MILAN FUTURO – SESTRI LEVANTE 2-2: UN TEMPO DA SQUADRA VERA

Nel primo tempo contro il malandato Sestri Levante, doppietta di capitan Zeroli (colpo di testa e rigore), ma soprattutto buone iniziative, i dribbling di Traore, le fughe di Jimenez, la personalità di Vos. Nel secondo tempo si spegne la luce e subiamo il pareggio: ancora un punticino che serve a poco

Ci è voluto coraggio per cambiare canale, alle 17,30 di domenica 24. Quando il Milan Futuro stava per scendere in campo contro il malmesso Sestri Levante (11 punti come noi, con una partita in più), c’erano ottime possibilità che a qualche decina di posizioni sul telecomando si stesse scrivendo una pagina storica del tennis e dello sport italiano, conclusasi – lo abbiamo saputo poi – come meglio non si poteva. Eppure, dopo avere digitato quella sequenza di numeri sul telecomando, almeno per qualche decina di minuti ci siamo sentiti ricompensati.

Il Milan Futuro, che aveva giocato – e perso – contro il Pescara primo in classifica solo tre giorni prima, si disponeva in campo con Torriani in porta, la linea dei quattro difensori composta da Magni, Coubis, Bartesaghi e Bozzolan; il centrocampo a due con Hodzic e Vos (finalmente in un ruolo che sembra più naturale per lui); la trequarti con Jimenez, Zeroli e Chaka Traore dietro alla punta centrale Turco. Una formazione logica, con i giocatori nel proprio ruolo naturale – cosa che non era sempre accaduta nelle ultime partite – se si eccettua in parte lo spostamento in avanti di Jimenez, tutto sommato comprensibile.

Ci siamo sentiti ricompensati, dicevamo. Al 4’ Zeroli, tornato nel suo ruolo “classico” di trequartista centrale, è andato in gol su colpo di testa. Punizione guadagnata da Turco, cross di Traore e gol del capitano rossonero. Il Milan prova a giocare palla a terra con Traore particolarmente ispirato che si getta su ogni pallone e dribbla ripetutamente, in modo quasi derisorio, i giocatori del Sestri Levante. Vos è attivo è porta fisicità nei duelli a centrocampo e, insomma, l’idea è che ce la possiamo fare. Ci pensa Coubis a riportarci alla realtà, perdendo inspiegabilmente un pallone in area che Durmush non ha difficoltà a mettere in porta malgrado un super Torriani.

BEL GIOCO E UN PO’ DI FORTUNA

Al 36’ Jimenez mette il turbo e attraversa tutto il campo con una superiorità atletica che davvero ricorda quella di Theo Hernandez: arrivato in fondo, scarica su Hodzic che pasticcia e poi serve Turco, che non riesce a tirare. In compenso un minuto dopo Vos tira, l’arbitro senza esitazione vede una deviazione col braccio e assegna il rigore: sul dischetto va Kevin Zeroli che segna in modo splendido, incastonando la palla sotto la traversa a portiere spiazzato. Sembra fatta: non tanto perché la partita sia finita, tutt’altro, ma perché per una volta giochiamo meglio dei nostri avversari e anche la fortuna sembra dalla nostra parte. Al 41’ Jimenez mette in scena una replica perfetta della fuga centrale palla al piede: visto il pessimo risultato della volta precedente, decide di fare da solo e finisce per andare a sbattere contro la difesa, sotto gli occhi di un allibito Traore che si era allargato a sinistra per ricevere. Il primo tempo finisce con la sensazione che possiamo tranquillamente giocarcela ad armi pari e, anzi, mettere in campo qualche individualità superiore.

DOVE SIETE FINITI?

Naturalmente non è così. Alla ripresa, tutto quanto fatto nel primo tempo sembra svanito. Il gioco palla al piede si trasforma in una battaglia campale disordinata e fisica, nella quale non troviamo il nostro ambiente ideale. Traore, davvero immarcabile nei primi minuti, è tagliato fuori dal gioco. Iniziano i cambi: al 54’ entrano Malaspina per Vos, che forse ha finito le energie (già?), e D’Alessio per Magni. E al 63’ arriva immancabile il pareggio dei liguri, con un colpo di testa della punta Parravicini, che sarà sì alto 1,94, ma che i nostri due centrali non si affannano troppo a ostacolare. E se nel primo tempo la sensazione era che potessimo segnare con facilità, grazie soprattutto a Traore, a Zeroli, a Vos, a Jimenez, ora la squadra sembra disposta peggio, schiacciata verso la propria area, e la speranza di fare gol lascia spazio al timore di prenderlo: cosa che avverrebbe se in porta non avessimo un Torriani formato Serie A che si supera in diverse occasioni.

L’ingresso di Omoregbe al posto di Traore, con Jimenez che va a sinistra, e di Longo, sempre encomiabile per la voglia di lottare su ogni pallone, al posto di Turco non spostano la situazione, anche perché ormai siamo all’81’. La partita si trascina stanca, con il Sestri Levante che sogna il colpaccio e il Milan che punta a evitarlo. Il dodicesimo punto ci mantiene in zona playout, ma siamo certi che i conti vadano fatti più avanti: questa squadra, lo abbiamo già scritto, ha tanta qualità ma difetta di carattere, e quando le partite si fanno campali tende a sparire dal campo. Qualche mese di esperienza e di gioco collettivo non potranno non avere effetti sui nostri ragazzi.

UN ATTACCO CHE NON SEGNA

Per quanto riguarda i singoli, c’è da registrare il funambolico primo tempo di Chaka Traore, imprendibile per i difensori liguri fino a quando ha fiato; la prima doppietta da professionista di capitan Zeroli; le accelerazioni incredibili, fuori categoria, di Jimenez, anche se sfruttate male; il peso (fisico e caratteriale) di Silvano Vos; le parate (almeno quattro) di Lorenzo Torriani. Per contro, c’è ancora qualcosa da registrare fra i nostri difensori centrali: e se è vero che Bartesaghi nasce terzino sinistro ed è dirottato al centro in virtù del suo metro e novantaquattro, un discorso serio va fatto per Andrei Coubis, che in dieci partite ha rimediato due ammonizioni, due espulsioni e l’errore madornale di oggi. Lo diciamo con grande simpatia per l’ex-capitano della Primavera, fermato a lungo da un brutto infortunio: ma il dubbio che questa competizione non gli piaccia, non lo motivi, non accenda la sua capacità di concentrazione, inizia a essere forte. Quanto al ruolo della prima punta, oltre allo sballottato Camarda – che gioca in tre categorie diverse – sembra non esserci fra Longo e Turco – sempre encomiabili per l’impegno – un attaccante che faccia gol: oggi la stentata classifica dei marcatori vede al primo posto Zeroli (3), seguito da Jimenez e Hodzic (2) e Traore e Camarda (1). Forse in attacco c’è qualcosa che non va.

BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.

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