In FA Cup può succedere l’inimmaginabile. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase, oppure altre dal medesimo significato? Il cosiddetto “Giant-Killing” ha colpito il Liverpool, primo in Premier League, qualificato al primo posto nella classifica iniziale della Champions League e club vincitore della coppa nel 2022 (8 successi totali), nel quarto turno dell’edizione 2024-2025.
Senza andare troppo a ritroso nella storia della competizione per club più antica del mondo (istituita nel 1871 e aperta ai club professionistici nel 1882) e restando nell’attualità dell’avvenimento, il Plymouth Argyle, squadra di bassa classifica nell’EFL Championship (attualmente penultima) ha vinto con un calcio di rigore (fallo di mano di Elliot) e ha fermato subito la corsa dei Reds verso un potenziale quadruple stagionale. Ma il sogno non è stato creato dal calcio di rigore, che ne è solamente l’espressione fisica, quella che si può vedere nella realtà; il sogno è stato creato da tutti quelli che ci hanno creduto e che indossavano maglia verde e pantaloncini bianchi.
La squadra bianco-verde sapeva di dover difendere il proprio fortino e la ha fatto come una legione romana avrebbe difeso una propria “Urbe”. La tattica collettiva è tale appunto perché tutti i componenti devono partecipare alla realizzazione di un obiettivo comune.
Il “Giant-Killing” può essere inteso solo come magia, appunto, ma in questo caso vorrebbe dire sottovalutare lo sforzo di Davide che ha battuto Golia, seppur privo di alcuni top-players, che hanno portato e stanno mantenendo il Liverpool ai vertici del calcio europeo in questa stagione.
Se poi si parla di tattica in fase difensiva di una squadra nettamente inferiore, dal punto di vista di lega a cui prende parte e, in generale, di ranking tra tutti I campionati inglesi, allora invece di tattica collettiva in termini puramente calcistici, possiamo parlare di strenua resistenza e protezione di ciò che è proprio e realizzazione di qualcosa di storico.

In “tatticalese” potremmo definire lo schieramento a pentagono come chiusura delle linee di passaggio il canale centrale del campo; oppure possiamo vedere questi cinque giocatori come un avamposto di difesa di un’altra linea, data la loro compattezza.

Lo scaglionamento difensivo 5-3-2, con le prime due linee che sono scivolate verso la palla per proteggere la linea arretrata, a respingere gli attacchi avversari, con i giocatori così vicini tra loro, sembra quasi un avvertimento agli attaccanti avversari: “Non arriverete al cuore della città”.

In quella missione comune, l’aiuto reciproco è stato fondamentale. Potremmo dire che il quinto di sinistra si è alzato in pressione per non scoprire il canale centrale, permettendo allo schieramento 2-3 di restare compatto; eppure sembra proprio un aiuto alla causa dei compagni delle prime linee della trincea, con altri quattro a protezione del fortino (la porta).
Non sempre gli attacchi possono essere respinti con le prime azioni difensive e quindi gli avversari si possono anche avvicinare al loro obiettivo. Ma, di nuovo, compattezza, unità d’intenti, aiuto reciproco, in questo caso per resistere strenuamente dato che l’avversario è più vicino e pericoloso.

Ma di nuovo, compattezza, unità d’intenti, aiuto reciproco, che permettono di resistere strenuamente dato che l’avversario è più vicino e pericoloso.
Il calcio è nulla senza amore, passione, rispetto per i compagni, spirito di sacrificio comune; e quando questi fattori diventano valori collettivi, allora tutto è possibile e qualsiasi idea difensiva può diventare valida e regalare sogni anche a chi credeva consciamente che non avrebbe potuto averne.

BIO: Luca Bertolini, classe 1979, è allenatore Uefa B, ha allenato tutte le annate nei settori giovanili della sua zona (Parma) e propone anche sedute individuali e a piccoli gruppi da due anni. Collabora dal 2017 con editori italiani, inglesi e statunitensi, pubblicando video analisi, articoli e libri di tattica e metodologia per l’allenamento. Inoltre, è traduttore dall’inglese all’italiano. Email: info@lucamistercalcio.com