IL CAMPO DEL VICINO È SEMPRE PIÙ VERDE: CASO SAN SIRO VS STADI INGLESI

L’8 dicembre il derby femminile Milan – Inter ha vissuto una sua prima alla Scala in quanto ha fatto il suo debutto sul prestigioso terreno di gioco di San Siro.

Tuttavia, quella che doveva essere una celebrazione e occasione di promozione, “l’appuntamento con la storia” come era stato definito sui canali ufficiali, si è trasformata in un’occasione sprecata, mettendo in luce le problematiche del calcio femminile italiano.

La scelta di San Siro non è stata frutto di una strategia, bensì di una necessità: l’indisponibilità del centro sportivo Vismara (Puma House of Football)  per lavori di ristrutturazione ha spinto le società a cercare un’alternativa, trovando il Meazza libero grazie agli impegni anticipati delle squadre maschili.

L’evento è stato promosso in modo frettoloso, con l’annuncio dato solo il giovedì e la messa in vendita dei biglietti avvenuta il venerdì dalle 17.00. Aggiungiamoci pure il fatto che fosse un weekend festivo con le ricorrenze di Sant’Ambrogio e dell’Immacolata e si può facilmente intuire come il passaggio dai 1.200 spettatori del Vismara agli 80.000 di San Siro sia risultato in un’affluenza deludente, offrendo un’immagine degli spalti mortificante.

Mentre a Milano si registrava questo passo falso, a circa un migliaio di km di distanza, si scriveva una storia ben diversa: tra il 16 e 17 dicembre, per la prima volta nella Women’s Super League e Women’s Championship (rispettivamente il primo e secondo campionato femminile inglese) tutte le partite sono state giocate negli stadi principali sfruttando la pausa per le nazionali maschili.

Questa iniziativa non è stata improvvisata, ma parte di un percorso ben definito, con obiettivi e tempistiche precise.

Già la stagione 2023/2024 il calcio inglese aveva registrato un’impennata di pubblico, con record di presenze e stadi esauriti. L’Arsenal, ad esempio, ha registrato una media di 53.871 spettatori all’Emirates. Considerando tutte le partite, anche quelle giocate nel più piccolo Meadow Park, loro stadio abituale, la media scende a 31mila ma rimane comunque una cifra maggiore rispetto a 10 club della Premier League. Forti di questi numeri l’Arsenal ha stabilito che nella stagione 2024/2025 11 partite casalinghe verranno giocate all’Emirates.

In generale questo trend non riguarda solo i gunners ma è stato confermato anche da altri club come Chelsea, Manchester City e United, Everton, ecc. Questo ci dice che il calcio femminile inglese sta dimostrando una crescita solida, con stadi pieni e un’identità propria. Le donne giocano negli stessi stadi degli uomini, attirando un pubblico che li rende a pieno titolo anche i loro stadi.

Mentre l’Italia si è trovata ancora una volta ad un appuntamento al buio con la storia, in Inghilterra si è celebrato un successo frutto di una strategia mirata. Il calcio femminile può arrivare a riempire i grandi stadi, ma ha bisogno di una pianificazione attenta, pazienza e di una promozione adeguata.

BIO: LAURA ZUCCHETTI

Gen Z di nascita ma vintage nei modi, parlerei per ore di sport e questioni di genere. Vivo il calcio femminile da tifosa ma con lo sguardo da psicologa sociale per riflettere sulle sue contraddizioni e opportunità figlie della realtà nella quale siamo immersi.

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