Il Mondiale in Qatar è terminato da pochi giorni e le immagini del tripudio Albiceleste sono già, volente o nolente, diventate storia del calcio.
Il calcio è in costante evoluzione e per far sì che esso si mantenga ad alti livelli, è indispensabile l’inserimento dei giovani. Questo Mondiale ci ha regalato parecchie sorprese in questo ambito, alcune più prevedibile di altre. Ma andiamo con ordine:
Enzo Fernández
Partiamo da un campione del mondo, proclamato miglior giovane della competizione: Enzo Fernández. Il centrocampista in forza al Benfica è stato il metronomo dell’Argentina in questo atipico mondiale autunnale. Partito indietro nelle gerarchie, Enzo, ha guadagnato con merito il posto da titolare. Nei primi due incontri il CT Scaloni ha concesso al classe ‘01 solamente due spezzoni di gioco. Decisiva la prestazione da subentrato contro il Messico: palla all’angolino, gol e posto inamovibile garantito nell’undici di partenza. Le sue prestazioni da “tuttocampista” hanno trascinato la selección alla vittoria finale.
Julián Álvarez
Insieme ad Enzo troviamo il connazionale Julián Álvarez, protagonista di un Mondiale strepitoso. Il centravanti del Manchester City classe 2000 è stato il finalizzatore della manovra sudamericana, a discapito di Lautaro Martinez. Proprio quest’ultimo, rimasto a secco nella classifica marcatori, ha dovuto cedere la maglia da titolare, dopo appena due partite, alla giovane promessa del City. Julián, accostato spesso al Milan nelle scorse sessioni di mercato (così come Fernández), ha messo a segno la bellezza di 4 reti e 1 assist in questo torneo.
Aurelién Tchouaméni
Passiamo dai vincitori ai vinti: la Francia. Il capocannoniere di questa edizione, Kylian Mbappé, ha recentemente compiuto 24 anni, ma il suo nome non è una novità. Non sono passate inosservate, invece, le prestazioni di Aurelién Tchouaméni: padrone assoluto del centrocampo francese, presente su tutti i palloni, abile in entrambe le fasi di gioco. Un giovane gioiello che, alla corte di Ancelotti al Real Madrid e con Deschamps in nazionale, non poteva far altro che consacrarsi. Il gol siglato contro l’Inghilterra è di caratura internazionale e decisivo ai fini del risultato. L’unica macchia del suo Mondiale? Il rigore calciato fuori in finale: non semplice da digerire per un ragazzo di 22 anni. Nonostante ciò, il vasto, giovane e promettente organico permette una certa serenità ai tifosi francesi per l’avvenire.
Jude Bellingham
I tanto delusi inglesi, non hanno mai nascosto il sogno di riportare la coppa a casa, ma possono comunque sorridere. I Tre Leoni vantano una rosa qualitativamente e quantitativamente prosperosa, ricca di talento. Un nome su tutti: Jude Bellingham. Il giovane classe 2003 del Borussia Dortmund ha incantato il mondo palla al piede: un fenomeno presente in pressocché tutte le azioni offensive inglesi, decisivo sotto porta, abile nel dribbling, nei movimenti senza palla… giocatori così completi e così giovani in giro non se ne vedono spesso. A contendere il titolo di wonder kid della nazionale, sbuca il nome di Bukayo Saka. L’esterno offensivo classe 2001 dell’Arsenal non le manda a dire, replicando con 3 gol e 1 assist. Tanta qualità e tante opzioni per Southgate, il quale ha recentemente confermato che continuerà ad essere l’allenatore della selezione inglese. Il futuro, con queste premesse, è certamente dalla loro parte.
Joško Gvardiol
In questa speciale classifica risulta impossibile non menzionare Joško Gvardiol (2002), difensore centrale croato del RB Lipsia. Sontuoso in mezzo al campo, dominante su tutti i contrasti: Gvardiol abbina rapidità e fisicità in maniera eccelsa e ciò fa di lui il difensore più chiacchierato in vista dell’imminente sessione di mercato. Senza indugi, il miglior difensore centrale di questa edizione, sebbene la partita contro l’Argentina non sia stata una delle sue migliori performance.
Joško Gvardiol
Nico Williams
Nico Williams, fratello minore di Iñaki (entrambi sotto contratto con l’Athletic Bilbao), è riuscito a mettersi in mostra nonostante il poco minutaggio concessogli. Le sue accelerazioni laterali hanno costituito la maggior parte delle insidie create dalla Spagna. È salito in cattedra spezzando lo sterile possesso palla spagnolo, fornendo più opzioni a Luis Enrique: in particolar modo la profondità e l’uno contro uno. Tuttavia, la Spagna ha terminato prematuramente il suo cammino, fermandosi agli ottavi di finale. Forse il ragazzo nato nel 2002 avrebbe meritato più spazio? Comunque sia, una menzione d’onore va doverosamente fatta alla coppia di centrocampo Pedri – Gavi, i due baby Golden Boy blaugrana. I due, rispettivamente classe 2002 e 2004, ormai da tempo si dividono la scena, tanto nel Barça quanto nella Roja.
Gonçalo Ramos
Exploit veritiero o casualità? Questa è la domanda che ci si pone su Gonçalo Ramos. Ciò che è certo è che la sua tripletta, nel giorno in cui ha mandato in panchina CR7, non è passata inosservata. Contro il Marocco, però, non è riuscito a ribadire la stessa prestazione efficace e convincente, neanche lontanamente. Avrebbe meritato più minutaggio sin dall’inizio? O la partita con la Svizzera è da considerare solo una giornata particolarmente positiva per il calciatore? Fernando Santos, di sicuro, per metterlo in campo avendo a disposizione un arsenale di quel calibro, la risposta la sapeva già. Da capire quale possa essere il suo rendimento nel tempo: da tenere d’occhio.
Cody Gakpo
Del percorso di questa Olanda verrà certamente ricordato il 23enne Cody Gakpo: trascinatore assoluto degli Orange con 3 reti in 5 partite. L’attaccante del PSV si è mostrato al mondo intero: dinamico, alto e rapido… tutte qualità che – con tutta probabilità – lo porteranno lontano dall’Eredivisie, a favore di uno dei 5 top campionati europei. Minutaggio centellinato, invece, quello del connazionale e compagno di squadra Xavi Simons, classe 2003 davvero intrigante in ottica futura.
Azzedine Ounahi
Per concludere, il nome di Ounahi è quello che non ti aspetti. O almeno, prima di questo Mondiale. Il marocchino classe 2000 ha fatto letteralmente ammattire qualsiasi avversario si ritrovasse davanti. Nel corso di questa edizione ha raccolto tanti complimenti tra gli addetti del settore; persino Luis Enrique lo ha elogiato durante una conferenza stampa. Ottima la sua conduzione palla al piede, è dotato di tempi di inserimento da far invidia a qualsiasi centrocampista e, inoltre, ha una spiccata propensione funambolica nel dribbling. Sostanza e qualità racchiusi in un unico giocatore. Un ingranaggio fondamentale per gli schemi di Regragui. La valutazione del suo cartellino è più che decuplicata dopo il Qatar: da 4 a 45 milioni, gli stessi che pare stia offrendo il Leicester per accaparrarselo in tempi brevi.
Luca Lazzaro
3 risposte
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