COMPLESSO E COMPLICATO: CAPIRE E GESTIRE LA DIFFERENZA

Nel linguaggio quotidiano, i termini “complesso” e “complicato” vengono spesso confusi o usati come sinonimi per descrivere situazioni difficili.

Tuttavia, queste due parole rappresentano concetti molto diversi e non sovrapponibili.

Il termine “complicato” si riferisce a un sistema, un problema o un contesto composto da molti elementi che, pur essendo articolati, seguono regole precise e prevedibili. Un problema complicato può essere compreso e risolto con un approccio analitico e strutturato nonché seguendo un processo predefinito.

Al contrario, il termine “complesso” riguarda sistemi, problemi o contesti dinamici, in cui le interazioni tra le parti generano comportamenti imprevedibili e non riducibili a schemi prefissati o predefiniti. La complessità non si gestisce con regole fisse ma richiede flessibilità, intuizione e capacità di adattamento.

A livello di competenze richieste, di fronte a contesti o problemi complicati sono necessarie la capacità di analisi, pianificazione ed esecuzione: attinenti più a quello che si può definire il nostro pensiero verticale. La complessità, invece, richiede l’esercizio del nostro pensiero laterale: sperimentazione, adattamento e creatività.

Immaginiamoci di trovarci di fronte a un puzzle da mille pezzi con un’immagine dettagliata del cielo stellato. A prima vista, il compito sembra estremamente complicato: ci sono molti pezzi e ciascuno deve trovare il proprio posto esatto secondo regole ben definite. Tuttavia, sebbene il processo richieda tempo e pazienza, ogni pezzo ha una posizione specifica e una volta trovata, il puzzle sarà completato secondo le aspettative. Questo è un esempio di problema complicato: richiede un approccio sistematico e metodico ma il risultato finale è prevedibile e garantito.

Al contrario, immaginiamoci di dover giocare a scacchi contro un avversario esperto. Ogni mossa che noi o il nostro avversario facciamo, cambia dinamicamente lo stato del gioco, influenzando le strategie future e le possibili risposte. Qui, nonostante conosciamo le regole di base del gioco , non possiamo prevedere con certezza il comportamento dell’avversario o l’esito finale, poiché questi dipendono da una moltitudine di decisioni interattive e strategie adattive. Questo rappresenta un problema complesso, dove la dinamica di interazione e l’incertezza introducono elementi di imprevedibilità che sfidano la nostra capacità di pianificare e richiedono flessibilità e creatività.

Il controllo del traffico aereo, inteso come sistema regolamentato da procedure e protocolli, è complicato, perché segue regole precise e processi prevedibili, che possono essere appresi e applicati con la formazione e l’esperienza.

Al contrario, la gestione in tempo reale di situazioni impreviste nel traffico(ad esempio, cambiamenti improvvisi nelle condizioni meteorologiche, guasti tecnici, o emergenze multiple) è complessa in quanto le variabili interagiscono dinamicamente, creando scenari unici e imprevedibili. In tale contesto i protocolli potrebbero non essere sufficienti e potrebbe essere richiesta una maggior flessibilità, intuizione e decisioni collaborative in tempo reale.

Come si traduce nello sport del calcio questa distinzione?

Alcune situazioni, come la preparazione di un piano di allenamento o l’organizzazione di una trasferta, sono complicate: richiedono di integrare elementi diversi, come orari, obiettivi tecnici e condizioni fisiche dei giocatori ma seguono una logica strutturata e possono essere risolte con strumenti adeguati. Analogamente, un gesto tecnico come calciare una punizione è complicato: richiede comprensione del gesto, acquisizione delle abilità psico-motorie, allenamento e calcolo ma il processo può essere scomposto in fasi prevedibili e migliorato con la pratica.

Al contrario le situazioni complesse emergono sul campo, dove l’imprevedibilità regna sovrana: le interazioni dinamiche tra i giocatori, le decisioni arbitrali, le reazioni emotive e le condizioni ambientali rendono impossibile prevedere con certezza gli sviluppi del gioco. Allo stesso modo, un dribbling in movimento è complesso perché dipende non solo dalla tecnica del giocatore ma anche dalle reazioni dell’avversario, dagli spazi disponibili e dall’intuizione in tempo reale.

La risposta umana di fronte a situazioni complicate e complesse è determinata dalla natura stessa del problema e dalle risorse cognitive, emotive e sociali disponibili per affrontarlo.

Problemi complicati: razionalità e scomposizione

Di fronte a un problema complicato, l’essere umano tende a fare affidamento su strumenti analitici e razionali. Questo approccio si basa su una serie di passaggi logici e strutturati che portano a una soluzione prevedibile. Scomporre il problema in parti più piccole e gestibili permette di affrontare ogni elemento in modo sequenziale, riducendo la complessità percepita.

Ad esempio, nel calcio, un allenatore che analizza i dati fisici dei giocatori per ottimizzare una strategia parte da un problema chiaro: come migliorare il rendimento atletico. In questo caso, i dati raccolti (frequenza cardiaca, chilometri percorsi, potenza espressa) forniscono informazioni concrete che possono essere interpretate e trasformate in un piano di allenamento mirato.

Allo stesso modo, studiare i video delle partite avversarie consente di individuare schemi ricorrenti, punti deboli o strategie specifiche che possono essere neutralizzate con una preparazione adeguata. Qui, il successo dipende dalla capacità di pianificazione, dall’accuratezza dei dati e dall’efficienza dell’esecuzione.

Problemi complessi: flessibilità e intuizione

In contesti complessi, tuttavia, l’approccio analitico tradizionale mostra i suoi limiti. Quando ci troviamo di fronte a situazioni dinamiche, incerte e non prevedibili, come rispondere rapidamente al pressing alto di una squadra avversaria, non esiste un unico schema predefinito che garantisca il successo. Le variabili in gioco (il movimento degli avversari, le condizioni fisiche dei giocatori, gli spazi disponibili) cambiano costantemente, rendendo necessaria una risposta fluida e adattiva.

In questi casi, l’esperienza diventa un elemento chiave. Un giocatore esperto è in grado di “leggere” il gioco in tempo reale, cogliendo segnali sottili e anticipando le azioni degli avversari. Questa capacità, spesso descritta come intuizione, è il risultato di un lungo processo di esposizione a situazioni simili, che permette al cervello di riconoscere schemi e agire rapidamente senza dover passare per un’elaborazione razionale completa.

L’adattabilità è altrettanto cruciale: un giocatore o un allenatore deve essere pronto a modificare il piano iniziale in base a ciò che accade sul campo. Ad esempio, se una squadra avversaria esercita un pressing aggressivo, la soluzione potrebbe non essere contenuta in un manuale o in una precedente analisi. Qui entra in gioco la capacità di sperimentare, provare nuove soluzioni e collaborare in tempo reale con i compagni di squadra per trovare una via d’uscita.

I vantaggi per allenatori e giocatori

Comprendere la differenza tra complessità e complicatezza offre numerosi vantaggi sia per i giocatori che per l’allenatore, questa consapevolezza non è solo teorica ma ha implicazioni pratiche che possono migliorare le performance individuali e collettive.

Per il giocatore

  1. Migliore gestione delle situazioni di gioco
    • Sapere che alcune situazioni (es. calciare una punizione) seguono regole prevedibili permette di focalizzarsi sulla pratica, sulla tecnica e sul perfezionamento attraverso la ripetizione.
    • Al contrario, riconoscere la natura complessa delle dinamiche di gioco incoraggia il giocatore a sviluppare flessibilità, intuizione e capacità decisionale in tempo reale.
  2. Sviluppo di abilità cognitive e intuitive
    • Nel contesto complesso, il giocatore è spinto a “leggere” le situazioni e ad agire rapidamente. Questo favorisce lo sviluppo di capacità cognitive come l’anticipazione, la valutazione rapida delle opzioni e la decisionalità.

Per l’allenatore

  1. Pianificazione più efficace
    • Sapere quando un problema è complicato permette all’allenatore di strutturare allenamenti dettagliati e processi che possono essere replicati (es. tattiche su calci piazzati, organizzazione delle posizioni).
    • Riconoscere la complessità lo spinge invece a valorizzare la collaborazione e il contributo decisionale dei giocatori, creando una cultura di squadra che favorisce l’adattamento collettivo.
  2. Preparazione psicologica del gruppo
    • Sapere che la complessità implica incertezza aiuta l’allenatore a preparare mentalmente i giocatori, insegnando loro a gestire l’imprevisto e a reagire senza perdere fiducia.

Sia allenatori che giocatori possono accettare che il successo nei contesti complessi non dipende da soluzioni predefinite ma da un processo iterativo di apprendimento e adattamento.

BIO: DAVIDE PROVERBIO

Sono nato a Legnano nel 1973 e per passione personale alleno le giovanili di calcio a 7 di una squadra della provincia di Milano iscritta al campionato C.S.I.

Per passione professionale, invece, mi occupo di foresight e alfabetizzazione ai futuri, competenze che l’UNESCO ha dichiarato fondamentali per affrontare le sfide di un mondo complesso e incerto: nel concreto aiuto le persone e le aziende a costruire scenari di potenziali futuri e a riflettere sulle conseguenze personali, organizzative e strategiche.

Credo fermamente che la creatività e il pensiero laterale siano fondamentali per immaginare futuri che ancora non esistono; per questo motivo, nel 2012 ho ottenuto la certificazione all’utilizzo della metodologia Lego® Serious Play® e nel 2014 la certificazione in Business coaching presso la Scuola Universitaria della Svizzera Italiana.

Ho perfezionato le competenze in foresight acquisendo il master in Previsione Sociale presso l’Università di Trento.

Sono autore per Atelier des futurs rivista di foresight e studi di futuri https://atelierdesfuturs.org/ e rappresentante per la Svizzera italiana dell’associazione Futurs https://futurs.world/

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