LE RIPARAZIONI DEL MERCATO

Sportitalia, SkySport, i quotidiani: hanno gongolato i media per un mese, fatto festa nell’ultima settimana. Un mercato invernale come quello di quest’anno davvero non si era mai visto. Oltretutto ha interessato i club più importanti, a parte l’Inter che in effetti da cambiare aveva poco  e comunque si è assicurata Zalewski, a mio avviso un buon prospetto (se acquisirà continuità di rendimento). 

Uno dei colleghi che ho amato di più per sarcasmo, ironia e sagacia, mattatore del mercato per decenni, era il compianto Franco Rossi. Diceva sempre: “Il mercato invernale può migliorare le rose, non le formazioni titolari”. Erano altri tempi, però, addirittura quelli in cui la sessione si apriva e si chiudeva in autunno, generalmente in ottobre, e realmente si mettevano soltanto pezze qua e là. A proposito, la battuta è attribuita ad Aurelio De Laurentiis, ma credo sia una divertente fake: “Quello di gennaio è il mercato di riparazione, io che devo riparare? Siamo primi in classifica…”. Ne parlo tra poco. 

La prolungata apertura di gennaio, la nuova fisionomia economica (più che finanziaria…) di molte società, la spasmodica ricerca di risultati che sembrano sfuggire, nel tempo hanno profondamente mutato i connotati fino a questo pazzo primo mese del 2025 appena archiviato. Il Milan ha generato una vera e propria rivoluzione, così come la Roma e la Fiorentina, il Como ha speso quasi 60 milioni. 

I rossoneri sono stati incoronati: Walker, Gimenez, Joao Felix, ma anche Bondo e Sottil per compensare le partenze last minute di Bennacer e Okafor. Sono andati via anche Morata e Calabria, sono stati in bilico Pavlovic, Tomori e Emerson Royal. Insomma, una riparazione in tutto e per tutto ad alcuni abbagli estivi evidenti (salvo la riscoperta di Pavlovic che, a mio avviso, dovrà essere titolare fisso). Dopo una partita vinta, una volta dissi ad Ancelotti nell’intervista: “Hai azzeccato i cambi”. Lui sorrise e rispose: “O forse avevo sbagliato la formazione…”. 

La Juventus ha preso un attaccante che definire “vice Vlahovic” appare molto riduttivo: Kolo Muani ha già segnato 3 gol in 2 partite, così, per dire. Certo in difesa non c’è stato il colpo atteso (Tomori) e questa per me è una grave colpa: Bremer è stato perso a inizio stagione, Danilo era uscito dai radar da settimane. Bisognava programmare meglio i rinforzi. Sono arrivati due prospetti interessanti – ma al momento niente più – come Alberto Costa e Renato Veiga, mentre nel pacchetto arretrato Kelly deve tornare a livelli precedenti il suo passaggio al Newcastle dove non ha convinto, giocando poco. 

Rensch e Salah-Eddine per la Roma, Gollini come vice Svilar, Nelsson e il promettente Gourna-Douath per rimpiazzare le delusioni Hermoso e Le Fée che hanno fatto le valigie. È mancato il botto Frattesi ed è difficile capire se Ranieri avrà una squadra migliore: certamente, sarà diversa. Così come la Fiorentina, con un paio di certezze (Folorunsho e Pablo Marì), il talento Cher Ndour, ma soprattutto gli italiani Fagioli e Zaniolo in perenne ricerca di consacrazione definitiva. Firenze non è una piazza facile, è esigente e appassionata: sta soprattutto a Palladino lavorare sugli ultimi 2 e aggiustare qualcosa che nei viola funziona un po’ a singhiozzo, pur con un’ottima classifica. 

Il Como può permettersi di non badare a spese con la proprietà facoltosa che vanta. Ben 8 nuovi arrivi per Fabregas, dallo stagionato Dele Alli (che ho amato, salvo poi perderlo di vista come tutti), Ikoné, Vojvoda e Diao chiamati a sfruttare l’occasione del salto in alto, e poi Caqueret, Douvikas, Azon, Valle. L’aria di lago farà bene alla nidiata?

Cairo ha alzato lo scudo per difendersi dalla contestazione cruenta e reiterata dei tifosi granata, regalando a Vanoli due vecchi bucanieri come Elmas e Biraghi oltre alla promessa Casadei prelevato in Premier dove non si è acceso. Pezze? Sì, ma migliorano la squadra.

Eccoci ai piagnistei.

Conte (“Qui non si farà mai una campagna acquisti da top club”) e Gasperini (“Meglio investire sulla squadra che sullo stadio, sul centro sportivo o sulla serie C”) non le hanno mandate a dire ai loro club, Napoli e Atalanta.

Vera o falsa la battuta di De Laurentiis, se sei primo in classifica e perdi Kvaratskhelia – proprio adesso che avevamo imparato a scriverlo e pronunciarlo – devi puntare a qualcosa di più di Okafor, sparito dai radar milanisti dopo una prima stagione molto promettente con molti gol pesanti, quasi tutti dalla panchina. Con i soldi del georgiano, 70 milioni belli freschi, era lecito attendersi uno tra i grandi obiettivi: Garnacho, Adeyemi, Yeremay e soprattutto Saint-Maximin, talento dispersivo che Conte avrebbe potuto raddrizzare.

A Bergamo sono approdati Daniel Maldini, dato l’ennesimo stop di Scamacca (non esattamente lo stesso ruolo, al quale si adatta qualche volta De Ketelaere, ma comunque un incursore) e Posch per l’ennesimo acciaccato Kossounou. Quest’ultimo si aggiunge a un elenco che comprende anche il portiere Carnesecchi e Kolasinac. 

Altrove e in momenti storici diversi, le società avrebbero congedato Conte e Gasperini per i loro sfoghi. Napoli e Atalanta non sono nella condizione di poterlo fare: al mercato di gennaio si ripara, non si smantella. Salvo eccezioni. 

BIO: Luca Serafini è nato a Milano il 12 agosto 1961. Cresciuto nella cronaca nera, si è dedicato per il resto della carriera al calcio grazie a Maurizio Mosca che lo portò prima a “Supergol” poi a SportMediaset dove ha lavorato per 26 anni come autore e inviato. E’ stato caporedattore a Tele+2 (oggi SkySport). Oggi è opinionista di MilanTv e collabora con Sportitalia e 7GoldSport. Ha pubblicato numerosi libri biografici e romanzi.

Una risposta

  1. Bellissima panoramica sul mercato invernale Luca, Chapeau come al solito!
    Forza Milan sempre e buona giornata!

    Massimo 48

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