palladino vantaggio

RAFFAELE PALLADINO E L’IDEA DEL VANTAGGIO

“Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.
Verso 51. Diciassettesima terzina dell’Inferno, Canto III della Divina Commedia.
Virgilio sentenzia, Dante ascolta. In silenzio.
Silenzio che a Firenze, città natale del sommo poeta, lascia spazio al rumore delle ugole stonate e delle lingue irrequiete. Quel rumore ha occluso le vene di molti tifosi, forse troppi, incarogniti da un periodo di risultati poco felici della Viola.
Parole forti, infuocate, villane, offensive.
Parole che il tempo ha spazzato via.
Perché come dice un vecchio adagio tanto caro ad Allegri: “le chiacchiere le porta via il vento”.
E quando gira il vento girano anche gli umori, i giudizi, le opinioni.

IDEE, APPLICAZIONE, SPIRITO

Dopo 2 punti in 6 gare, racimolati nel mezzo di eventi traumatizzanti e dolorosi (dallo shock di Bove alla scomparsa della mamma di Palladino), la Fiorentina torna a brillare e risorge in grande stile, il dolce stil novo gigliato che ha ridato entusiasmo e serenità a tutto l’ambiente.
In silenzio, abbracciando il lavoro come mezzo di aggregazione e unità, base unica per ricompattare il gruppo, riprendere la retta via e spegnere le critiche.
Non a parole, ma con i fatti. Sul campo, con uno slancio esponenziale e un trittico di vittorie a restituire il senso dell’operato quotidiano, con la politica del fare a completare la conquista.
Grazie alla mano di un allenatore che ha cacciato le streghe, e gli stregoni, dal Viola Park ricompattando la squadra nel cuore e nella testa, accarezzando le corde giuste e scuotendo l’animo dei giocatori.

La risposta è tonante, imperiosa, decisa: tre vittorie in fila, 9 punti in 12 giorni e quarto posto solitario in classifica.
Colpaccio all’Olimpico ai danni della Lazio “fuoco e fiamme” di Marco Baroni, vittoria di misura e carattere sul Genoa, impresa titanica contro la corazzata Inter di Simone Inzaghi: un effetto domino incredibile, costruito con verticalità e direzione, con l’idea del vantaggio ad animare il gioco, la tattica, i risultati. Vantaggio che si crea attraverso lo studio, la ricerca di situazioni da simulare in settimana e riprodurre in partita, di schemi sulle palle inattive e meccanismi a manipolare la struttura avversaria, con cognizione e imprevedibilità. Leggere il gioco e quindi comandarlo, incartando alla perfezione i copioni delle gare.

palladino vantaggio
Raffaele Palladino e l’idea del vantaggio

PALLADINO TOUCH

Palladino touch e palladinismo: il tecnico di Mugnano di Napoli dona l’input e accende gli stimoli, pianta il seme e raccoglie il frutto, corregge e sistema, è azione che innesca reazione, sostanza che rivede la forma, allenatore-professore che consiglia e consacra, umanamente e tecnicamente, i suoi calciatori, spingendo l’asticella sempre più in alto, con ambizione e convinzione.
“Less is more” e focus sull’obiettivo, con la filosofia dell’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe a incarnare l’essenza di un modo di pensare, quindi un approccio, funzionale allo scopo. Con un ingrediente segreto a dominare tutto: lo spirito. Vivo, vibrante, capitale.
E nelle difficoltà è lo spirito a fare la differenza, la voglia di aggredire gli eventi e non subirli, spade e scudi a dettare legge, il collettivo ad adunare i singoli, con quell’io che diventa noi ed entra in connessione con il credo calcistico di Eduardo Galeano.

3-0 roboante ai nerazzurri (che non perdevano con tre gol di scarto dal 19 maggio 2019 contro il Napoli, 1-4) e una prestazione di squadra, tridimensionale e fluida, difendere attaccando e attaccare difendendo, tutti predisposti a sposare un’idea e a interpretarla, con rigorosa attenzione e meticolosa applicazione, completando il quadro tattico progettato da Palladino.

Un modulo più moduli, dinamici e intercambiabili, principi a governare il gioco, le funzioni, le posizioni. E quindi Comuzzo largo in fase di possesso e stretto in fase difensiva, scalate e sovrapposizioni a rispettare il concetto di spazio, costruzione ragionata e verticale, Dodô fluidificante a tutto campo e Parisi freccia diagonale, 1+1 asimmetrico in avanti con Beltran a regolare l’equilibrio e il flusso della manovra – uomo chiave a orientare le uscite in pressione e la disposizione dello scacchiere (da 4 a 5 in difesa, da 4 a 3 a centrocampo), tergicristallo nelle due fasi ed elastico nelle transizioni – e Kean a finalizzare le occasioni come un cecchino indomabile, di piede e di testa, di intenzione e sensazione, di istinto e cattiveria, vertice di una piramide basata sulla chimica corale, l’atteggiamento, la solidità e la condivisione.

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Foto: ACF Fiorentina

SUPERARE GLI OSTACOLI E TORNARE A VINCERE

La Fiorentina vince e convince, riaccoglie sul carrozzone gli scettici e i fideisti, sfodera il coraggio e aggiunge un tassello cruciale nel suo percorso di crescita.
Merito di un allenatore che non ha mai smesso di crederci, puntando con forza sui suoi ideali e abbracciando il progresso a discapito dell’integralismo. Un allenatore che, con intelligenza e apertura, ha saputo trasferire al gruppo identità, audacia e una mentalità solidissima, consapevole del fatto che, come diceva Johan Cruijff, occorre “andare oltre quello che sul momento sembra il tuo limite” per superare gli ostacoli e guardare il futuro con un’altra prospettiva.
Quella del lavoro e dell’abnegazione, cura migliore e via maestra per risolvere ogni problema.
Quella di Raffaele Palladino, allenatore competente e preparato, versatile e in piena ascesa, uno dei più brillanti della sua generazione e tra i migliori in Italia.

BIO: Andrea Rurali
Brianzolo Doc, classe 1988. Nato lo stesso giorno di Bobby Charlton, cresciuto con il mito di Johan Cruijff e le magie di Alessandro Del Piero. Da sempre appassionato di cinema, tv, calcio, sport e viaggi.

  • Lavoro a Mediaset dal 2008 e attualmente mi occupo del palinsesto editoriale di Cine34.
  • Sono autore del programma di approfondimento cinematografico “Vi racconto” con Enrico Vanzina e co-regista dei documentari “Noi siamo Cinema”; “Vanzina: una famiglia per il cinema”; “Noi che…le vacanze di Natale” e “Cult in campo: L’allenatore nel pallone…40 anni dopo”.
  • Dal 2014 dirigo la rivista web CineAvatar.it (http://cineavatar.it/)
  • Nell’autunno 2022 ho fondato la community Pagine Mondiali e nell’estate 2023 la piattaforma sportiva Monza Cuore Biancorosso.
  • Da agosto 2023 collaboro con la testata giornalistica Monza-News, scrivendo le analisi delle partite dei biancorossi e partecipando alla trasmissione Binario Sport.
  • Dal 2019 collaboro con la casa editrice Bietti, in particolare per la realizzazione di saggi sul cinema inseriti nelle monografie di William Lustig, Manetti Bros, Dario Argento e Mike Flanagan.
  • Tra le mie pubblicazioni, il saggio “Il mio nome è western italiano” nel volume Quando cantavano le Colt. Enciclopedia cine-musicale del western all’italiana (F. Biella-M. Privitera, Casa Musicale Eco, 2017) e il saggio “Nel segno del doppio” nel libro “Mediaset e il cinema italiano. Film, personaggi, avventure” di Gianni Canova e Rocco Moccagatta.

Una risposta

  1. Palladino, dopo il mercato calcistico di questo inverno, ha un gruppo completo che gli permette di giocare con tutti i moduli possibili, data la grande flessibilità dei calciatori a disposizione.

    Spero per lui e per la mia amata Fiorentina, che, come ha dichiarato, abbandoni l’idea di un modulo preciso e abitui la squadra a modificare, anche in corso di partita, il modo di giocare.

    Diciamo che lo apprezzo, ma non sono ancora molto convinto che possa diventare un allenatore “big”.

    Ma devo convenire che mi piace l’approccio che ha avuto con la Fiorentina, nonostante le cadute che, se prese nel modo giusto, sono un momento di potenziale crescita e non di depressione.

    Grazie per questo servizio su Palladino.

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