MILAN, IL FUTURO NON È ANCORA ADESSO

Weekend difficile anche per i nostri giovani: perdono Milan Futuro (ma pesa un arbitraggio discutibile) e Primavera, che invece fa tutto da sola. Che indicazioni possiamo trarre da queste due partite? Intanto arrivano le Nazionali

È stato, diciamolo subito, un weekend avaro di soddisfazioni anche per gli innamorati del calcio giovanile rossonero. Il turno si apriva a Solbiate Arno, dove il Milan Futuro incontrava la Pianese, appaiata a sei punti: l’occasione di fare tre punti in casa contro una pari grado, allontanandosi così dalle secche di fondo classifica, non sembrava una mission impossible e così, pieni di speranze, in una bella giornata di sole, abbiamo preso posto sui seggiolini dello stadio Chinetti.

Un pomeriggio di un giorno da cani

La partita, tuttavia, è stata viziata in modo forse decisivo dal cartellino rosso mostrato dall’arbitro Zoppi ad Andrei Coubis al quinto minuto del primo tempo! In pratica, un’intera partita in dieci. Ora, a meno che non si sia Mourinho, è sempre antipatico dare la colpa all’arbitro, ma va detto che oltre al rosso di Coubis si sono registrate le ammonizioni di Nava, Hodzić, Bonera, Bozzolan e Minotti (due, con conseguente espulsione, in seguito alle proteste per un rigore che definire dubbio è eufemistico e che Lapo Nava parerà al termine di una prestazione mostruosa), contro un solo cartellino giallo per gli ospiti: possibile che la squadra più giovane e leggera sia stata così aggressiva e fallosa? Sulla stessa azione del rosso a Coubis, inoltre, la Pianese batte una punizione in movimento cinque metri più avanti rispetto a dove è stato commesso il fallo, che andava sicuramente ripetuta. La sensazione, insomma, di un fastidioso protagonismo (a senso unico) del direttore di gara non ce la leva nessuno, ma andiamo avanti.

Dopo l’espulsione di Coubis, cioè subito, il Milan non rinuncia a giocare e, anzi, ha due belle occasioni con Turco e con Cuenca, e poi nuovamente con Turco: nell’azione Traoré segna, ma è in fuorigioco. Anche la Pianese, va riconosciuto, gioca e lo fa palleggiando con ordine e con pulizia, agevolata certo dalla superiorità numerica ma senza demeritare. E così, quando le gambe dei nostri ragazzi si fanno più pesanti, arriva in area con una bella azione manovrata e al 65’ si porta sullo 0-1, punteggio che non cambierà più.

Fin qui i fatti. Ma forse vale la pena provare a fare qualche ragionamento in più.

Il prezzo da pagare

Il Milan Futuro si presenta con Lapo Nava in porta, il redivivo D’Alessio (fermo a lungo per un problema a un occhio, poi in prestito) a destra, Coubis e Minotti coppia centrale, Bozzolan a sinistra; a centrocampo manovrano Hodzić (due gol nelle ultime due partite) e Sandri; i trequartisti sono Cuenca a destra, Liberali al centro e Traorè a sinistra, dietro la punta Turco. Come si nota, mancano all’appello Camarda, Zeroli e Jimenez, aggregati alla prima squadra in sostituzione rispettivamente dei pari ruolo infortunati Jovic, Loftus-Cheeck e Calabria: una scelta che non fa una piega dal punto di vista logico (il Milan Futuro esiste per quello, come ha riconosciuto anche Bonera), ma che priva la squadra di alcuni dei suoi uomini migliori. Mancano anche Bartesaghi, tenuto in panchina forse prudenzialmente, che però entrerà subito per portare centimetri dopo l’uscita di Coubis, e Vos, che risulta infortunato. Ironia della sorte, il primo a uscire dopo l’espulsione del centrale sarà proprio Liberali, forse il giocatore più atteso, specie nel suo ruolo di trequartista centrale che spesso viene occupato da un centrocampista più muscolare (Zeroli o Vos). Peccato. Insomma, quell’osmosi positiva di cui parlavo in un precedente articolo comporta sicuramente dei prezzi da pagare: Bonera lo sa, la società pure, ma a volte brucia lo stesso.

Indicazioni positive

Che cosa ci portiamo a casa da questa partita? Di sicuro un Lapo Nava in forma spettacolare, che ha chiuso ogni spiffero, ha parato d’istinto sui tiri ravvicinati, ha annullato un uno contro uno pericolosissimo, ha disinnescato un rigore e ha anche mostrato maggiore sicurezza nel gioco con i piedi. Bene. Fra i migliori Hugo Cuenca, uno con un controllo di palla che a mio avviso hanno in pochi anche in serie A, esaltante quando esce dal traffico con la palla incollata al piede (sinistro), ma che deve diventare più incisivo in termini di gol e assist. Se mi passate l’azzardo, e fatte le debite proporzioni, un Leao, nel senso di un enorme talento che non produce risultati in modo proporzionale.

Bene Turco (solo in prestito dal Salisburgo), gran lottatore, che prende un colpo in testa a fine primo tempo e non rientra: la sua mancanza si sentirà. Per tutti gli altri, il giudizio è sospeso: nessuno è riuscito a fare la partita che doveva e voleva fare. Per Andrei Coubis – un beniamino di chi scrive fin dai tempi in cui, da terzino destro, era capitano della Primavera – un’affettuosa tirata di orecchie (solo simbolica: vista la stazza fisica del ragazzo non oserei mai): era inevitabile, quel fallo? Non c’è stata un po’ di sufficienza (oltre a tante circostanze avverse di cui abbiamo già parlato)? Un “capitano” come lui, con quei mezzi tecnici e fisici, forse può fare di più, specie se – come crediamo – è in attesa dell’occasione di salire in prima squadra, cosa che meriterebbe e che certamente avverrà, a patto che si concentri al cento per cento sul suo compito attuale.

Primavera, sorpasso fallito

La domenica mattina, la Primavera è di scena a Bologna. Se per i colleghi Under 23 l’occasione era quella di disincagliarsi dalle retrovie, qui la posta in gioco è ancora più stuzzicante: vincendo, il Milan sarebbe primo da solo. E ci prova, a vincere: imbottiti di trequartisti e di centrocampisti di qualità (poi ci torniamo), i rossoneri fanno girare la palla con grande fluidità, si trovano negli spazi e al 10’ arriva il gol di Bonomi, un tap-in su precedente colpo di testa sulla traversa di Dutu. La partita, come detto, è piacevole e ben giocata: ma intorno alla mezz’ora arriva il black-out: nel giro di tre minuti il Bologna segna due volte e si porta in vantaggio. Tutti gli sforzi dei ragazzi di mister Guidi saranno vani e, anzi, nel finale arriverà anche il gol del 3-1 per il Bologna.

Il risultato è forse bugiardo, ma questa volta non ci sono torti arbitrali, espulsioni, rigori, superiorità numerica: tutto quello che si è visto è figlio del campo. E allora proviamo, anche qui, a fare qualche riflessione in più.

Senza una punta

Il Milan Primavera è sceso in campo con il giovane portiere Pittarella (2008) al posto dell’infortunato Longoni; difesa a quattro con Bakoune, Dutu, Paloschi e Grilli; centrocampo a due con Stalmach e Sala; linea dei trequartisti con Bonomi, Comotto e Ibrahimovic dietro a Scotti. E già qui si nota un’anomalia piuttosto vistosa che, temo, finirà per condizionare la stagione della Primavera, a meno che non si trovi qualche soluzione nelle categorie inferiori: per quanto possa sembrare surreale, nella rosa manca una prima punta. Abbondano esterni, mezze punte, centrocampisti di grande qualità, ma non c’è un uomo d’area. Il gol stesso del momentaneo vantaggio nasce da un gran lancio di Comotto su cui si avventa di testa Dutu (a fare di fatto l’attaccante), il cui colpo di testa sbatte sulla traversa e finisce sul corpo di Bonomi. Ma quando si è trattato di recuperare lo svantaggio, il Milan non ha potuto mettere chili e centimetri in area, semplicemente perché non li ha.

Quanto al resto, oggi da salvare c’è poco: forse la prestazione di Adam Bakoune, terzino destro del 2006 dotato di un fisico imponente (come il suo opposto Bartesaghi, supera il metro e novanta), ma anche di una buona conduzione di palla. Ma anche lui, certamente fra i più propositivi, è naufragato insieme a tutta la difesa che ha incassato tre gol da un avversario non irresistibile, ma solo paziente e ordinato. C’è, lo abbiamo detto, tanto talento, per lo più distribuito fra centrocampo e trequarti: tutti sono pronti a scommettere sul 2008 Comotto, come pure sul subentrato Ossola, 2007. Ma la sensazione è che vada innanzitutto risolto il problema dell’attacco.

Rossoneri nazionali

Arriva la sosta per le Nazionali, anche quelle giovanili. E qui, occupandoci di calcio “under”, un pensiero (agrodolce) è d’obbligo. Fra i convocati della Nazionale Under 17 ci sono sei milanisti: Andrea Cullotta, Luca Nolli, Pietro Arnaboldi, Simon La Mantia, Simone Lontani, Filippo Plazzotta (anche se va detto che qui i convocati sono 60 e disputeranno un torneo triangolare). In Under 19 la situazione è ancora migliore, perché i rossoneri prestano cinque convocati su ventidue: sono il terzino Vittorio Magni, il centrocampista Emanuele Sala, gli attaccanti Diego Sia e Mattia Liberali, oltre naturalmente al più giovane di tutti, Francesco Camarda. Se però saliamo alla rappresentativa Under 21, nessun giocatore proviene dal Milan. Questo ci fa pensare che l’onda rossonera sia partita, sia a buon punto ma debba necessariamente crescere, maturare e tornare a produrre giocatori validi per l’Under 21 e, al contempo, per la prima squadra o quantomeno per le serie maggiori. Non siamo ancora a questo punto e, anzi, se guardiamo alla Nazionale maggiore è la fiera dei rimpianti rossoneri, da Bellanova a Brescianini per citare solo gli ultimi. L’auspicio è che dal settore giovanile milanista comincino presto a uscire giocatori pronti per il calcio vero: il segnale lo avremo quando anche l’Under 21 comincerà a riportare qualche nome noto.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

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