MAGLIE E DINTORNI: UN TUFFO NEL RECENTE PASSATO

La questione del quarto kit del Milan, indossato nella gara casalinga con la Lazio, ha generato reazioni e smosso i ricordi di tanti tifosi rossoneri. Di seguito quello dell’amico Luca Santoro.

Il sabato era il giorno  più bello della settimana non solo perché ci attendeva la domenica, il giorno di festa. Il sabato era il giorno più bello per le partitelle che si giocavano nel pomeriggio con gli amici. Contese infinite che iniziavano appena tornati da scuola e finivano al tramonto.

Ci cambiavamo in mezzo alla strada e giocavamo in un rettangolo di prato in mezzo le case nel quartiere Feltre a Milano, circondati da auto e case. A pensarci, era da folli giocare a calcio e far partire “staffilate” con le auto parcheggiate e con le finestre dei palazzi a far da sfondo alle porte, ma eravamo giovani ed incuranti di tutto. Avevamo però delle certezze: 

  • che i proprietari delle auto parcheggiate, in corrispondenza delle porte fatte con le nostre cartelle, avrebbero spostato le loro vetture.
  • le finestre a rischio sarebbero state aperte perché, in fondo, nel dubbio, meglio un pallone che arriva in casa che i vetri in frantumi.

C’era un’altra certezza: la maglia della squadra del cuore, di svariate annate. C’era chi aveva la maglia di Baggio della Fiorentina con sponsor Crodino, chi quella della Juve di Platini con sponsor Ariston e chi quella del Milan. E poi, cosa non trascurabile, difficilmente si vedevano nei campetti  improvvisati le seconde maglie. Erano davvero rare.

Qualcuno aveva la maglia gialloblu di Vignola alla Juve, considerato la riserva di Platini. Era il timbro scherzoso che sanciva un livello inferiore. Il Milan peró fece innamorare i tifosi della propria seconda maglia, quella bianca con inserti rossoneri. I ricordi “in bianco” sono spesso dolcissimi ma finiva lì. Quello era il massimo del tradimento platonico alle righe verticali rossonere. Un tradimento a cui noi milanisti ci siamo abbandonati dolcemente visti gli esiti di certe partite(chi può dimenticarsi, ad esempio, della finale di Barcellona?).

Anch’io sono legato alla maglia bianca del Milan, quella con sponsor Opel. Oggi la commistione di colori è sconcertante. Penso sia difficile potersi affezionare ad una divisa che dimentichi i colori sociali e della tradizione. Forse i giovani sono meno intransigenti e più facilmente riescono a vivere i cambiamenti accettando le variazioni cromatiche e metabolizzando le novità con la stessa velocità con la quale se ne sbarazzano .

Mio padre, quasi ottantenne, emigrato a Milano,da un piccolo paese del Brindisino, inizió a seguire e amare il Milan di Rivera. Quello era il “suo” Milan e a lui piace il completo con la maglia a strisce rossonere strette, i calzoncini bianchi, i calzettoni neri e ogni volta che la nostra squadra veste un divisa simile a quella degli anni 60 i suoi occhi brillano.

Potranno le nuove maglie farci brillare gli occhi? Alle nuove e variopinte divise non si concede neppure il tempo di provare ad entrare nel cuore dei tifosi. Poche partite e avanti un’altra maglia.

Nel nostro campetto indossavamo le prime e, al massimo, le seconde maglie. Pensavamo ai nostri campioni vestiti di rossonero o di bianco che, ricordiamo, venivano indossate affinché le divise non si confondessero con quelle degli avversari. Niente di più! Fatichiamo a capire il marketing e le sue logiche, ad innamorarci delle nuove maglie.

Se penso a papà, al brillare dei suoi occhi, il mio desiderio sarebbe quello di vedere una nuova maglia a strisce rossonere, magari sottili, che ci faccia dire, a testa alta, “noi siamo il Milan”.

BIO: Luca Santoro

Nato a Milano il 27 agosto 1971 si laurea in Architettura, presso il Politecnico di Milano.

Nello stesso anno inizia la sua esperienza in qualità di architetto nel settore della progettazione, diverse esperienze che gli hanno consentito di accrescere le sue conoscenze nel settore chimico-industriale per l’edilizia, ricoprendo ruoli chiave  in diverse aziende del panorama nazionale, ed in gruppi internazionali.

Tifoso del Milan (pur avendo amato il calcio di Platini e della sua Juve) accentua la sua passione rossonera da quando si è trasferito in un paese della Romagna dove vive con moglie e 3 figli.

2 risposte

  1. Eh si Luca , stessi sentimenti e stessi pensieri …in fondo tutto cambia , non sempre o quasi mai in meglio a ben pensarci …. “una nuova maglia a strisce rossonere, magari sottili, che ci faccia dire, a testa alta, “noi siamo il Milan” , niente di più , niente di meno !!! Grande Luca Toro !!!

  2. …la mancanza del “calcio di strada” con le maglie storiche dei nostri idoli…questo si perdono i nostri figli!!! questo pot pourri di colori delle terze/quarte maglie distoglie davvero i nostri giovani dai “magici” colori della squadra del cuore!!!
    Caro Luca hai colto nel segno il pensiero di tanti papà, come me, quasi cinquant’enni, che guardano i loro figli crescere su un campo da pallone…..

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