Tre difensori e cinque centrocampisti. In Coppa Italia Serie C, Bonera stravolge la sua squadra e, contro una squadra che ha 17 punti in più, porta a casa una vittoria sporca e combattuta, sigillata da un gran gol di Sia
Cominciamo da qualche dato oggettivo: nel girone B della serie C la Torres è quarta con 29 punti, il Milan Futuro è diciottesimo con 12 punti. L’età media della Torres è di 26,9 anni, quella del Milan Futuro di 19,7. Per logica dovrebbe essere una partita senza storia, tanto più che – per quello che vale – si gioca fuori casa. La posta in gioco ufficiale è l’accesso ai quarti di finale di Coppa Italia C: ma, scopriremo poi, è molto di più: è un esame di maturità, un ingresso – in miniatura – nell’età adulta, un romanzo di formazione in novanta minuti più recupero.
Un modulo inedito
I rossoneri si schierano con una novità di modulo (“di structura”, direbbe Fonseca) abbastanza vistosa: davanti a Lapo Nava, c’è infatti una difesa a tre, formata da Zukic, Minotti e Coubis; un centrocampo a cinque, con Bartesaghi e soprattutto Jimenez esterni a tutta fascia, Malaspina e Vos interni e Stalmach playmaker; Sia e Longo davanti. Una bella sorpresa per una squadra che fin qui ha sempre giocato a quattro dietro, con esterni offensivi larghi.
La partita inizia con ritmi blandi: la Torres dà l’impressione di aspettare solo l’occasione buona per segnare, come un cobra pronto a colpire. In particolare è Guiebre, esterno offensivo in prestito dal Modena, a spaventare la nostra fascia destra pur trovando scarsa collaborazione nei compagni, tanto che si va al riposo con tanti ammoniti (anche troppi) e poche emozioni nelle due aree.
Arriva il gol
Nel secondo tempo la pressione della Torres si alza un po’ (forse l’idea è che il momento di fare gol stia arrivando), ma si apre anche qualche clamorosa occasione di contropiede per il Milan, mai sfruttata a dovere. Finché, contrariamente a ogni previsione, al 53’ arriva il gol del Milan, con Diego Sia che fa tutto da solo e lascia partire un gran destro che finisce sotto la traversa. Chi lo avrebbe mai detto? E però la partita non è certo finita qui, anzi. Iniziano i cambi: Bonera inserisce Traorè, Sandri e Turco per Vos (che per un motivo o per l’altro non finisce mai una partita: sarebbe bello sapere perché), Stalmach e Longo. Cambi anche per la Torres, che inserisce giocatori offensivi alla ricerca del pareggio.
Al 79’ l’altro episodio di svolta della partita: il neo entrato Diakite viene espulso per un colpo al volto di Coubis. E qui con dieci minuti da giocare più recupero (saranno altri cinque lunghissimi giri d’orologio) la Torres lungi dal lasciarsi scoraggiare dall’inferiorità numerica attacca come se l’un uomo in più fosse dalla sua parte. Nella furia con cui schiaccia il Milan vengono fuori i 17 punti e i quasi dieci anni di differenza: i sardi, consci che il “momento giusto” per segnare comodamente in undici contro undici è sfumato, ora devono guadagnarsi il pareggio con le cattive. La partita si innervosisce un po’, la posta in gioco si fa improvvisamente importante mentre i minuti diminuiscono. Lapo Nava respinge tutto quello che passa dalle sue parti, si fa male, si rialza. I tre centrali lottano come gladiatori, ci scappa anche – con la Torres tutta avanti è inevitabile – qualche occasione di contropiede. E finalmente la partita finisce ed è la squadra sfavorita a mettere le mani sui quarti di finale.
Bravo Bonera
Per una volta bisogna fare i complimenti a Bonera: la trovata dei tre difensori centrali e il folto centrocampo a cinque restituiscono un po’ di sicurezza a una squadra che fin qui era apparsa troppo fragile. Sarà, questa, una “structura” destinata a essere riproposta in futuro? O è una scelta più tattica che strategica, magari dettata dall’improvvisa penuria di esterni offensivi? Come che sia, oggi si è rivelata utile contro una squadra – sia detto in senso sportivo – decisamente più vecchia, cattiva e smaliziata, come sono spesso le squadre di C contro le quali i nostri giovani talenti faticano. È una lezione importante, teniamone conto. Fra i singoli, da segnalare ovviamente Sia per il super gol, Longo per il solito lavoro di fatica in avanti, i tre difensori già citati. Ma tutta la squadra sembra avere trovato maggiore equilibrio, con Vos sempre dominante fisicamente e tecnicamente, che attendiamo a prove più continue, magari di 90 minuti. Meno brillante del solito Alex Jimenez, che non sfrutta fino in fondo con le sue accelerazioni la relativa libertà che il ruolo di quinto di centrocampo dovrebbe regalargli rispetto a quando fa il terzino: ma sul giovane spagnolo sappiamo che il talento c’è e che si tratta solo di portarlo a maturazione.
BIO: Luca Villani è nato a Milano il 31 gennaio 1965. Giornalista professionista, oggi si occupa di comunicazione aziendale e insegna all’Università del Piemonte Orientale. Tifoso milanista da sempre, ha sviluppato negli anni una inspiegabile passione per il calcio giovanile e in particolare per la Primavera rossonera. Una volta Kakà lo ha citato in un suo post su Instagram e da quel momento non è più lo stesso.