In una partita giocata da una parte sola, i giovani rossoneri non trovano contromisure al pressing dei pugliesi e assistono a una sconfitta ineccepibile che interrompe la mini serie positiva e costerà la testa della classifica
Non c’è molto da dire su questa (brutta) partita che ha visto il Lecce prevalere per 2-0 sul Milan Primavera nella mattinata di sabato 23 novembre, se non che i giovani Under 20 condividono con i loro fratelli maggiori l’incapacità di rimanere concentrati a lungo. Il Milan, infatti, si era finalmente portato al primo posto con 22 punti dopo un filottino di vittorie, delle quali avevamo dato conto anche su questo blog. Il Lecce di punti ne aveva 11 e pertanto il confronto non sembrava proibitivo. E invece…
FORMAZIONE LEGGERA
La squadra di Federico Guidi scende in campo con Mastrantonio in porta, una linea a quattro composta da Bakoune, Parmiggiani, Dutu, Perera; un centrocampo a tre con Sala centrale affiancato da Liberali e Comotto; un attacco con Bonomi, Scotti, Ibrahimovic, al rientro da un infortunio. Tanta, tanta qualità, quindi: con Liberali retrocesso (solo nella geografia, non nelle gerarchie) a mezzala, e il solito attacco leggero, non per scelta ma per necessità. Una qualità che farebbe pensare a una partita da giocare palla a terra, con transizioni veloci, uno-due precisi e giocatori messi in condizioni di presentarsi davanti alla porta.
E invece a fare la partita è il Lecce, che occupa il campo con un pressing alto e soffocante, con agonismo ma anche con acume tattico, al punto che nel primo tempo si gioca da una parte sola (la nostra). E quando pure riusciamo a rompere il primo pressing, non troviamo lo spazio libero che ci si potrebbe aspettarealle spalle di una difesa alta, bensì una squadra capace di ricompattarsi e di tornare densa in un attimo. Complimenti a mister Scurto per avere disegnato una partita perfetta e ai suoi ragazzi per averla messa in pratica.
TUTTO NEL PRIMO TEMPO
Dopo un dominio di cui abbiamo detto, il gol del Lecce arriva al 18’: dall’impatto fra la nostra linea difensiva e quella offensiva del Lecce schizzano fuori un pallone e un giocatore. Purtroppo per noi, il pallone va verso la nostra porta e il giocatore è Bertolucci del Lecce, che si trova a tu per tu con Mastrantonio e lo batte senza troppa fatica. Il raddoppio arriva da calcio d’angolo: cross dalla sinistra sul secondo palo ed Esposito, anche qui senza dare l’impressione di impegnarsi allo spasimo, ma solo di essere in piacevole solitudine, la mette sul palo opposto (il secondo palo del secondo palo, potremmo dire), dove Mastrantonio non può arrivare. Dire che per 65 minuti non succede più niente è un po’ brutale, ma non è troppo distante dalla verità, ragion per cui non insisteremo con la cronaca di una partita mai davvero giocata dai rossoneri e andremo alle conclusioni.
TROPPO BRUTTO PER ESSERE VERO
Come abbiamo scritto e scriveremo tante volte, a questa rosa manca inspiegabilmente una prima punta di peso, come se chi l’ha costruita si fosse dimenticato di riempire l’ultima casella: “Accidenti, e la punta?”. “Eh, niente, le liste sono chiuse, amen”. La squadra, quindi, è obbligata a giocare a calcio palla al piede, il che non è neppure una brutta cosa. Peccato che manchi un’alternativa: quando sono in svantaggio, di solito le squadre mandano in campo due lungagnoni, due bravi crossatori e passano dal fioretto alla sciabola. Il Milan Primavera fa due cambi, toglie due mezzali/trequartisti e mette due mezzali/trequartisti (si segnala a questo proposito l’ingresso di Andrea Di Siena, ala sinistra del 2006, finora mai visto e per ora non giudicabile). Fine delle contromisure.
Oggi, di certo, il gioco di fioretto non ci è riuscito per niente. Colpa di un vento decisamente fastidioso? Colpa dei tantissimi passaggi sbagliati, anche da parte dei giocatori migliori, fra cui Mattia Liberali, il talento più atteso di questa generazione? Colpa (ma mi viene da ridere mentre lo scrivo) dell’imminente impegno in Youth League, come se questi giovani Seedorf, Pirlo e Kakà si risparmiassero per il palcoscenico principale? Spero di no, perché a 18 anni si dovrebbe avere voglia di azzannare tutto quello che si muove sul prato e anche il prato stesso. Forse è solo colpa del fatto che qualsiasi squadra – specie se indossa una maglia rossonera – ha alti e bassi. Onore al Lecce, che ha voluto fortemente la vittoria, mentre noi restiamo provvisoriamente nel gruppo dei primi a 22 punti ma con un bel gruppo di squadre che, a pari punti o con un punto in meno, devono ancora giocare: facile che domani non saremo più primi e nemmeno secondi, anche se la classifica è ancora molto densa e niente di irreparabile è avvenuto.
I MENO PEGGIORI
Risulta assai difficile, dopo una partita quasi non giocata, individuare i giocatori migliori. La difesa appare sempre un po’ colta di sorpresa (in questo mostriamo grande continuità fra Primavera, Milan Futuro e prima squadra: peccato che non esista un “Trofeo Coerenza”): a me stupisce sempre come Adam Bakoune, fra i veterani delle giovanili rossonere, reduce da una buona prova in Nazionale Under 20, non riesca a imporsi definitivamente anche in virtù del suo metro e novantacinque e non metta a ferro e fuoco la fascia destra come dovrebbe. A centrocampo, come detto, tanti ottimi giocatori (i nomi li conosciamo, da Comotto a Ossola a Perrucci, per non parlare di Liberali) ma anche tanti errori; una menzione per Victor Eletu (di cui da anni aspetto una piena esplosione che lo porti dritto in serie A) che, entrato al posto di Sala, cerca attivamente di ricucire il gioco. Dell’attacco abbiamo già detto: il Milan “guardioliano” con un play e cinque fantasisti può funzionare quando tutto gira alla perfezione, cosa che oggi non è successa.
Appuntamento a martedì con i ragazzi impegnati a Bratislava, magari rinforzati dall’ubiquo Camarda, come avviene di solito in Youth League. Sperando che, come i loro illustri progenitori, ci dimostrino di esaltarsi sul palcoscenico internazionale.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.