggiare, ha ancora indelebile il ricordo dei 25 “Berlusconiani” vissuti in gran parte in vetta alle classifiche, in Italia, Europa e nel Mondo.

Aggiungerei che tutto ció che ruota attorno alla partita, lo spettacolo principale, ha ragione di esistere solo in funzione di quest’ultima e, quest’ultima, puó chiamarsi tale solo con la presenza dei tifosi ( ricordiamo la desolazione delle partite in tempi di Covid).

“Non ci resta che piangere”, intitolava il film del 1984 scritto e interpretato da Benigni e Troisi, oppure credere fortemente in questa proprietà e management o, ancora, boicottare stadio, gadget, eventi a tinte rossonere per l’utopica speranza di un ritorno di un “Cavaliere rossonero”. 

A noi la scelta, se di scelta si puó parlare.

6 risposte

  1. Ciao Filippo! Per rispondere a Mr. Cardinale in merito alla messaggistica che verrebbe a comunicare a tutta la tifoseria subordinandola però al raggiungimento di un traguardo importante e così, parafrasando il tuo felice accostamento cinematografico citando la pellicola “Non ci resta che piangere” beh! personalmente, in quell’evenienza, gradirei sostituirla con un’altra del grande Massimo Troisi “Il Postino”… fantasticando che consegni nelle mani di Pablo Neruda ( Paulo Fonseca) un pacco contenente la tanto agognata nostra seconda Stella!

    Massimo 48

  2. Personalmente, ritengo che senza successi sul campo sarà molto difficile mantenere i successi del brand “ACMilan”, perché i tifosi, in tutto il mondo, vivono di risultati. Squadra che vince, come il Real attuale, ha un brand appetibile e vende. L’immagine vincente è tutto, anche per il business

    1. Esattamente. Se l’algoritmo non ci arriva, vuole dire che è stato impostato male, su altri parametri che non sono abbinabili al calcio europeo e sudamericano 🤷🏻‍♀️

  3. Il messaggio non funziona perché non è chiaro il progetto tecnico. Con Maldini il progetto era comprensibile. Nel 2023 la nuova proprietà ha ceduto Tonali, quest’anno Kalulu, a cui aggiungere Pobega, Saelemaekers e Adli. Fonseca sembra sia stato un ripiego. Se il progetto fosse chiaro ci sarebbero meno equivoci. Con Berlusconi la logica era quella di rafforzare con acquisti mirati la rosa esistente, almeno fino alla cessione di Kaka e all’uscita di Ancelotti.

    1. Ciao Martino, fai riferimento alla proprietà Fininvest ma il confronto è improponibile considerando che non c’era il tema della sostenibilità.
      Pertanto anche il confronto tra progetti tecnici andrebbe approfondito al netto delle scelte che anche per me non sono condivisibili.
      Grazie per il tuo contributo.

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