Tempo fa andai per caso ad assistere a una partita di under 14 “professionisti”, le due squadre in questione, società rispettivamente di serie A e B, erano (per quel che può contare dopo appena un mese di campionato), in testa alla classifica.
18 giocatori a referto per entrambe.
Possibile effettuare fino a 7 cambi.
Squadra A 0 ( zero) sostituzioni.
Squadra B 2, entrambe a tre minuti dalla fine del recupero (non della partita!).
Ora io penso che in una società professionistica TUTTI i giocatori della rosa debbano essere in grado di giocare ovviamente chi più e chi meno, ma comunque l’ingresso di nessuno di loro possa essere penalizzante per il rendimento globale.
Allora i casi sono due:
– il reclutamento è stato completamente sbagliato, a livello di individuazione delle qualità del ragazzo, oppure molti giocatori in rosa sono lì per motivi che con il calcio non hanno nulla da spartire.
– la società e l’allenatore hanno pressioni per ottenere un risultato immediato a tutti i costi e ovviamente i tardivi e i meno “pronti” non trovano spazio.
Ora posto che non si debba fare assistenzialismo e il posto vada guadagnato, quindi si gioca solo se lo si merita, si pongono alcuni quesiti:
– a chi è affidata l’ attività di osservazione?
– quanti ragazzi approdano nei professionisti per motivi, diciamo, così esterni?
– non sarebbe il caso di lasciare i cosiddetti “tardivi” nei loro contesti visto che poi non li si fa mai giocare?
Il problema non è il risultato. Il problema è l’ uso che se ne fa.
Il messaggio che i due allenatori hanno mandato ai propri ragazzi è stato:
– se la partita è “importante” molto di voi non mi servono.
Questa è la parte più vera e triste.
Buona giornata a tutti voi.
BIO: Alessandro Zauli classe 1965.
Allenatore UEFA A.
Collaboro con la rivista Il Nuovo Calcio dal 1993 per il quale ho scritto anche 4 libri.
Ho allenato e alleno in settori giovanili dilettantistici/professionistici dal 1985.
Lavoro anche come istruttore sportivo presso la Casa Circondariale di Ravenna e coi ragazzi della salute mentale.
Dal 2009 inoltre svolgo l’ attività di osservatore per i campionati di C e D
4 risposte
Analisi Perfetta di una eccellente ONESTÀ INTELLETTUALE!!
Ecco il motivo per il quale, in una under 14 regionale, con l’obiettivo comunque di mantenere la categoria, quelli che porto giocano tutti. È un modo di dire ” mi fido di tutti!” Sennò vado in 12. Ed è vero che ci sono delle dinamiche di partite dove cambiare ( magari sullo 0-0) potrebbe cambiare un meccanismo, fondamentalmente quanto va ad influire? Giusto dire allora che il problema è di partenza, se uno non è pronto allora qual è il senso di averlo in squadra? Una sostituzione credo debba essere un aiuto, non la paura di fare un danno, in una qualsiasi categoria. Sia chiaro, mi rendo conto che il giocatore crescendo debba capire che non per forza tutti giocano, si lavora in settimana per migliorare, ci sono quelli più indietro, etc. Questi ragazzi sono numeri o sono un futuro sul quale lavorare oggi? A 13 anni credo sia difficile avere un pensiero di un atleta maturo del tipo: ” non gioco nelle partite tirate ma ho ugualmente la fiducia del Mister, lavoro duro in settimana ancora di più per trovare anche quei 5 minuti dove posso far cambiare idea sulla mia posizione nella squadra”. Quel punto guadagnato vale più di un lavoro sulla testa di questi ragazzi? Immagino che la posizione di un allenatore, con degli obiettivi di squadra e personali renda più difficile tale scelta, soprattutto in club professionistici.
Buongiorno signor Zauli, io seguo un settore giovanile dilettantistico, ovviamente le cose saranno diverse dai pro. Gli under 14 passano dall’attività di base all’attività agonistica dove non c’è più l’obbligo di far giocare tutti quindi tutti gli aspetti da lei elencati potrebbero essere presi in considerazione. Su un aspetto però vorrei chiedere il suo parere, la preparazione che un ragazzo, magari non all’altezza di altri, può ricevere in un contesto professionistico che risultati può dare?
Buongiorno, sono R.T. in una società dilettantistica, quest’anno non abbiamo categorie agonistiche, lo scorso campionato avevamo una squadra U14 regionali.
Un gruppo eterogeneo formato dalla maggior parte di ragazzi che quest’anno non giocano più, nulla di strano, siamo una società che lavora per il sociale.
Esperienza personale come allenatore di quell’U14 positiva dal punto di vista umano, i ragazzi mi scrivono, mi chiamano, mi chiedono consigli, e mi raccontano delle loro nuove esperienze sportive; dal punto di vista sportivo abbiamo fatto un campionato al di sotto delle nostre aspettative, per dare la possibilità di far giocare tutti il più possibile, anche i non pronti/non adatti, però contento di aver perso i più “pronti” perché trasferiti in squadre élite o PRO.
Esperienza personale dal punto di vista di un papà, di un ragazzo che la scorsa stagione ha giocato nei “professionisti” di una squadra di serie C: pessima sotto tutti i punti di vista, ha ragione Mr. Zauli riguardo alla selezione per non si sa quale motivo di ragazzi non pronti, che in questa annata 2024/25 non giocano nemmeno negli élite o nei regionali.
Genitori che facevano convocazioni, e formazioni; chiedevano riunioni societarie per capire perché i propri figli giocavano 5′ invece di 20′.
Durante le partite, bastava affacciarsi al parcheggio degli stadi per capire il reddito delle varie famiglie .
A pensar male si fa peccato…