FUTSAL : QUICK DECISION GAME!

Il Futsal è realmente lo sport delle “quick decisions”, decisioni così rapide e insperate, né minimamente pianificate, che arrivano ad essere lontanissime da una decisione stessa. In verità non credo che in un campo Futsal sia possibile l’esistenza di un processo decisionale lineare. Così come non potrebbe esistere nel calcio, nella zona in prossimità della palla, che per dimensioni e per attori, equivale ad un campo di Futsal.

In un ambiente così limitato in spazio e tempo, e pregno di avventure complesse e situazioni in costante mutamento, diventa difficile pensare ad un pensiero cosciente del giocatore. Così come diventa insensato pensare di manipolarlo, condizionarlo, migliorarlo con dettami che portino il giocatore ad agire linearmente: percependo, elaborando, scegliendo, eseguendo.

Il Gioco, rapido, “quick”, dà la possibilità a chi gioca solo di lasciare che i propri comportamenti emergano, sulla base di un’esperienza realizzata precedentemente nei contesti di allenamento, per risolvere situazioni contingenti.

Ho voluto descrivere il Futsal tecnicamente, con un’entrata decisa, quasi a gamba tesa, con un concetto che mi appassiona da un pò di tempo e che ha condizionato l’evoluzione del mio essere allenatore. Cerco ogni giorno di imparare qualcosa che possa migliorarmi nell’allenare l’incosciente, quell’arte di guadagnare un millesimo di secondo in ogni azione (nel Futsal un’eternità!), di fluire in modo liquido, di pensare meno perchè ogni pensiero ha un peso e un costo energetico, di connettersi con il Gioco senza la necessità di paralizzarsi per comprenderlo.

Ogni giorno però, capisco che quello che fa del Futsal un Gioco, complesso e divertente, che appartiene a chi lo gioca e diverte chi lo guarda, è l’essere ancorato all’aspetto ludico tipico del Gioco, regolato ancora dal desiderio di “voler giocare per giocare” che contraddistingue tutti coloro che approcciano a questo gioco: è lo spirito amateur. Lo spirito amateur non si misura. Si sente. Nasce da cuori allineati e non da intelligenze forzate.

Marcelo Bielsa sottolineava quanto sia grande ed importante, nel puntare a diventare un giocatore professionista, possedere un alto grado di spirito amateur. Nel Futsal tanti giocatori giocano in cambio di niente che non sia il trionfo del gioco. Ogni bambino che si avvicina al Futsal sa bene che la parte più importante del suo allenamento, saranno i 10 minuti iniziali, nel quale non ci sono obblighi e limitazioni, dove ogni bambino ha un pallone, corre in ogni direzione, attacca e difende ogni porta, finta, inganna, si allea, cambia di direzione, di senso, di gioco. E dribleranno tutti, saranno creativi, spontanei, caotici, ribelli e inventivi.

Il giocatore “serio”, orientato solo alla massimizzazione del rendimento è un paradigma in decadenza. La diversità è indispensabile. Eterogeneità. Persone sentimentali e razionali. Serie e divertite. Il giocatore di Futsal gioca per divertimento, ha capacità di inventare risposte insperate a problemi mutevoli. Conserva tutte le abilità acquisite nella purezza dell’infanzia, adattate alla complessità dei problemi del Gioco.

In questo senso il Futsal è un’avventura e il giocatore di Futsal è un avventuriero.

Il Gioco del Futsal rappresenta l’ambiente in cui la migliore versione di ognuno non è mai contro natura, se fluisce nella sua massima espressione, e il giocatore di Futsal lo gioca, mentre lo si lascia giocare, con naturalezza e spontaneità.

Il Futsal diventa una struttura socio-affettiva così potente, tanto da permettere che crescano le scommesse non tanto convenzionali e l’avventuriero ama correre il rischio dell’avventura.

Massimiliano Bellarte

Nato a Ruvo di Puglia il 30 novembre 1977, ha assunto la guida della Nazionale il 15 settembre 2020 dopo un’esperienza ventennale da tecnico sulle panchine di Ruvo, Modugno, Acqua e Sapone, con cui nel 2014 ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, e Real Rieti.

Nel 2017 ha guidato i belgi dell’Halle-Gooik, conquistando scudetto, Supercoppa di Belgio e Coppa del Benelux e venendo eletto dalla federazione belga miglior allenatore dell’anno. Per lui anche un’esperienza nel futsal femminile con il Salinis, suggellata dallo scudetto vinto nella stagione 2018/2019.

È anche il tecnico della Nazionale azzurra di futsal Under 19.

Massimiliano ha studiato lingue e parla inglese, portoghese, spagnolo e francese. Ha frequentato Sociologia all’ Universita’ La Sapienza di Roma.

5 risposte

  1. “Il giocatore di Futsal gioca per divertimento, ha capacità di inventare risposte insperate a problemi mutevoli. Conserva tutte le abilità acquisite nella purezza dell’infanzia, adattate alla complessità dei problemi del Gioco”.
    “In questo senso il Futsal è un’avventura e il giocatore di Futsal è un avventuriero”.

    FANTASTICO!!!

    Ti ho conosciuto a Roma nel Giugno 2016 al “Congresso Internacional de Futbol” e ricordo che il tuo intervento fu differente, ho continuato a seguirti perchè i tuoi spunti e le tue riflessioni sono emotivamente differenti, ti lasciano sempre qualcosa a più livelli ed in primis trasmettono gioia e amore per questo sport.

    Ho letto che ti hanno definito il Mr. Filosofo, ed è vero i tuoi interventi compreso questo, sul Blog di Filippo, lasciano il segno sono a metà strada tra sport e letteratura, tra sogno e realtà.

    Grazie! continuerò a seguirti con passione, sei una grande fonte di spunti e riflessioni assolutamente unconventional!!!

    1. Grazie Luca! Sono contento e spero di rivederci in qualche incontro per condividere pensieri sul Gioco! Un saluto!

  2. Il Futsal è propedeutico. basti vedere che in Brasile e non solo , fanno giocare i bambini piccoli con quelle dinamiche di gioco per aiutarli nella crescita,nello sviluppo della loro fantasia , tecnica . Differenza enorme con le nostre “Scuole Calcio” che andrebbero abolite e riformate (nelle regole e negli uomini che le gestiscono ) , si blocca il bambino con schemi e sopratutto “Ruoli”! Ingabbiando così tutto ciò che il bimbo sente dentro di se . Spesso le decisioni dei bimbi sono comandate dalla panchina , chi è attento osservatore noterà come nei momenti di silenzio del “Mister” il bimbo va in paura! Perché non ha feedback positivi ma ben si la frase “non fare questo!,non fare quello!, fai così !” Una volta ho assistito mentre disputavo una gara contro un settore giovanile professionistico, U14 i miei e i loro U15 Naz , il mister loro dire “non fare sti colpi di tacco! Non mi servono !” . Se non si cambia , se non si porta un livello di divertimento diverso nei piccoli , avremmo tutti dei Robot 🤖, che se il padrone non muove i tasti ! Esso non fa nulla .

  3. “Il giocatore “serio”, orientato solo alla massimizzazione del rendimento è un paradigma in decadenza. La diversità è indispensabile. Eterogeneità. Persone sentimentali e razionali. Serie e divertite. Il giocatore di Futsal gioca per divertimento, ha capacità di inventare risposte insperate a problemi mutevoli. Conserva tutte le abilità acquisite nella purezza dell’infanzia, adattate alla complessità dei problemi del Gioco.”

    Sul periodo sopra riportato non solo concordo, ma ne sono ammirato. Spinto da mio figlio (giocava sulla fascia destra o da punta) ho fatto il presidente di una squadra di futsal, quarta serie di ingresso e successiva promozione in C2 nel napoletano..

    Poi, sono diventato seguace di questo sport e spesso, dal vivo, ho visto partite di A1 (in quel di Napoli) e soprattutto in TV quelle della nazionale.

    La tua prima frase da me riportata la ritrovo tutta nelle partite di vertice in A1 o delle nazionali di forte pari valore. Spessissimo ho visto partite noiosissime, perchè il tuo diretto avversario bravo quanto te non ti lascia spazio. Poi, è vero che una invenzione del momento ti cambia la partita ed in questo il futsal è molto più formativo, rispetto al calcio a 11.

    Ciò detto, man mano che si scede di valore e si applicano sempre meno atteggiamenti orientati al risultato, allora veramente il futsal diventa divertente ed anche istruttivo. In tal senso, condivido con l’intervento di Vincenzo che il futsal può essere usato come strumento propedeutico per il calcio a 11.

    Sono nato e ho trascorso i miei primi vent’anni di vita in una cittadina limitrofa alla tua bella Ruvo (Molfetta).

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