Italia-Belgio 2-2

NATIONS LEAGUE, ITALIA-BELGIO 2-2: IDEE, GIOCO E CUORE; UN PAREGGIO CHE FA CRESCERE GLI AZZURRI

In medio stat virtus“. La virtù sta nel mezzo.
Nell’Etica Nicomachea di Aristotele emerge con forza una lezione universale, quella di cercare la via della moderazione e della temperanza. Un punto di equilibrio, rispettando l’istanza greca, tra due estremi che sono ugualmente da evitare. Filosofia antica che ha navigato le correnti del tempo per consegnare i suoi effetti al presente. Il senso della medietà deriva proprio dalla necessità di abbandonare gli eccessi per sposare la misura, una stazione d’incontro tra il coraggio e la liberalità. Il compromesso tra due vizi, paura e prodigalità, viltà e temerarietà, diventa necessario per adottare un comportamento saggio e, di conseguenza, compiere delle scelte adeguate.

L’Italia di Luciano Spalletti ha iniziato a seguire un nuovo percorso, un sentiero che abbraccia l’etica del giusto mezzo, della fortitudo platonica e la spinta d’animo. A risorgere dopo l’abisso nero di Euro 2024, non è soltanto la Nazionale intesa come gruppo, ma l’idea alla base di tutto, della ricostruzione di un progetto, rinnovato da cima a fondo, col principio della disciplina legato e interconnesso al talento. Un piano bilanciato dove le due “parti” stringono una relazione di reciproca convivenza e si sostengono. Perché, come diceva il Profeta del gol Johan Cruijff: “la disciplina non fa a pugni con la creatività”. Guida etica, sviluppo tecnico: una linea media che consente agli azzurri di guardare avanti e tenere la barra dritta, con l’obiettivo Mondiale 2026 che passa inevitabilmente dagli impegni in Nations League e dalle successive qualificazioni.

AVVIO DIROMPENTE DEGLI AZZURRI, DIAVOLI ROSSI SPENTI

Dopo le vittorie di settembre contro Francia e Israele, l’Italia pareggia contro il Belgio ma mantiene il comando del gruppo 2 della Lega A. Una partita dai due volti, con un plot twist a stravolgere la narrazione e il risultato finale, senza intaccare l’atteggiamento e il carattere della squadra.
Gli azzurri approcciano con decisione il match e ingranano subito la quinta con una partenza sprint a mandare in affanno i reparti avversari.

Spalletti conferma l’1-3-5-2, il modulo dinamico le ali volanti e il gioco concepito sulla lateralità e l’estensione. Circuito associativo e combinazioni rapide per cercare la profondità, da destra a sinistra, da parte a parte, con l’intenzione di stringere il campo per poi aprirlo attaccando la zona debole. Dimarco e Cambiaso sono i motori della formazione spallettiana, esterni moderno con educazione sentimentale per la palla e grande intelligenza tattica, non solo nell’esecuzione tecnica ma soprattutto nell’interpretazione e, quindi, nella lettura delle situazioni. Riconoscere il gioco e individuare le aree scoperte per pungere in velocità: il dialogo a distanza tra i due quinti diventa indispensabile per produrre azioni e pericoli, una sorta di regia mobile che comincia dalle fasce e regola i le sovrapposizioni delle mezzali, Tonali e Frattesi, con Ricci perno centrale davanti al segmento difensivo.

La massima ampiezza è garantita da uno o due elementi, sempre larghi sulle corsie (uno dei dogmi del calcio di Pep Guardiola) grazie a un sistema fluido che si adatta alla circostanze del gioco ma al tempo stesso favorisca un’occupazione efficace dello spazio. Blitz lampo del team di Spalletti dopo soli 59 secondi. Dimarco chiama, Cambiaso risponde: assist del fluidificante interista per l’incursore jolly juventino che, sotto porta, ribadisce in rete la respinta di Casteels. Al 24′ è ancora Dimarco a inventare per Cambiaso con un’apertura geniale che manda il 20 azzurro alla conclusione dal limite dell’area. Casteels non trattiene e Retegui come un falco di fionda sulla palla firmando il 2-0.

In 39′ minuti l’Italia sgretola l’1-4-2-3-1 del Belgio proponendo un calcio pregevole ed efficace, esaltante e autorevole, ma un minuto più tardi si fa harakiri originando l’episodio che, di fatto, cambia totalmente l’inerzia della gara. L’intervento di Pellegrini su Theate, dopo l’OFR col Var, viene sanzionato col cartellino rosso lasciando in inferiorità numerica gli azzurri. Dalla stessa punizione i Diavoli Rossi accorciano le distanze: Trossard ammortizza il suggerimento di Tielemans e De Cuyper scarica un mancino a girare che buca Donnarumma.

Italia-Belgio 2-2 - Foto via Adkronos
Italia-Belgio 2-2 – Foto via Adkronos

BELGIO ALL’ATTACCO, ITALIA IN DIFESA

Nella ripresa, con l’uomo in meno, l’Italia si compatta e cerca di tenere il Belgio lontano dalla propria area di rigore. Al 61′ la formazione di Tedesco pareggia i conti da corner, con Trossard che brucia Donnarumma su assist di Faes. Spalletti predica calma e ordine, incentivando la sua squadra a continuare a giocare il pallone. Calafiori è l’elemento che rompe la linea difensiva e guida la risalita, con Ricci che funge da metronomo e scende in protezione, i due esterni molto attivi e tutti gli effettivi in costante movimento. Gli azzurri creano qualche occasioni, concedono qualche situazione pericolosa agli avversari ma non soffrono particolarmente, interpretando le due fasi e le transizioni in maniera accorta, con rigore tattico e qualità.

All’Olimpico di Roma termina 2-2. L’Italia fa e disfa, con un primo tempo quasi perfetto e un secondo tempo giudizioso e di vigile contenimento. Al contrario il Belgio palesa una cortezza offensiva, con poche idee nel gioco di movimento e cinismo sulle palle inattive. Non a caso i due gol dei Diavoli Rossi nascono da situazioni di calci piazzati, con la squadra di Spalletti titubante nelle marcature.

Nonostante il pareggio, l’Italia si dimostra una squadra vera, capace di reagire alle difficoltà con testa e personalità, giocando un ottimo calcio e gettando il cuore oltre l’ostacolo senza mai perdere la bussola. La strada è ancora lunga, ma il bicchiere è mezzo pieno, come sottolineato da Luciano Spalletti:

“Ci sono degli episodi che cambiano le partite. A volte ci sono gare che vengono segnate non dal modo in cui si gioca a calcio, ma da cose che vanno al di là di ogni tattica e giocata. Peccato, perché avevamo la possibilità di giocare bene la partita anche nel secondo tempo. Andrei più a guardare come abbiamo perso un paio di palloni. Ma loro hanno questa qualità negli spazi larghi, negli uno contro uno sono giocatori di livello top che giocano nelle squadre top, devi fare raddoppi che ti costringono ad abbassarti.
Non abbiamo sofferto troppo davanti a Donnarumma e neanche sul piano del gioco, abbiamo sofferto su questi episodi di calci piazzati in cui loro sono stati anche fortunati.
Le conferme ci sono state tutte: la personalità della squadra, la capacità di stare benissimo in campo. Quello che ha contraddistinto questa squadra nelle due partite precedenti era da confermare e da far vedere che saremmo stati ancora capaci di pilotare le nostre capacità dentro la partita: l’abbiamo fatto”.

Lunedì 14 ottobre 2024 a Udine l’Italia ospiterà Israele nella gara di ritorno del girone di Nations League: una sfida da non sottovalutare e da affrontare nel migliore dei modi. Con giudizio e mentalità, senza dimenticare che, come sosteneva Bill Shankly, “nel calcio, molto del successo è nella mente”.

BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Nato lo stesso giorno di Bobby Charlton, cresciuto con il mito di Johan Cruijff e le magie di Alessandro Del Piero. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.

  • Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
  • Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema” e “Vanzina: una famiglia per il cinema”.
  • Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
  • Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
  • Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
  • Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
  • Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017).

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