Come ho scritto ieri sulla mia pagina Instagram, ho scelto l’ immagine che vedete qui sopra, perché attinente al calcio e perché mi trasmette serenità’, pace, speranza, dolcezza, amore e passione. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno.
Le due signore sono tifose del Brighton ed erano in tribuna nello stadio di casa in attesa del match di fine anno (31 dicembre) contro l’Arsenal, terminato 4-2 a favore dei Gunners.
Gara a cui ho potuto assistere grazie all’ amico Andrea Maldera, mio collaboratore quando allenavo la Primavera del Milan (2006) ed oggi, collaboratore tecnico e match analyst del manager De Zerbi.
Prima del fischio d’inizio si commemora O’Rey, Edson Arantes Do Nascimento, Pele’.
Partita che si è messa subito in salita per il Brighton che subisce il primo goal dopo 2’.
I gabbbiani, “The Seagulls”, così come viene soprannominata la squadra di casa, reagiscono provando a fare la partita. Verso il 40’ l’Arsenal pero’ raddoppia. A dire il vero, la pericolosità degli attaccanti della squadra allenata da Arteta, è stata manifesta in ogni momento.
Fine primo tempo : Brighton 0 Arsenal 2.
Inizia la ripresa e l’Arsenal va ancora in goal con Nketiah che supera in velocità Lamptey e batte il portiere Sanchez, non del tutto incolpevole.
Sul 3-0, dopo poco piu’ di 45′, se non conoscessimo De Zerbi, lo scenario che ci aspetteremmo sarebbe quello di una squadra che non vuole scoprirsi per evitare la goleada ed invece il Brighton ci prova, segna il 3-1 e lo fara’ anche dopo il 4-1 per l’Arsenal, portandosi sul 4-2.
Finisce così, dopo un goal annullato dalla VAR al Brighton.
Risultato che premia la qualita’ in fase offensiva dell’Arsenal
Certo è’ che per il Brighton le assenze in mezzo al campo di McAllister , fresco campione del mondo con l’Argentina, prezioso nel legare il gioco tra difesa e attacco, e dell’ecuadoriano Caicedo, hanno avuto un peso rilevante negli equilibri della gara. Con quest’ultimo in campo forse il Brighton avrebbe diminuito i pericoli subiti dalle ripartenze concesse ai Gunners.
Mi piace sottolineare l’atmosfera vissuta nel Falmer Stadium o AMEX Arena : festosa, coinvolgente, con i cori di entrambe le tifoserie. L’atmosfera della Premier League.
Ecco: atmosfera…e’ la parola che mi porta a ritroso nel tempo di questa vacanza di fine anno, in terra d’Albione.
L’approccio al calcio inglese inizia mercoledì 28, con la visita all’Olympic Stadium, dal 2016 la nuova casa del West Ham United, dopo la demolizione di Upton Park, conosciuto anche come Boleyn Ground, loro vecchio feudo dal 1904.
Chi ha visto una partita lì dentro dice che l’atmosfera pur essendo unica non ha nulla a che vedere con ciò’ che i tifosi vivevano nel vecchio stadio. Solo avvicinandosi dicono, si sentiva, odor di calcio, di emozioni, di sfide. Ma com’era viverla, cosa provavano i calciatori e, soprattutto, cosa provavano i tifosi?
Quando ho giocato in Europa con il Milan le squadre inglesi erano state escluse dalle competizioni internazionali e nella mia esperienza al Watford non ho mai incontrato gli Hammers ne’ ho avuto la fortuna di assistervi da spettatore.
Così , il 31 mattina, prima di trasferirci a Brighton, ci siamo decisi ad andare sul luogo, la’ dove sorgeva Boleyn Ground : non è rimasto nulla del campo, solo due giochi per bambini che, a detta delle persone con cui ho parlato, simboleggiano il pallone e sono poste dove un tempo c’era il centro del campo.
Il pensiero e’ corso subito a San Siro, sulle discussioni aperte riguardo il nuovo stadio. Spero che, se un giorno dovessero davvero demolire la scala del Calcio, gli riservino il giusto onore e ne mantengano, in qualche modo, il giusto ricordo. Lo si deve a tutti : Club, giocatori, citta’ e soprattutto ai tifosi, a coloro che negli anni hanno sostenuto i colori della propria squadra, percorrendo chilometri e facendo acrobazie, non solo economiche, per essere presenti.
Tutto intorno alle due strutture per bambini, dicevo, sorgono strutture residenziali, eppure nei luoghi lì vicino, come quelli che vedete nelle foto qui sotto, il cuore della storia del Club e dei tifosi continua a battere. Ve lo assicuro!
A proposito di chi ha scritto la storia di un Club, torniamo a ritroso di un paio di giorni e ci spostiamo a Vicarage Road, la casa del Watford Football Club, squadra di cui ho avuto l’onore di vestire la maglia verso la fine della carriera (38 anni) disputando il campionato di serie B inglese, allora (2001-’02) denominato The Championship.
Arrivare nei pressi dello stadio e’ sempre stata un’emozione e cosi’ lo e’ stato anche stavolta.
Da queste parti chi ha fatto la storia, a diverso titolo, o ha legato il proprio nome al Club, non viene dimenticato. Cosi’, girando attorno allo stadio, ci si imbatte nel murales dedicato ad Elton John,
Infine, dall’esterno, si intravede un murales dedicato ad un’altra leggenda del Club, stavolta un calciatore, mio ex compagno di squadra in maglia rossonera, Luther Blissett!
Dopo aver chiesto ad alcuni inservienti se fosse possibile entrare per fare delle foto, ho seguito il loro suggerimento, sono andato in Reception: una signora, altrettanto gentile, dopo aver spiegatole che ero un ex giocatore, seppur per una sola stagione, ci ha fatti accompagnare da un ragazzo all’interno dello stadio. Dall’interno ho potuto fotografare lo stadio ed il tributo ad un caro amico.
Tra poco piu’ di 48 ore riprendera’ il Campionato di serie A con il Napoli in fuga e le inseguitrici, guidate dal Milan, che proveranno a riprenderlo.
Felice di aver trascorso questi giorni nelle atmosfere del calcio inglese ma altrettanto entusiasta di tornare a seguire il nostro Milan.
Buon 2023 e Buon Campionato a tutti!