Italia-Francia 1-3 - Foto via Adkronos

NATIONS LEAGUE, DALLA VITTORIA SUL BELGIO ALLA SCONFITTA CON LA FRANCIA: L’ITALIA SI QUALIFICA ALLA FASE FINALE MA SCIVOLA AL SECONDO POSTO DEL GIRONE

“Chi vuole fare grandi cose deve pensare profondamente ai dettagli”.
Le parole dello scrittore francese Paul Valéry sottolineano l’importanza di un fattore che, nella vita e nello sport, fa la differenza: il particolare, la cura dei dettagli che prevale sul disegno generale, il metodo induttivo che, secondo i greci antichi, ragiona sulla casistica specifica per stabilire una legge universale, “portare dentro” o “chiamando a sé” qualcosa.

Una terminologia che assume una rilevanza attuale nell’uso della linguistica comune applicata al calcio. Portare dentro e quindi agire nel mezzo o tra le linee, chiamare a sé e dunque attrarre il pressing avversario per manipolarne la struttura: principi di gioco che alimentano il credo di Luciano Spalletti e della sua Italia versione post Euro 2024, trasformata e rinata nelle ultime sei partite di Nations League. Una Nazionale non solo sviluppata sui concetti, ma sulla pratica in campo, sull’indicazione di lavorare sulla semplicità e la forte connessione tra i singoli.
Ma come insegna il Profeta Johan Cruijff: “giocare a calcio è semplice, ma giocare un calcio semplice è la cosa più difficile che ci sia”. Un paradosso che, se abbinato al discorso di Jean-Paul Sartre, acquisisce una certa logica, perché “nel calcio tutto è complicato dalla presenza della squadra avversaria”.

Vincere e convincere. È questa la mission di Spalletti: costruire una squadra che sappia esattamente cosa fare e come farlo. La vittoria al Re Baldovino di Bruxelles per 0-1, con tocco determinante di Tonali (che, complice la squalifica, non festeggiava un gol da 14 mesi), ha garantito agli azzurri la qualificazione alla fase finale della competizione. 

1-5-1-1 flessibile, palleggio fluido, rotazioni a garantire la massima occupazione degli spazi, coi braccetti di difesa a guidare le risalite, i quinti e le mezzali (Dimarco e Tonali, Frattesi e Cambiaso) a lavorare in tandem e Barella sulla trequarti a raccordare la manovra tra le linee: con idee, gioco e identità, l’Italia è riuscita a domare i Diavoli Rossi e a comandare la partita, mostrando qualità d’insieme, consapevolezze nei propri mezzi e spirito di sacrificio.
Una macchina rodata, capace di raccogliere 13 punti lungo il percorso, ma contestualmente uscita fuori strada all’ultima curva, a un passo dal traguardo e sul più bello, a causa dell’improvviso ritorno transalpino. Reduce dal pareggio contro Israele, la Francia approda a Milano e gioca un tiro mancino all’Italia, vendicando la sconfitta dello scorso 6 settembre al Parco dei Principi.

Italia-Francia 1-3 - Foto via La Gazzetta dello Sport
Italia-Francia 1-3 – Foto via La Gazzetta dello Sport

ITALIA IMPRECISA, FRANCIA CINICA

1-3 all’andata. 1-3 al ritorno. Punteggio identico e sfavorevole per le squadre di casa, la brigata di Deschamps al Parco dei Principi, il team di Spalletti al Meazza.

Nella notte in cui Jannik Sinner rende azzurra Torino col trionfo alle Nitto ATP Finals, il cielo è Blues sopra San Siro: l’Italia cade improvvisamente contro la Francia, puntuale a sfruttare le occasioni e a capitalizzarle con cinismo.

La Nazionale fatica a esprimersi, il palleggio è schiacciato e sterile, la manovra poco fluida e rare le imbucate interne. La partita si decide in mezzo al campo, con tre intermedi azzurri a subire la fisicità del trio francese, abile a sporcare i palloni e a spezzare il ritmo. Spalletti predica calma nella gestione del pallone, con Locatelli, Frattesi e Tonali che, però, non trovano le misure per coinvolgere Barella nel gioco tra le linee e, di conseguenza, Retegui, troppo isolato e fuori servizio.

Italia-Francia entra nel vortice compresso della tattica, con Deschamps a incartare il match e a ridurre il potenziale degli uomini di Spalletti. Ampiezza, verticalità e cambi di gioco non funzionano come di consueto e complicano i piani degli azzurri, spesso in difficoltà nel trovare soluzioni alternative e nel compiere la scelta giusta, limitando di molto l’incidenza offensiva e le conclusioni in porta.

I calci piazzati e le palle inattive diventano un fattore, l’arma in più della Francia e il nervo scoperto dell’Italia: Rabiot firma il vantaggio, Digne su punizione coglie l’autorete di Vicario e, infine è di nuovo l’ex “Crazy Horse” della Juventus a chiudere ogni discorso, di partita e primato del gruppo 2 di Lega A.
Il gol del 1-2 di Cambiaso – classica azione da quinto a quinto con assist di Dimarco – rianima l’Italia, ma la reazione si consuma ai confini dell’area di rigore avversaria, con una circolazione contorta, poca predisposizione dei singoli a uscire dalla confort zone per rischiare la giocata, occasioni ridotte al minimo.

I DETTAGLI FANNO LA DIFFERENZA

Una sconfitta figlia dei dettagli e di un grado d’attenzione non impeccabile, come ammesso da Dimarco a fine gara:

Abbiamo giocato un’ottima gara e creato tanto, ma una sconfitta è una sconfitta. Sicuramente impareremo da questo ko. Ci sono cose che dobbiamo sicuramente migliorare, una squadra come la nostra non può prendere tutti questi gol su palle inattive. Il bilancio della Nations League è positivo e il gruppo è sano”.

Al netto del risultato, il CT Spalletti guarda il bicchiere mezzo pieno e traccia un bilancio positivo delle 6 partite di Nations League, con un gruppo sempre più in crescita e in netto miglioramento, giocatori responsabilizzati e centrati sui prossimi obiettivi.

Il destino dell’Italia, scivolata al secondo posto del girone per una peggior differenza reti rispetto alla Francia, è appeso al sorteggio di venerdì 22 novembre a Nyon: gli azzurri sfideranno a marzo una tra Portogallo, Germania e Spagna.

BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Nato lo stesso giorno di Bobby Charlton, cresciuto con il mito di Johan Cruijff e le magie di Alessandro Del Piero. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.

  • Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
  • Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema” e “Vanzina: una famiglia per il cinema”.
  • Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
  • Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
  • Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
  • Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
  • Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017) e il saggio “Nel segno del doppio” nel libro “Mediaset e il cinema italiano. Film, personaggi, avventure” di Gianni Canova e Rocco Moccagatta.

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