Bernard Tapie ha lasciato questo mondo qualche anno fa. È stato attore, imprenditore, politico e soprattutto presidente di una delle squadre più iconiche degli anni 90, l’OM che arrivò ai vertici del calcio europeo. Nel 1991 la fiducia per la conquista della prima Coppa dei Campioni non solo del club, ma di tutto il calcio francese, era altissima, al punto che il quotidiano “Le Parisien” aveva oltraggiato la testata con un “Le Barisien”. Volendo ridere un po’, nulla di nuovo sotto il sole perché già Lino Banfi aveva affermato in tempi non sospetti che “Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari”.
Il giorno dei giorni era il 29 maggio 1991.
L’Olympique Marsiglia aveva fatto fuori il Milan, detentore del trofeo, ai quarti di finale e arrivava al San Nicola con tanta fiducia. A contendere la Coppa dei Campioni ai marsigliesi la Crvena Zvezda, volgarmente chiamata da queste parti Stella Rossa. La partita, andata in onda sulla rete RAI senza telecronaca a causa di uno sciopero dei giornalisti, fu tutt’altro che entusiasmante e divertente e fu decisa dalla parata di Stojanović sul rigore dei francesi calciato da Amoros. Tapie e l’OM si sarebbero presi la coppa, non senza sospetti, due anni dopo contro la sua vittima preferita, il Milan, ma a Bari nacque la leggenda della Stella Rossa, prima e ultima squadra jugoslava a vincere la massima competizione europea di calcio. Anni prima, rossoneri e crveno-beli avevano dato vita ad una delle sfide simbolo della storia della Champions League, una narrazione mitologica che vi risparmio, non per pigrizia, ma perché già raccontata magistralmente su questo blog un po’ di tempo fa.
Milan-Stella Rossa si sono affrontate sei volte: due vittorie rossonere, quattro pareggi e nessuna vittoria per i serbi. L’ultima sfida, valevole per i sedicesimi di Europa League, risale a tre anni fa: 1 a 1 a Milano e 2 a 2 a Belgrado.
I serbi sono sempre stati avversari ostici per il Diavolo e la sensazione che possa essere una serata complicata si fa strada da subito, considerando le altalenanti prestazioni di questo Milan.
La Stella Rossa torna a Milano dopo il 4 a 0 subito dall’Inter. Ha vinto nel weekend 6 a 0 contro il modesto Teksilac Odlazi, ma nell’ultima partita di Champions League ha asfaltato per 5 a 1 lo Stoccarda. Esatto, 5 a 1, proprio contro i tedeschi che avevano battuto la Juventus allo Stadium 1-0, gli stessi bianconeri che in serata invece hanno sorpreso un Manchester City in crisi di identità.
Gli dèi del calcio d’altra parte sono bizzarri.
Il Milan ha da smaltire le scorie pericolose accumulate dopo la sconfitta di Bergamo e cerca almeno in Europa di dare continuità alle buone prestazioni della campagna continentale.
Rispetto alla sfortunata trasferta di Bergamo, Fonseca ripropone lo stesso undici (1-4-2-3-1) con Maignan tra pali, in difesa Calabria, al posto di Emerson Royal, Gabbia, Thiaw e Theo Hernandez, Fofana e Reijnders in regia, Loftus-Cheek, che sostituisce Pulisic, Leao e Musa dietro a Morata. Milojević, che in campionato aveva fatto turnover, schiera uno speculare 1-4-2-3-1 con in porta Gutesa, linea difensiva formata da Mimović, Djiga, Špaijc, Seol, a centrocampo l’ex Rade Krunić al fianco di Elsnik, più avanti Milson, il giovane Maksimović e il pericoloso Silas, in attacco Ndiaye. L’arbitro del match è lo spagnolo Manzano.
Dopo un tiro centrale di Reijnders, Leao prova ad accendersi e va vicinissimo al gol dell’uno a zero con un tiro che Guteša riesce a deviare in calcio d’angolo. La Stella Rossa non è certo venuta a Milano in gita e lo fa capire un paio di minuti dopo quando il talentuoso diciassettenne Andrija Maksimović colpisce da due passi la traversa. I rossoneri, che oggi giocano con la poco tradizionale maglia grigia, paiono subire per qualche minuto il contraccolpo e fanno fatica ad imbastire azioni offensive importanti. Al 28’ minuto Fonseca è costretto a togliere dal campo Loftus-Cheek infortunato e ad inserire Chukwueze.
Ma i guai per il tecnico rossoneri non finiscono qui perché il Milan deve sostituire anche Morata con Abraham, il quale si rende pericoloso con un colpo di testa di poco a lato alla mezz’ora del primo tempo che sembra chiudersi senza sussulti. Invece, al minuto 42 il lancio preciso di Fofana trova libero Leao, che stoppa in maniera sontuosa, si invola verso la porta della Stella Rossa e trafigge Guteša, forse troppo fuori dai pali. È il gol che sblocca il risultato e che sembra incanalare il match sui binari più favorevoli ai rossoneri.
La ripresa inizia con un cambio per la Zvezda che sostituisce Milson con l’esperto centrocampista montenegrino Ivanić. Il Milan, invece, si ripresenta con gli stessi effettivi dei primi 45 minuti e soffre le iniziative dei crveno-beli che si affacciano con più convinzione dalle parti di Maignan e che vanno vicino al pareggio con Elsnik. A rompere la pressione dei serbi è Abraham che avrebbe la palla del 2 a 0 ma il suo tiro sbatte contro la spalla di Djiga che è in caduta. Al 66’ l’ex Toro Radonjić ruba palla a un Musah distratto e da circa diciotto metri scaglia un tiro che trafigge Maignan per il gol del pareggio. A questo punto il Milan prova a riversarsi dall’altra parte per cercare il gol della vittoria ma la Stella Rossa sembra poter far paura ai padroni di casa che rischiano di capitolare con il diagonale di Ivanić, entrato bene in partita, di poco a lato. All’83’ Fonseca opera due cambi: dentro Emerson Royal e Camarda al posto di Calabria e di Musah.
Il Milan ci prova a testa bassa e al minuto 87 Camarda, altro giovanissimo della serata, colpisce la traversa, sulla palla arriva Abraham che realizza la rete del 2 a 1 e che deve attendere il check del VAR per la convalida. È il gol che decide una partita deludente da parte dei rossoneri. La Stella Rossa si è dimostrata ancora una volta avversaria ardua, che ha provato con grande coraggio a giocare la partita e ad uscire indenne da San Siro. La nota positiva della serata è la classifica che ora si fa più rasserenante, con la certezza di aver perlomeno centrato l’obiettivo minimo dei play-off e con la consapevolezza di poter puntare anche alle prime otto posizioni, che dista un solo punto. Girona a Milano e la trasferta di Zagabria contro la Dinamo NK saranno due impegni sulla carta alla portata, ma con questo Milan non si può mai essere certi di nulla, un concetto che è stato espresso anche da un Fonseca apparso provato e deluso nelle dichiarazioni post-partita.
Pare essere davvero sulle montagne russe.
TABELLINO
MARCATORI:42’ Leao, 67’ Radonjić, 88’ Abraham.
MILAN (1-4-2-3-1) Maignan; Calabria (dal 83’ Emerson), Gabbia, Thiaw, Hernández; Fofana, Reijnders; Musah (dal 83’ Camarda), Loftus-Cheek (dal 28’ Chukwueze), Leão; Morata (dal 29’ Abraham). All.: Fonseca.
STELLA ROSSA (1-4-2-3-1): Guteša; Mimović (dal 75’ Kanga), Djiga, Spajić Seol; Krunić, Elšnik; Silas, Maksimović (dal 60’ Radonjić), Milson (dal 46’ Ivanic); Ndiaye. All.: Milojević.
BIO: VINCENZO PASTORE
Pugliese di nascita, belgradese d’adozione, mi sento cittadino di un’Europa senza confini e senza trattati.
Ho due grandi passioni: il Milan, da quando ero bambino, e la scrittura, che ho scoperto da pochi anni.
Seguire lo sport in generale mi ha insegnato tante cose e ho sperimentato ciò che Nick Hornby riferisce in Febbre a 90°: ”Ho imparato alcune cose dal calcio. Buona parte delle mie conoscenze dei luoghi in Gran Bretagna e in Europa non deriva dalla scuola, ma dalle partite fuori casa o dalle pagine sportive[…]”
Insegno nella scuola primaria, nel tempo libero leggo e scrivo.
2 risposte
Pienamente d’accordo con cronaca e commento di Pastore. Premesso che da tifoso spero sempre che il Dio calcio mi smentisca e ci regali soddisfazioni . Quest’anno è nato e continua a proseguire tra sprazzi da buona squadra e lunghi periodi di mediocrità.Le mie perplessità nascono da lontano e riguardano il livello e la competenza della proprietà e di Ibrahimovic.
Ma anche Fonseca al di là della stima per l’uomo sempre onesto e educato nelle sue ultime dichiarazioni mi ha davvero deluso.
A Bergamo con l’invettiva contro arbitro e poteri forti quando era evidente che con l’atalanta c’era una differenza di ritmo notevole.
E ieri sera prendendosela con i giocatori o alcuni di loro per scarso impegno.Mi sarei aspettato un altro atteggiamento. Anche perché è l’allenatore che deve motivare chi va in campo e quindi di fatto ha alzato bandiere bianca. Poi nello specifico non ritengo sia una mancanza di impegno il problema del Milan. Non puoi fare a fare andare una 500 alla velocità di una Ferrari. Questo è il livello e queste le caratteristiche dei nostri giocatori. Bravi, alcuni bravissimi specie tecnicamente ma pochi con aggressività e fisicità che Fonseca vorrebbe. Semplicemente non è nel loro DNA. Oppure bisognerebbe cambiare la … struttura come dice lui, ma mi sembra tardi.
Che il Dio del calcio ce la mandi buona!
Bell’articolo Vincenzo, lo condivido in pieno, Chapeau!
Ottimo l’amarcord marsigliese!
Sì! Purtroppo questo Diavolo è tanto capace di surclassare il Girona in casa quanto quello di andare in serie difficoltà a Zagabria. Il Milan è ormai un team costruito ad hoc per affrontare le montagne russe e dominare nel bene o nel male il Luna Park C. L.! L’importante è che non si soffra, a furia di interminabili saliscendi, di una fastidiosa ed incancrenita labirintite, decisamente dura a guarire.
Buona giornata.
Massimo 48